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Home » Sport » Un passo verso la normalità nello sport: due arbitri scozzesi fanno coming out

Un passo verso la normalità nello sport: due arbitri scozzesi fanno coming out

I due direttori di gara hanno deciso di dichiarare apertamente la loro omosessualità sperando di lanciare un messaggio di apertura positivo a tutti gli altri

Edoardo Martini
7 Giugno 2022
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Due arbitri scozzesi, Craig Napier e Lloyd Wilson, hanno deciso di fare coming out e hanno annunciato pubblicamente di essere gay. Il muro di omertà intorno a questo tema comincia a cadere, sotto i colpi della verità e della voglia di far sapere al mondo  chi si è veramente. La speranza è quella di non dover raccontare questo fatto ancora come una notizia che desta scalpore, ma che ben presto possa essere la normalità.

I due arbitri hanno fatto coming out con la speranza di rendere il cacio scozzese più inclusivo

I due arbitri: “È un bisogno che va oltre il calcio”

Napier è uno dei migliori arbitri del campionato locale, quest’anno gli sono state affidate molte partite tra le più difficili del torneo. In un video diffuso dal profilo Twitter della federcalcio scozzese ha spiegato: “Dobbiamo far cambiare la mentalità generale, per fare in modo che le persone si sentano libere di vivere la propria natura felicemente, che si sentano a loro agio nella propria pelle. È un bisogno che va oltre il calcio“.
Craig Napier sottolinea come sia fondamentale apportare cambiamenti positivi nel mondo dello sport: “Dobbiamo vedere il cambiamento di atteggiamento, in modo che le persone sentano di poter essere se stesse e di vivere felici e comodamente nella propria pelle”

Wilson, che invece dirige incontri delle leghe minori scozzesi, ha parlato al canale YouTube dell’associazione di assistenza psicologica Back Onside: “Ho deciso di parlare pubblicamente adesso perché è stato un viaggio terribile, diciassette anni vivendo una vita che non volevo, una bugia, comportandomi nel modo in cui gli altri volevano che io fossi, o almeno io credevo che lo volessero. Una situazione dettata anche dal mondo del calcio. Sento che fare questa intervista, che devo dire mi pietrifica, è assolutamente cruciale per i miei colleghi … che stanno combattendo questo stesso viaggio”.

L’arbitro Napier alle prese con la direzione di una partita

“La risposta è stata fantastica”: la solidarietà di tutto il mondo

“La risposta è stata fantastica, in tutto il mondo. Ho ricevuto messaggi di sostegno anche dalla Namibia e dal Tagikistan. In Scozia, il sostegno è stato schiacciante” aggiunge l’arbitro. “Di solito i direttori di gara vanno nel panico quando i tifosi si rivolgono loro sui social media, ma tutti i messaggi erano positivi. Sì, ci sono stati alcuni commenti negativi, ma nelle chat private sono state scritte solo cose positive. Sono stato contattato da giocatori e dirigenti di tutto il Paese. Le persone vogliono lavorare insieme per rendere il calcio uno spazio sicuro per tutti“.

La società è cambiata molto negli ultimi 10 anni. “Ricordo che ero un giovane arbitro e pensavo: ‘È meglio che non lo dica a nessuno, altrimenti non avrò la possibilità di andare avanti’ – continua Lloyd Wilson -. Avrei voluto farlo prima, ma ora penso che fosse il momento giusto per unirmi alle voci che già si fanno sentire. È molto importante in termini di esempio. Speriamo di arrivare a un punto in cui il coming out non sia più considerato una novità. Voglio che sia un processo organico. Pensate ai festeggiamenti di fine stagione quando i giocatori portano in campo le loro fidanzate, mogli e figli. Vorrei che le persone fossero a conoscenza dell’orientamento sessuale di un giocatore, in modo che i tifosi possano vedere i partner insieme sui social media”, conclude l’arbitro.

Cosa accadrebbe se un calciatore professionista dovesse fare coming out?

In Italia, a differenza di altri Paesi, l’omosessualità nel mondo sportivo rimane ancora un forte tabù, soprattutto nel calcio maschile simbolo per eccellenza della virilità e del machismo. È difficile infatti per un calciatore gay fare coming out: il rischio di diventare oggetto di discriminazioni, da parte della tifoseria e dei media, sarebbe troppo grande. Ci sono poi enormi interessi economici alla base del calcio-spettacolo moderno che inducono a coprire scandali, creare fidanzate o mogli di copertura e allontanare i calciatori che espongono apertamente la propria omosessualità.

