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Home » Sport » Ciclismo, podio tutto al femminile nell’UAE Tour. La vincitrice Borghini: “Fiera della mia squadra”

Ciclismo, podio tutto al femminile nell’UAE Tour. La vincitrice Borghini: “Fiera della mia squadra”

Un evento molto significativo a certe latitudini considerando anche che Fabiana Luperini qualche settimana fa aveva svolto il ruolo di ds in un team maschile

Edoardo Martini
13 Febbraio 2023
La campionessa di ciclismo Elisa Longo Borghini (Instagram)

La campionessa di ciclismo Elisa Longo Borghini (Instagram)

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Un altro passo verso la parità di genere. Sì perché anche il ciclismo è sbarcato con le donne nei paesi del Golfo e sta già facendo la storia visto che al Saudi Tour maschile di qualche settimana per la prima volta una donna italiana, Fabiana Luperini, ha svolto il ruolo di ds di una squadra maschile. Adesso però è successo qualcosa di ancora più significativo: nella prima storica edizione del giro degli Emirati Arabi Uniti al femminile (gli uomini lo hanno già corso cinque volte), a cui hanno preso parte 20 squadre, il podio è stato monopolizzato da ragazze italiane, con il successo finale della piemontese Elisa Longo Borghini. 

La 31enne mentre festeggia la vittoria dell’UAE Tour (Instagram)

“Un’opportunità unica per le donne”

Un fatto a cui è stato dato ampio spazio dai media locali e come ha sottolineato la presidente del team, Melissa Moncada, è stata “un’opportunità unica per le donne degli Emirati di supportarci e vederci correre sulle strade del loro paese”. A completare il podio la compagna di squadra di Elisa nella Trek Segafredo Gaia Realini, staccata di 7 secondi nella classifica finale e Silvia Persico. Sul palco, proprio accanto al podio finale e alle tre italiane ancora con gli shorts da gara, c’erano alcune miss in abbigliamento tradizionale, mentre ai piedi dello stesso palco, in tunica bianca d’ordinanza, hanno omaggiato le tre migliori della classifica generale il segretario generale del Consiglio dello Sport di Abu Dhabi, Aref Al Awani, e Amal Al-Afifi che negli Emirati si occupa di coordinare lo sport femminile.

E non poteva mancare il commento della vincitrice che non è riuscita a trattenere tutta la propria soddisfazione: “Sono molto felice di questa vittoria all’UAE Tour. Sono anche fiera della mia squadra. Abbiamo mostrato di essere grandi e questo ci dà fiducia per il resto della stagione. Questo è un successo dell’intera squadra e ora per noi è tempo di festeggiare con tutto lo staff che ci ha aiutato a raggiungere questo risultato”.

La piemontese durante una sua gara (Instagram)

Chi è Elisa Longo Borghini

E’ nata a Verbania il 10 dicembre 1991, sotto il segno del Sagittario, ed è cresciuta a Ornavasso, dove vive. La sua passione per le due ruote e le competizioni affonda le radici in una famiglia di grandi sportivi, e anche suo fratello, Paolo Longhi Borghini, avrebbe scelto la via del ciclismo. La campionessa è figlia di Ferdinando Longo Borghini, allenatore di sci nordico, e di Guidina Dal Sasso, ex sciatrice di fondo con un passato in tre Olimpiadi e sei Mondiali. La mamma della ciclista su strada è stata anche vincitrice di un Mondiale e tre Europei di skiroll. Borghini ha conquistato la prestigiosa Parigi-Roubaix femminile e ha vinto anche due medaglie di bronzo alle Olimpiadi di Rio e di Tokyo, affermandosi come campionessa italiana di ciclismo tra le più brillanti.

 

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Un altro passo verso la parità di genere. Sì perché anche il ciclismo è sbarcato con le donne nei paesi del Golfo e sta già facendo la storia visto che al Saudi Tour maschile di qualche settimana per la prima volta una donna italiana, Fabiana Luperini, ha svolto il ruolo di ds di una squadra maschile. Adesso però è successo qualcosa di ancora più significativo: nella prima storica edizione del giro degli Emirati Arabi Uniti al femminile (gli uomini lo hanno già corso cinque volte), a cui hanno preso parte 20 squadre, il podio è stato monopolizzato da ragazze italiane, con il successo finale della piemontese Elisa Longo Borghini. 
La 31enne mentre festeggia la vittoria dell'UAE Tour (Instagram)

"Un'opportunità unica per le donne"

Un fatto a cui è stato dato ampio spazio dai media locali e come ha sottolineato la presidente del team, Melissa Moncada, è stata "un'opportunità unica per le donne degli Emirati di supportarci e vederci correre sulle strade del loro paese". A completare il podio la compagna di squadra di Elisa nella Trek Segafredo Gaia Realini, staccata di 7 secondi nella classifica finale e Silvia Persico. Sul palco, proprio accanto al podio finale e alle tre italiane ancora con gli shorts da gara, c'erano alcune miss in abbigliamento tradizionale, mentre ai piedi dello stesso palco, in tunica bianca d'ordinanza, hanno omaggiato le tre migliori della classifica generale il segretario generale del Consiglio dello Sport di Abu Dhabi, Aref Al Awani, e Amal Al-Afifi che negli Emirati si occupa di coordinare lo sport femminile. E non poteva mancare il commento della vincitrice che non è riuscita a trattenere tutta la propria soddisfazione: "Sono molto felice di questa vittoria all’UAE Tour. Sono anche fiera della mia squadra. Abbiamo mostrato di essere grandi e questo ci dà fiducia per il resto della stagione. Questo è un successo dell’intera squadra e ora per noi è tempo di festeggiare con tutto lo staff che ci ha aiutato a raggiungere questo risultato".
La piemontese durante una sua gara (Instagram)

Chi è Elisa Longo Borghini

E' nata a Verbania il 10 dicembre 1991, sotto il segno del Sagittario, ed è cresciuta a Ornavasso, dove vive. La sua passione per le due ruote e le competizioni affonda le radici in una famiglia di grandi sportivi, e anche suo fratello, Paolo Longhi Borghini, avrebbe scelto la via del ciclismo. La campionessa è figlia di Ferdinando Longo Borghini, allenatore di sci nordico, e di Guidina Dal Sasso, ex sciatrice di fondo con un passato in tre Olimpiadi e sei Mondiali. La mamma della ciclista su strada è stata anche vincitrice di un Mondiale e tre Europei di skiroll. Borghini ha conquistato la prestigiosa Parigi-Roubaix femminile e ha vinto anche due medaglie di bronzo alle Olimpiadi di Rio e di Tokyo, affermandosi come campionessa italiana di ciclismo tra le più brillanti.  
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