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Home » Sport » Brittney Griner, continua il calvario: la Russia estende nuovamente la sua detenzione

Brittney Griner, continua il calvario: la Russia estende nuovamente la sua detenzione

I media statali russi riferiscono che la detenzione della star del basket statunitense Brittney Griner è stata nuovamente estesa

Edoardo Martini
15 Giugno 2022
Brittney Griner

Brittney Griner

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Brittney Griner continua ad essere detenuta in Russia, ormai da quasi quattro mesi, con l’accusa di traffico di droga. La giocatrice americana, che quando non gioca in WNBA è la stella di Ekaterinburg, è stata arrestata lo scorso gennaio mentre lasciava la Russia per tornare negli USA, fermata all’aeroporto perché aveva dell’olio di cannabis nel contenitore della sigaretta elettronica. Griner rischia fino a 10 anni di prigione.

Brittney Griner, 31enne cestista statunitense

“Riportiamola a casa”: l’obiettivo delle sue compagne di squadra

Ieri, la sua detenzione è stata prorogata per altri 18 giorni su “richiesta di indagine“, secondo un rappresentante del tribunale di Khimki della regione di Mosca, riferisce il Tass.

Secondo CBS News, partner americano della BBC, in precedenza un tribunale russo aveva prolungato la sua detenzione fino al 19 maggio e poi di nuovo fino a metà giugno.

Ieri il portavoce del dipartimento di Stato americano Ned Price ha dichiarato “La nostra posizione per un po’ di tempo su questo caso è stata molto chiara: Brittney Griner non dovrebbe essere detenuta per un solo giorno di più.”

Il mese scorso, quasi 100 giorni dopo il suo arresto, il dipartimento di stato ha descritto la signora Griner come “detenuta ingiustamente”.

I funzionari del dipartimento di stato si sono incontrati lunedì con i compagni di squadra della WNBA della signora Griner per discutere del lavoro dell’amministrazione per riportarla a casa. “C’è molto da fare per riportarla a casa e al sicuro, gli addetti stanno lavorando incessantemente per farlo. Siamo qui per fare tutto il possibile per amplificare il caso e mantenere BG in prima linea, il che è più importante di qualsiasi partita di basket e qualsiasi altra cosa stia succedendo nelle nostre vite” ha detto la star di Phoenix Mercury Diana Taurasi dopo l’incontro, in una dichiarazione rilasciata dal team.

Mentre la stagione WNBA continua senza di lei, sia i fan che i giocatori hanno spinto per il suo ritorno a casa

Petizioni online e We Are BG: tutto l’affetto intorno alla giocatrice

“Non c’è davvero abbastanza copertura mediatica su questa situazione” – aveva dichiarato la giornalista Tamryn Spruill, che ha organizzato una petizione online che ha già superato le 60.000 firme. – “Se al suo posto ci fosse un giocatore NBA del suo calibro, sarebbe sulle copertine non solo di ogni pagina sportiva ma di ogni testata del mondo”.

La stagione WNBA sarebbe stata l’ottava per Griner. Ha vinto tre volte il campionato e sette volte il premio come giocatrice All-Star ed è considerata una delle giocatrici più dominanti nella storia del suo sport. Nelle ultime settimane i giocatori sia del campionato femminile che maschile hanno intensificato gli appelli alla sua liberazione indossando maglie con il suo numero 42 e la frase “We Are BG”.

Gli affetti della signora Griner e gli altri giocatori di basket sono stati in grado di comunicare con lei tramite e-mail. Le e-mail vengono stampate e consegnate a lei dal suo avvocato dopo essere state esaminate dai funzionari russi.

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Nell’amichevole contro la Colombia, la Nazionale femminile degli Stati Uniti ha dimostrato ancora una volta quanto è all’avanguardia e ha fatto esordire Carson Pickett, giocatrice nata senza una parte del braccio sinistro. 

"La sensazione di essere diverso e l’ansia di non adattarsi è qualcosa che ho passato. Spero di incoraggiare altri a non vergognarsi di quello che sono.”

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Dopo il raggiungimento dell’obiettivo della parità salariale con i colleghi uomini, lo sdoganamento dell’omosessualità e altro ancora, ora i riflettori si puntano verso la disabilità e come nonostante essa si possa diventare giocatrici professioniste.

Di Edoardo Martini ✍

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  • Il suo desiderio, più che legittimo, è semplicemente quello di partecipare al Jova Beach party di Viareggio, a settembre, insieme ai suoi amici. Eppure Enrico, classe 1965, padre di due meravigliosi figli adottivi e costretto su una sedia a rotelle dal 1988, non è riuscito a fare quello che tutto il resto della sua comitiva ha fatto con pochi semplici click sul sito di Ticketone: acquistare il suo biglietto. 

“Per noi disabili cose come questa sarebbero troppo semplici. Forse non tutti sanno che la realtà è che, se una persona nelle mie condizioni desidera partecipare a un qualsiasi evento, solitamente gli viene richiesto di individuare per conto proprio gli organizzatori, cercare sul rispettivo sito le indicazioni sulla modalità di richiesta dei biglietti (che variano da organizzatore ad organizzatore) e in fine allegare alla domanda di partecipazione il certificato di invalidità e un documento d’identità. Mai ci è permesso di usare le piattaforme online ad acquisto diretto come Ticketone.

Mi sono sentito ulteriormente discriminato: oltre ai miei limiti fisici mi sono dovuto scontrare con ulteriori ostacoli rappresentati da procedure imposte da persone che non hanno la minima idea di cosa significhi la parola ‘inclusione‘. E quello che più mi ha sorpreso è che questi limiti siano arrivati in abbinamento ad un evento di Jovanotti, che ritengo un paladino dell’inclusione. Mi chiedo se lui sia a conoscenza di tutto questo e cosa ne pensi in tal caso”.

Il racconto di Enrico nell’intervista a cura di Caterina Ceccuti ✍

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  • “Per cantare ho affrontato un lungo percorso di logopedia, ma voglio fare della musica un posto più inclusivo. 

Mi chiamo Francesco, in arte Brazzo, sono sordo e nella vita faccio rap”. In una frase, lo specchio di una vita in salita. La fatica di imparare a cantare senza poter ascoltare nulla se non “le vibrazioni delle casse”, gli anni della logopedia e la voglia di mettere in versi la realtà, le battaglie per il riconoscimento della propria comunità e la denuncia sociale.

Brazzo nasce a Taranto in una famiglia di sordi da tre generazioni e si trasferisce a Milano nel 2008.

“Già da bambino desideravo cantare solo che mi sentivo imbarazzato per il fatto che un sordo potesse cantare. Ho iniziato a parlare a cinque anni, all’inizio non parlavo molto bene e ho affrontato un lungo percorso di logopedia. Poi a trent’anni avevo questo desiderio lasciato nel cassetto e ho deciso di lanciarmi”.

Quando rappa – e rappa bene – lo fa anche attraverso la lingua dei segni. Nel 2020 ha partecipato a Italia
Brittney Griner continua ad essere detenuta in Russia, ormai da quasi quattro mesi, con l’accusa di traffico di droga. La giocatrice americana, che quando non gioca in WNBA è la stella di Ekaterinburg, è stata arrestata lo scorso gennaio mentre lasciava la Russia per tornare negli USA, fermata all’aeroporto perché aveva dell’olio di cannabis nel contenitore della sigaretta elettronica. Griner rischia fino a 10 anni di prigione.
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Secondo CBS News, partner americano della BBC, in precedenza un tribunale russo aveva prolungato la sua detenzione fino al 19 maggio e poi di nuovo fino a metà giugno.

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