Il calcio è uno sport virile dove la fisicità conta moltissimo. Cosa accadrebbe se un calciatore professionista facesse coming out? Sarebbe la fine della sua carriera da professionista. Nello sport professionistico, e in particolare nel calcio, girano troppi soldi. Vi pare possibile che qualcuno, magari un giocatore di una grande squadra che si è già costruito un nome, decidesse di perdere tutto rivelando al mondo le sue tendenze omosessuali? Meglio tacere e andare avanti senza problemi. Ed è proprio questo quello che sta accadendo.

Paura di veder finire una carriera che ti porta alla ricchezza, timore di subire insulti e magari essere aggrediti da parte dei tifosi che non gradirebbero vedere il loro idolo dichiararsi gay. Non soltanto verrebbero discriminati e, magari, messi fuori squadra per via del loro orientamento sessuale, ma rischierebbero sulla loro pelle.

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#lucenews #lucelanazione #mua #cina #bacistellari ellari
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  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Due arbitri scozzesi, Craig Napier e Lloyd Wilson, hanno deciso di fare coming out e hanno annunciato pubblicamente di essere gay. Il muro di omertà intorno a questo tema comincia a cadere, sotto i colpi della verità e della voglia di far sapere al mondo  chi si è veramente. La speranza è quella di non dover raccontare questo fatto ancora come una notizia che desta scalpore, ma che ben presto possa essere la normalità.
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I due arbitri: "È un bisogno che va oltre il calcio"

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L'arbitro Napier alle prese con la direzione di una partita

"La risposta è stata fantastica": la solidarietà di tutto il mondo

"La risposta è stata fantastica, in tutto il mondo. Ho ricevuto messaggi di sostegno anche dalla Namibia e dal Tagikistan. In Scozia, il sostegno è stato schiacciante" aggiunge l'arbitro. "Di solito i direttori di gara vanno nel panico quando i tifosi si rivolgono loro sui social media, ma tutti i messaggi erano positivi. Sì, ci sono stati alcuni commenti negativi, ma nelle chat private sono state scritte solo cose positive. Sono stato contattato da giocatori e dirigenti di tutto il Paese. Le persone vogliono lavorare insieme per rendere il calcio uno spazio sicuro per tutti". La società è cambiata molto negli ultimi 10 anni. "Ricordo che ero un giovane arbitro e pensavo: 'È meglio che non lo dica a nessuno, altrimenti non avrò la possibilità di andare avanti' - continua Lloyd Wilson -. Avrei voluto farlo prima, ma ora penso che fosse il momento giusto per unirmi alle voci che già si fanno sentire. È molto importante in termini di esempio. Speriamo di arrivare a un punto in cui il coming out non sia più considerato una novità. Voglio che sia un processo organico. Pensate ai festeggiamenti di fine stagione quando i giocatori portano in campo le loro fidanzate, mogli e figli. Vorrei che le persone fossero a conoscenza dell'orientamento sessuale di un giocatore, in modo che i tifosi possano vedere i partner insieme sui social media", conclude l'arbitro.

Cosa accadrebbe se un calciatore professionista dovesse fare coming out?

In Italia, a differenza di altri Paesi, l’omosessualità nel mondo sportivo rimane ancora un forte tabù, soprattutto nel calcio maschile simbolo per eccellenza della virilità e del machismo. È difficile infatti per un calciatore gay fare coming out: il rischio di diventare oggetto di discriminazioni, da parte della tifoseria e dei media, sarebbe troppo grande. Ci sono poi enormi interessi economici alla base del calcio-spettacolo moderno che inducono a coprire scandali, creare fidanzate o mogli di copertura e allontanare i calciatori che espongono apertamente la propria omosessualità. Il calcio è uno sport virile dove la fisicità conta moltissimo. Cosa accadrebbe se un calciatore professionista facesse coming out? Sarebbe la fine della sua carriera da professionista. Nello sport professionistico, e in particolare nel calcio, girano troppi soldi. Vi pare possibile che qualcuno, magari un giocatore di una grande squadra che si è già costruito un nome, decidesse di perdere tutto rivelando al mondo le sue tendenze omosessuali? Meglio tacere e andare avanti senza problemi. Ed è proprio questo quello che sta accadendo. Paura di veder finire una carriera che ti porta alla ricchezza, timore di subire insulti e magari essere aggrediti da parte dei tifosi che non gradirebbero vedere il loro idolo dichiararsi gay. Non soltanto verrebbero discriminati e, magari, messi fuori squadra per via del loro orientamento sessuale, ma rischierebbero sulla loro pelle.
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