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Caterina Banchelli, una vita per la pallanuoto. "Lo sport non ha distinzioni di genere"

Portiere della Rari Nantes Florentia e della nazionale, reduce dai Mondiali, racconta la sua storia d'amore con una disciplina a torto considerata solo da maschi

di BARBARA BERTI -
10 luglio 2022
La pallanuotista fiorentina Caterina Banchelli

La pallanuotista fiorentina Caterina Banchelli

Una vita trascorsa in piscina tra allenamenti, sudore e voglia di migliorarsi sempre. "Il mio sogno? I Cinque Cerchi". La pallanuotista fiorentina Caterina Banchelli è giovanissima, compirà 22 anni il prossimo 25 settembre, ma ha già le idee chiare e una carriera di tutto rispetto. L'atleta della Rari Nantes Florentia, dove gioca nel ruolo di portiere, è già uno dei pilastri della Nazionale ed è, infatti, reduce dal Mondiale di Budapest, dove il Setterosa si è piazzato quarto, e a fine agosto parteciperà agli Europei in Croazia. Caterina, quando ha iniziato a praticare pallanuoto? "Circa undici anni fa, era il periodo delle scuole medie. Io già praticavo nuoto poi, però, avevo lasciato per dedicarmi all'atletica. Mio fratello, che già era pallanuotista della Rari Nantes Florentia, mi ha convinto a provare. E da allora non ho più smesso".
Caterina Banchelli con la Nazionale ha preso parte al recente Mondiale di Budapest

Caterina Banchelli con la Nazionale ha preso parte al recente Mondiale di Budapest

Amore a prima vista? "Assolutamente sì. Fin dal primo giorno l'allenatore dell'epoca mi mise in porta e lì sono rimasta". Non è uno sport troppo faticoso per una ragazza? "Perché ancora oggi ci sono distinzioni tra sport da maschi e sport da femmine? Per me non esistono o meglio non dovrebbero esistere distinzioni di genere né in piscina né altrove. Purtroppo, però, non è così. In Italia nell'ambito della pallanuoto, per esempio, il settore maschile ha un seguito molto più nutrito e importante rispetto al settore femminile. Anche se è uno sport cosiddetto minore, qualcosa sta cambiando, almeno a livello europeo. Al Mondiale di Budapest, a seguire le nostre partire c'era il palazzetto pieno, oltre 6mila persone, una sensazione pazzesca". Però è uno sport duro... "Sì, a certi livelli è molto impegnativo. Richiede un allenamento quotidiano e alcune volte le sedute in piscina sono doppie e si alternano con gli allenamento in palestra. Ma è anche uno sport di squadra e, quindi, si instaurano forti rapporti interpersonali e nei momenti di difficoltà si può contare sul gruppo". Nell'immaginario collettivo la pallanuoto è uno sport che definisce un fisico mascolino. Cosa ne pensa? "Io ho le spalle larghe, in tutti i sensi (ride, ndr). Non ascolto i giudizi degli altri e trovo assurdi i commenti sul fisico. Mia mamma da ragazza ha giocato a pallavolo e aveva un graziosissimo aspetto. Fare sport, a qualsiasi livello, fa bene al fisico ma anche alla mente".
Caterina Banchelli gioca nel ruolo di portiere

Caterina Banchelli gioca nel ruolo di portiere

Che rapporto ha con le sue compagne di squadra? "Caratterialmente sono un po' timida, poi quando prendo confidenza mi sciolgo. E dopo tutti questi anni alla Rari Nantes sono molto sciolta! (ride, ndr). Sono una persona iperattiva e vivace, questa cosa mi ha caratterizzato sin da bambina. Sono positiva e mi piace portare un sorriso alle mie compagne. Mi piace essere così. Anche se, ogni tanto, ho anche i miei momenti no". È per il legame con le compagne di squadra che non ha mai lasciato Firenze e la Rari? "Le proposte non sono mancate, anche per andare in America. Fino a oggi mi sono sempre trovata bene con la squadra e restare a 'casa' mi ha permesso di concentrarmi anche nello studio: sono al terzo anno Design Industriale, mi mancano quattro esami per finire il percorso universitario".
Caterina Banchelli con le compagne del Setterosa

Caterina Banchelli con le compagne del Setterosa

Come concilia sport e studio? "Organizzazione e forza di volontà. Ormai sono tanti anni che mi divido tra allenamenti e libri, ho imparato da ragazzina a farmi la mia tabella di marcia. Certo, piscina e design sono due mondi completamente diversi, ma ho da sempre una certa inclinazione artistica. E, credo, che quando le cose si fanno con il cuore, poi la fatica o i sacrifici passano in secondo piano". Con la calottina azzurra, oltre alla recente esperienza a Budapest, ha fatto diversi importanti tornei con le nazionali under. Il ricordo più bello? "Difficile sceglierne solo uno. La mia prima avventura è stata ai mondiali di Auckland, con l’under 18, conquistando una medaglia di Bronzo. Poi, nel 2018, è arrivato l’argento ai mondiali, sempre con l’U18, a Belgrado. In cui sono stata nominata miglior portiere del torneo. Nel 2019, con l’U20, il bronzo ai mondiali di Funchal, in Portogallo. Rappresentare la propria nazione è una grande responsabilità e al tempo stesso motivo d'orgoglio". La nuotatrice Benedetta Pilato, proprio ai Mondiali di Budapest, ha parlato apertamente di un fattore che influenza le prestazioni delle atlete: il ciclo mestruale. Lei cosa ne pensa? "È un fattore molto soggettivo e in certi casi può incidere sulle prestazioni. Ma a certi livelli, quando si entra in acqua, non si hanno scusanti. Ripeto: per me, volere è potere".