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Home » Sport » Elena Krawzow dalla vasca alla rivista: la nuotatrice paralimpica tedesca posa per Playboy

Elena Krawzow dalla vasca alla rivista: la nuotatrice paralimpica tedesca posa per Playboy

Ventotto anni, le resta meno del 3% della vista, è fuggita dalla povertà del suo villaggio in Kazakistan quando aveva 7 anni e da allora non ha smesso di rincorrere il sogno chiamato normalità

Marianna Grazi
29 Aprile 2022
elena_krawzow

Elena Krawzow, nuotatrice paralimpica tedesca e modella di Playboy

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Non può (quasi) vedere, ma i suoi successi e la sua bellezza sono sotto gli occhi di tutti. Elena Krawzow, 28 anni, è una nuotatrice paralimpica tedesca ipovedente, specializzata nella rana e nello stile libero. Ma oltre che in vasca è stata protagonista anche di alcuni scatti per la rivista Playboy tedesca, passando dal costume da gara all’intimo hot, ma incantando il pubblico come se stesse vincendo la gara più importante della sua vita. Cosa che, in effetti, ha già fatto. A raccontare la sua straordinaria storia è la Bbc, che ripercorre la vita della giovane Krawzow dagli inizi, quando era appena una bambina affamata in un Paese ex sovietico, al successo in piscina e in passerella.

Elena Semechin Krawzow
Elena Krawzow, 28 anni, è una nuotatrice ipovedente tedesca, campionessa olimpica e mondiale, che è apparsa sulla copertina di Playboy Germania

Chi è Elena Krawzow

La campionessa 28enne è nata a Mergen, un piccolo villaggio in Kazakistan, spiega la Bbc. Era il 1993, il suo paese era diventato indipendente da poco più di 2 anni, ma la separazione da una frammentata Unione Sovietica aveva lasciato molte ferite aperte. Le fattorie di Mergen erano a corto di semi e di clienti. Il lavoro per la famiglia Krawzow era scarso, i soldi erano pochi. C’erano giorni in cui Elena e i suoi fratelli andavano avanti solo con tè e pane. Quando la bambina aveva sette anni, i suoi insegnanti iniziarono a notare che aveva molte difficoltà nel leggere i libri, che teneva incollati al naso, e le scritte sulla lavagna.
La volontà della famiglia di andarsene si fede quindi più urgente: avevano bisogno di trovare un posto dove curare e educare la loro piccola.
Si trasferirono quindi in Russia, dove alla bimba fu diagnosticata la degenerazione maculare. Krawzow fu mandata in un collegio per bambini disabili, dove le violenze – tra alunni ma anche da parte degli insegnanti – erano all’ordine del giorno. Quando Elena aveva ormai 11 anni, i genitori riuscirono a trasferire nuovamente la famiglia, questa volta in Germania. “Non è stato facile cambiare paese – ricorda ai microfoni della Bbc –. Vengo da un villaggio molto piccolo e dallo stile di vita europeo, ma la Germania era completamente nuova per me. Mi sentivo come un’aliena. Ma è stata la scelta migliore dei miei genitori – aggiunge Elena –. Sono molto felice di vivere in Germania, perché molte persone qui hanno contribuito alla mia realizzazione”. Uno di questi è stato Michael Heuer, un istruttore sportivo, il primo a capire che per Krawzow – un pesce fuor d’acqua in un Paese sconosciuto – il nuoto poteva essere uno sfogo.

elena_krawzow_tokyo
Elena ha iniziato a nuotare quando si è trasferita con la famiglia in Germania, quando aveva 11 anni

