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Pugilato: Irma Testa, la farfalla campana, vince i mondiali a New Delhi

L'atleta 25enne di Torre Annunziata sale sul gradino più alto del podio nella categoria pesi piuma: "Per conquistare questo titolo ho sacrificato tutta la mia adolescenza, tutta la mia vita"

di LETIZIA CINI -
26 marzo 2023
Pugilato, Mondiali donne: oro per Irma Testa

Pugilato, Mondiali donne: oro per Irma Testa

Irma Testa, la ragazza di Torre Annunziata cresciuta a pane e ring è la neo campionessa iridata: lei la prima azzurra del pugilato declinato al femminile a partecipare ai Giochi olimpici (Rio 2016) e capace poi di salire pure sul podio (bronzo) a Tokyo, ha incantato nella rassegna iridata di New Delhi, con un percorso che l’ha portata in finale da protagonista assoluta. E anche nel match che assegnava il titolo categoria 57 kg, la Butterfly della boxe italiana si è imposta sulla kazaka Karina Ibragimova con verdetto unanime (5-0). "Per conquistare questo titolo ho sacrificato tutta la mia adolescenza, tutta la mia vita", le sue parole.
Irma Testa si è imposta sulla kazaka Karina Ibragimova con verdetto unanime (5-0)

Irma Testa (25 anni) si è imposta sulla kazaka Karina Ibragimova con verdetto unanime (5-0)

"Ma se questi sono i risultati vorrei farlo per altri venti anni" ha urlato la sua gioia l’atleta campana che a 14 anni - due anni dopo aver iniziato con il pugilato - si era trasferita ad Assisi per assecondare il proprio talento: "Scappa, tu che puoi", le disse la madre. Classe 1997, nickname Butterfly - appunto - proprio per la sua agilità, nel 2019 Irma Testa aveva vinto l’oro europeo. Ora il salto tra le più grandi a livello mondiale, l’ennesimo riconoscimento per la campionessa della Fiamme oro, che ha iniziato ad allenarsi in palestra a 12 anni e a 14 già aveva cominciato a gareggiare. E non si è più fermata, facendo ogni volta un passo avanti, prima e coraggiosa. Anche quando dopo la medaglia olimpica ha fatto coming out: "Per molti l’omosessualità è ancora una imperfezione e ai campioni invece si chiede di essere perfetti, con questa medaglia mi sento più protetta. Ora che la Irma atleta è al sicuro, la Irma donna può essere sincera" aveva raccontato. Adesso il titolo mondiale, arrivato battendo la campionessa kazaka Ibragimova, che aveva già incontrato a dicembre nel match del suo esordio al professionismo e per il quale aveva ricevuto una borsa di 30mila dollari.
La campionessa Imma Testa fuori dal ring

La campionessa Imma Testa fuori dal ring

Adesso invece ne guadagnerà 100mila come premio per questa medaglia d’oro. In una giornata che ha regalato all’Italia anche l’argento super di Sirine Chaarabi: l’atleta nata in Tunisia, e diventata italiana dopo un percorso tanto desiderato quanto tormentato. Un argento che vale oro per la ragazza che vive da quando ha due anni in provincia di Caserta e che ha inseguito il sogno di diventare prima italiana e poi indossare la magli azzurra. Nella finale, dopo un mondiale da n.1, nella categoria 52 kg, Charaabi si è arresa alla cinese Wu, più esperta (28 anni contro i 23 dell’azzurra). Ma sul podio il sorriso di Sirine la dice lunga della felicità per il traguardo raggiunto. "Sono davvero emozionata e contenta per il percorso che ho fatto in questo mondiale - le sue parole - Sono cresciuta sia come atleta che come persona. Questo risultato non nasce dal nulla ma è frutto del lavoro di un intero staff. La finale mi ha lasciato un pò di amaro in bocca ma non mi posso lamentare perché sono sulla strada giusta per ottenere grandi risultati". Quanto a Irma Testa, dopo aver aperto la strada a tutte, ora resta un grande obiettivo: il gradino più alto del podio a Parigi. Ma nemmeno l’oro mondiale la spedisce di diritto ai Giochi (Iba e Cio sono da tempo ai ferri corti e i mondiali non vengono riconosciuti come qualificazione olimpica), la campionessa campana dovrà affrontare come primo appuntamento utile gli Europei di Cracovia a giugno prossimo. Ci proverà a modo suo, volteggiando da regina del ring. Anzi, da vera farfalla.

Orgogliosamente lesbica

Irma Testa sul ring a Tokyo nel 2021

Irma Testa sul ring a Tokyo nel 2021

Irma Testa dietro i suoi 167 centimetri per 57 chili nasconde una forza di volontà da gigante.  Nel corso della sua carriera, al riscatto sociale ha aggiunto la forza necessaria per fare coming out: qualche anno fa quando disse pubblicamente che amava una donna, e in Italia è più difficile che tirare pugni su un ring. Il luogo dove le differenze si cancellano e dove Irma deve molto al maestro Lucio Zurlo della Boxe Vesuviana di Torre Annunziata, che la avviò verso una carriera che oggi la porta sul tetto del mondo, terza italiana nella storia dopo Stefania Bianchini e Simona Galassi.

La carriera

A soli 22 anni Irma era già entrata nella storia del pugilato femminile italiano grazie al suo bronzo alle Olimpiadi di Tokyo 2020 ma già prima, nel 2016, era diventata la prima pugile italiana a partecipare ad una Olimpiade, in occasione dei Giochi di Rio.  Soprannominata “Butterfly” (farfalla in inglese) per la sua mobilità sul ring, in passato Irma ha vinto un altro incontro, forse il più importante della sua carriera: mostrarsi al mondo per chi è davvero, senza temere il giudizio altrui. “Parlare di orientamento sessuale nel mondo dello sport ha un valore speciale – aveva dichiarato in un'intervista la campionessa campana – perché ai campioni si chiede di essere perfetti. E per molti l’omosessualità è ancora un’imperfezione. Per timore di intaccare la propria immagine tanti sportivi tacciono e si nascondono. Anche per me è stato così fino a pochi mesi fa. Ma quella medaglia di Tokyo è diventata il mio scudo: ora che la Irma atleta è al sicuro, la Irma donna può essere sincera”.
Una versione patinata di Irma Testa (25 anni)

Una versione patinata di Irma Testa (25 anni), foto tratta dal profilo Instagram 'iosonoirmatesta'

Così la medaglia di bronzo pesi piuma dei giochi di Tokyo2020 riuscì a farle dire al mondo di essere lesbica, raccontando tutto il dolore e la sofferenza anche di chi le era affianco: “Mi è capitato di parlare, anche pubblicamente delle persone che ho amato cambiandone il genere – il racconto amaro di Irma Testa – . E questo mi ha dato dispiacere. Per me, ma soprattutto per loro che, leggendo ascoltando le mie parole, potevano sentirsi offese, ferite, invisibili”. Invece alla famiglia la verità non l’ha mai nascosta. “La prima volta che mi sono innamorata di una ragazza ho aspettato un pochino, per vedere che non fosse un fuoco di paglia, e poi l’ho detto a mia mamma. Non avevo nemmeno 16 anni. Lei l’ha presa con naturalezza. Pensavo non potesse capire, e invece ha capito. Mi ha detto: se sei felice, per me va bene. Non credo che lei la pensasse così in partenza – a Torre Annunziata, dove è cresciuta lei, e pure io, la mentalità non è aperta – ma penso che abbia allargato i suoi orizzonti per amore mio. E questo suo mettersi in discussione mi commuove”.