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Home » Sport » Dakar 2023, Valentina Casella e Monica Buonamano con le scarpe rosse nel deserto

Dakar 2023, Valentina Casella e Monica Buonamano con le scarpe rosse nel deserto

Tra divertimento e lavoro di squadra, l'equipaggio femminile alla prima esperienza tra le dune ha conquistato un 19esimo posto finale

Edoardo Martini
21 Gennaio 2023
Valentina Casella e Monica Buonamano alla Dakar Classic

Valentina Casella e Monica Buonamano alla Dakar Classic

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Donne al volante pericolo costante. Ce ne è voluto di tempo ma finalmente anche questo tabù è stato sfatato. A farlo sono state Valentina Casella (autista) e Monica Buonamano (copilota), equipaggio interamente femminile, che alla terza edizione della Dakar Classic, competizione nel raid desertico dedicata ad auto e truck storici, si sono classificate 19esime, su Nissan Patfhander (per la scuderia comasca Tecnosport) dopo aver affrontato in maniera eccezionale le difficoltà e dopo aver vinto le prove speciali.

 

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Un post condiviso da Tecnosport Rally (@tecnosport_rally)

Divertimento e lavoro di squadra

Il duo femminile era alla prima partecipazione. Ma le dune non hanno intimidito le due ragazze che hanno affrontato la prova egregiamente. Ma vediamo nello specifico chi sono queste sportive. Casella ha ereditato la passione per la manifestazione da suo padre arrivando a quest’ultima al culmine della sua carriera dopo aver affrontato con successo una serie di gare di alto profilo sia in Europa che in Africa. Il curriculum di Buonamano, invece, è ancora più esteso. Ha vinto il titolo come co-driver e ha sperimentato corse nel deserto in ambienti ostici come Tunisia, Emirati Arabi Uniti ed Egitto insieme ad altre gare storiche in Europa. La Dakar le ha offerto la possibilità di fare un ulteriore salto di qualità grazie anche alle sue scarpe di coloro rosso per rappresentare la lotta contro la violenza sulle donne.

 

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Prima della partenza Casella mise in risalto un aspetto fondamentale da portare con se alla guida: il divertimento. “Quando corriamo è importante divertirsi, quindi iniziamo con calma e vediamo cosa ci aspetta. L’obiettivo è fare del nostro meglio, raggiungere il traguardo e poi guardare la classifica. Conosco bene questo tipo di terreno e mi sento pronta. Spero che il deserto sia umido, il che renderà la guida più facile”. Buonamano invece si è concentrata sul lavoro di squadra: “Ho gareggiato per diversi anni in gare storiche, ma ci sarà molto da imparare in questa Dakar. È sempre stato un sogno partecipare e faremo del nostro meglio. Il lavoro di squadra sarà la chiave per superare un evento così arduo.”

Divertimento e lavoro di squadra che sono andati perfettamente a braccetto vista la 19esima posizione finale il che ha reso entrambe le ragazze molto soddisfatte.

L’equipaggio tutto al femminile della Dakar 2023. Fonte: Tecnosport Rally

Come funziona la Dakar Classic 2023

La Dakar è una delle competizioni rally più famose al mondo, in cui i piloti devono affrontare sfide estreme come dune di sabbia, deserto e pietraie, dimostrando spirito di sopravvivenza, conoscenza della meccanica e capacità di navigazione. Nell’ultima edizione, svoltasi dal 31 dicembre 2022 al 15 gennaio 2023 nel deserto del Sahara, le tappe totali sono state 14, con una lunghezza complessiva di circa 9.000 km, 4 di questi classificati come speciali. Durante i 15 giorni di gara, c’è stato solo un giorno di riposo, il 9 gennaio. Per affrontare questa prova inoltre, è necessaria la tecnologia GPS ma soprattutto il road-book consegnato poco prima del via per sapersi orientare. Come si fa stabilire il vincitore? I concorrenti partono singolarmente a intervalli e il vincitore è chi realizza il miglior tempo, ottenendo anche un bonus in secondi per il giorno successivo. I tempi delle singole tappe vengono poi sommati per determinare la classifica finale. In totale all’edizione del 2023, ci sono stati 820 concorrenti, di cui 632 nella Dakar normale e 188 nella Dakar Classic.

 

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Dakar 2023, Valentina Casella e Monica Buonamano con le scarpe rosse nel deserto

21 Gennaio 2023

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  • Avete mai pensato a come fare quando siete in una foresta, in montagna o in una spiaggia solitaria, lontane da tutti, completamente immerse nella natura, ma avete il ciclo? 

🟪 A questa eventualità ha risposto una ragazza scozzese, che ha sviluppato un kit mestruale portatile da usare all’aperto quando non esistono i servizi igienici o non c’è accesso alle toilette. Erin Reid, 25 anni, ha concepito l’idea quando ha affrontato il cammino di 96 miglia (154 km) della West Highland Way da Milngavie, vicino a Glasgow, a Fort William. Ispirata dalle sue esperienze racconta: 

🗣“Ho avuto le mestruazioni per tutto il tempo ed è stata una vera seccatura Il mio obiettivo è quello di risolvere il problema e dare alle persone la possibilità di uscire all’aria aperta quando hanno le mestruazioni”. Secondo Erin, le donne che si trovano in luoghi isolati potrebbero correre il rischio di infezioni del tratto urinario, shock tossico o infertilità a causa della scarsa igiene, quando non c’è accesso a bagni, impianti per lavarsi le mani o luoghi per smaltire i prodotti sanitari usati.

La ragazza ha dichiarato che il suo kit è pensato per chi pratica l’escursionismo, il kayak e per il personale militare, ma ha spiegato che, grazie anche al design a forma di fiaschetta, potrebbe interessare persino il pubblico femminile dei festival all’aperto, preoccupati di utilizzare i bagni chimici. Il kit contiene: una coppetta mestruale riutilizzabile, salviette antibatteriche, che consentono di pulire la coppetta in viaggio e un semplice erogatore che può essere utilizzato anche senza avere le mani pulite, quindi in situazioni in cui non è possibile accedere a servizi igienici o all’acqua corrente. 

L’ex studentessa della Napier University, laureata in Design del Prodotto, spera ora di lanciare il prodotto nel 2024: appassionata escursionista e ciclista è ora alla ricerca di finanziamenti per portare sul mercato il suo kit per l’igiene mestruale LU Innovations. Che è stato sviluppato con il sostegno di Converge, società di supporto per le università e gli istituti di ricerca che lavorano su nuovi prototipi.

#lucenews #mestruazioni #kitmestruale #ciclomestruale #designdelprodotto
  • “Ho fatto un film artigianale, maldestramente ispirato a una lettera di Elsa Morante, e dedicato a tutte le ‘cattive ragazze’, che cattive non sono, e che lottano in tutto il mondo: dall’Iran all’Afghanistan, ma anche in Svezia e in Umbria”.

Il corto “Le Pupille” di Alice Rohrwcher ha ricevuto ieri, 24 gennaio, una nomination agli Oscar per il miglior Live Action Short. La cerimonia finale si terrà a Los Angeles il 12 marzo.

La reazione e la gioia delle piccole protagoniste, della troupe e della regista✨

#lucenews #lucelanazione #lepupille #oscar2023
  • C’è anche un film italiano in corsa per gli Oscar. 

È il cortometraggio "Le pupille" diretto da Alice Rohrwacher, regista quarantunenne nata in Toscana, cresciuta nella campagna umbra, regista "artigianale", autodidatta, i cui film hanno già ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. Le pupille è prodotto dal regista premio Oscar Alfonso Cuarón, ed è entrato nella cinquina delle pellicole in corsa per l’Oscar del Miglior cortometraggio.

"Dedico questa nomination alle “bambine cattive“, che cattive non sono affatto, e che sono in lotta ovunque nel mondo: in Iran, in Afghanistan, ma anche in Svezia e in Umbria. Mi auguro che, come nel mio cortometraggio, possano rompere la torta e condividerla fra loro". 

Si parla, infatti, nel film, di una torta. E di costrizioni, divieti, imposizioni, rigide regole da sovvertire. Il film prende spunto, dice la regista, da una lettera che nel dicembre 1971 la scrittrice Elsa Morante inviò all’amico giornalista e critico cinematografico Goffredo Fofi.

Nella lettera, la Morante racconta una storia avvenuta in un collegio di preti, negli anni del fascismo. Una decina di ragazzi si preparano al pranzo di Natale, scoprendo che a chiudere il pasto c’è un’enorme zuppa inglese. Ma il priore li invita a "fare un fioretto" a Gesù Bambino, rinunciando alla loro fetta di dolce. Qualcuno si ribellerà: un "bimbo cattivo". La lettera è pubblicata, col titolo di Pranzo di Natale, per le edizioni milanesi Henry Beyle, nel 2014.

Invitata da Cuarón a prendere parte a un progetto di corti per Disney+, Alice Rohrwacher ha scelto questa storia. Ma con un radicale cambiamento: ha trasformato i ragazzi in ragazzine, in "pupille", piccole orfane ospitate dalle suore. L’intransigente priora è interpretata dalla sorella della regista, Alba Rohrwacher. A portare la torta in convento è una eccentrica nobildonna che chiede – in cambio del dono – di pregare per l’uomo che la ha tradita e abbandonata.

È la prima volta, invece, che la regista riceve una nomination agli Oscar, e lo fa con una fiaba anarchica, un Canto di Natale "in rosa", rivoluzionario e al femminile.

L
  • Messaggi osceni, allusioni, avances in ufficio e ricatti sessuali. La forma più classica del sopruso in azienda, unita ai nuovi strumenti tecnologici nelle mani dei molestatori. Il movimento Me Too, nel 2017, squarciò il velo di silenzio sulle molestie sessuali subite dalle donne nel mondo del cinema e poi negli altri luoghi di lavoro. Cinque anni dopo, con in mezzo la pandemia che ha terremotato il mondo del lavoro, le donne continuano a subire abusi, che nella maggior parte dei casi restano nell’ombra.

«Sono pochissime le donne che denunciano – spiega Roberta Vaia, della segreteria milanese della Cisl – e nei casi più gravi preferiscono lasciare il lavoro. Il molestatore andrebbe allontanato dalla vittima ma nei contratti collettivi dei vari settori non è ancora prevista una sanzione disciplinare per chi si rende responsabile di molestie o di mobbing».

Un quadro sconfortante che emerge anche da una rilevazione realizzata dalla Cisl Lombardia, nel corso del 2022, su lavoratrici di diversi settori, attraverso un sondaggio distribuito in fabbriche, negozi e uffici della regione. Sono seimila le donne che hanno partecipato all’indagine, e il 44% ha dichiarato di aver subìto molestie o di «esserne stata testimone» nel corso della sua vita lavorativa.

A livello nazionale, secondo gli ultimi dati Istat, sono 1.404.000 le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Quando una donna subisce un ricatto sessuale, nell’80,9% dei casi non ne parla con nessuno sul posto di lavoro. Quasi nessuna ha denunciato il fatto alle forze dell’ordine: appena lo 0,7% delle vittime.

✍🏻di Andrea Gianni

#lucenews #istat #donne #molestie #lavoro #diritti
Donne al volante pericolo costante. Ce ne è voluto di tempo ma finalmente anche questo tabù è stato sfatato. A farlo sono state Valentina Casella (autista) e Monica Buonamano (copilota), equipaggio interamente femminile, che alla terza edizione della Dakar Classic, competizione nel raid desertico dedicata ad auto e truck storici, si sono classificate 19esime, su Nissan Patfhander (per la scuderia comasca Tecnosport) dopo aver affrontato in maniera eccezionale le difficoltà e dopo aver vinto le prove speciali.
 
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Divertimento e lavoro di squadra

Il duo femminile era alla prima partecipazione. Ma le dune non hanno intimidito le due ragazze che hanno affrontato la prova egregiamente. Ma vediamo nello specifico chi sono queste sportive. Casella ha ereditato la passione per la manifestazione da suo padre arrivando a quest'ultima al culmine della sua carriera dopo aver affrontato con successo una serie di gare di alto profilo sia in Europa che in Africa. Il curriculum di Buonamano, invece, è ancora più esteso. Ha vinto il titolo come co-driver e ha sperimentato corse nel deserto in ambienti ostici come Tunisia, Emirati Arabi Uniti ed Egitto insieme ad altre gare storiche in Europa. La Dakar le ha offerto la possibilità di fare un ulteriore salto di qualità grazie anche alle sue scarpe di coloro rosso per rappresentare la lotta contro la violenza sulle donne.
 
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  Prima della partenza Casella mise in risalto un aspetto fondamentale da portare con se alla guida: il divertimento. "Quando corriamo è importante divertirsi, quindi iniziamo con calma e vediamo cosa ci aspetta. L'obiettivo è fare del nostro meglio, raggiungere il traguardo e poi guardare la classifica. Conosco bene questo tipo di terreno e mi sento pronta. Spero che il deserto sia umido, il che renderà la guida più facile". Buonamano invece si è concentrata sul lavoro di squadra: "Ho gareggiato per diversi anni in gare storiche, ma ci sarà molto da imparare in questa Dakar. È sempre stato un sogno partecipare e faremo del nostro meglio. Il lavoro di squadra sarà la chiave per superare un evento così arduo." Divertimento e lavoro di squadra che sono andati perfettamente a braccetto vista la 19esima posizione finale il che ha reso entrambe le ragazze molto soddisfatte.
L'equipaggio tutto al femminile della Dakar 2023. Fonte: Tecnosport Rally

Come funziona la Dakar Classic 2023

La Dakar è una delle competizioni rally più famose al mondo, in cui i piloti devono affrontare sfide estreme come dune di sabbia, deserto e pietraie, dimostrando spirito di sopravvivenza, conoscenza della meccanica e capacità di navigazione. Nell'ultima edizione, svoltasi dal 31 dicembre 2022 al 15 gennaio 2023 nel deserto del Sahara, le tappe totali sono state 14, con una lunghezza complessiva di circa 9.000 km, 4 di questi classificati come speciali. Durante i 15 giorni di gara, c'è stato solo un giorno di riposo, il 9 gennaio. Per affrontare questa prova inoltre, è necessaria la tecnologia GPS ma soprattutto il road-book consegnato poco prima del via per sapersi orientare. Come si fa stabilire il vincitore? I concorrenti partono singolarmente a intervalli e il vincitore è chi realizza il miglior tempo, ottenendo anche un bonus in secondi per il giorno successivo. I tempi delle singole tappe vengono poi sommati per determinare la classifica finale. In totale all'edizione del 2023, ci sono stati 820 concorrenti, di cui 632 nella Dakar normale e 188 nella Dakar Classic.  
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