Il successo in piscina

Così Elena Krawzow ha iniziato a nuotare: durante la settimana si allenava da sola, contando le bracciate e le lunghezze. Nei fine settimana, invece, preferiva ballare al ritmo dei club techno di Berlino. Ma il suo talento e la tenacia non sono venuti meno nonostante queste distrazioni mondane e legittime per qualsiasi ragazza della sua età. Nel 2012 ha partecipato infatti alla sua prima Paralimpiade, a Londra, portando a casa l’argento per la Germania a soli 18 anni. Un anno dopo ha vinto il suo primo titolo mondiale e nel 2016 ha stabilito un record mondiale nella sua gara preferita, i 100 metri rana. A Tokyo, la scorsa estate, è salita sul gradino più alto del podio in questa disciplina, categoria SB13.
Questi successi, oltre a regalarle notorietà nel panorama sportivo, le hanno dato l’opportunità di fare un ulteriore passo avanti.”Prima ero già un po’ conosciuta perché sono una campionessa del mondo e avevo dei record mondiali e tutte queste cose – spiega infatti la 28enne –. Ma è stato molto importante che Playboy mi abbia chiesto di fare il servizio fotografico“. “Sono la prima persona disabile ad apparire in copertina. Ed è stato un modo per mostrare agli altri ragazzi nel mondo che le persone con un disabilità sono uguali a quelle senza disabilità”.

elena_krawzow
Krawzow è stata argento ai Giochi di Londra 2012 e oro a Tokyo 2020 nei 100m rana Sb13

Dalla vasca alla passerella

Quando si tuffa dal blocco c’è un attimo di assoluto silenzio, prima che le sue mani infrangano la superficie dell’acqua e il boato del pubblico, dei compagni di squadra e degli allenatori riprenda vigore. “Non so niente di quello che succede intorno a me in quei secondi – racconta Krawzow alla Bbc –. Questo è in parte dovuto alla mia disabilità, ma anche alla mia concentrazione. Conto le bracciate per orientarmi. In questo modo so quando davanti a me ci sarà il muro e dovrò fare la virata”. “Non riesco a capire cosa sta succedendo nella corsia tre, cinque o altrove – aggiunge –. Mi preoccupo solo di me stessa, della mia tecnica, della mia gara”. Elena Krawzow è ipovedente, le rimane solo il 3% della vista. Non può vedere i suoi rivali, le onde in piscina, la reazione.
Così come non può vedere il fotografo che la sta immortalando per la rivista Playboy. Ma può sentire il clic dell’otturatore, le istruzioni e l’incoraggiamento. Non in vasca, ma su una passerella, in spiaggia, con i piedi in acqua e il sole caldo che le bacia la pelle, con indosso solo gli slip bianchi di bikini e mentre – come se le venisse perfettamente naturale – si passa le mani tra i capelli e gira la testa seguendo la voce del fotografo. Bellissima e sexy come una modella professionista.

elena_krawzow_playboy
Elena Krawzow posa per Playboy Germania

“Noi persone con disabilità siamo come tutti gli altri”

Prima dello shooting della nuotatrice tedesca, nell’autunno del 2020, anche altri atleti paralimpici si sono prestati a servizi fotografici: il velocista britannico Jonnie Peacock ha posato senza maglietta per Attitude nel 2013, mentre l’americana Sarah Reinertsen – come Peacock le è stata amputata una gamba – è apparsa nuda in ESPN’s Body Issue nel 2009. Ma la copertina del Playboy tedesco in cui posa Krawzow, smaccatamente erotica, ha suscitato maggiore scalpore.
La rivista ha infatti sollevando qualche perplessità e molti interrogativi. Come vediamo i paralimpici? Siamo a nostro agio nel vederne qualcuno così spesso? Che dire di un atleta su una sedia a rotelle? O con una paralisi cerebrale?
“Volevo mostrare che le persone con una disabilità sono uguali a quelle senza disabilità – afferma Elena nell’intervista al sito britannico –. Vogliamo la stessa possibilità di vivere, di amare noi stessi indipendentemente dalla disabilità. In Germania una parte della popolazione è molto schiva e ansiosa nei confronti delle persone con disabilità. Non so perché. Non siamo pericolosi – prosegue –. Siamo persone normali. Questa era la mia sfida: mostrare che siamo completamente normali e che possono anche parlarci come persone normali. Un sacco di donne e altre persone mi hanno scritto su Instagram per ringraziarmi e per dirmi che le foto le hanno motivate e le hanno fatte sentire meglio. È stato così bello sentirlo”.

Elena Krawzow per playboy
Non tutti hanno accettato di buon grado la scelta di Elena Krawzow di posare per Playboy. Anche i suoi genitori sono stati critici

Le critiche

Non tutti sono stati entusiasti del servizio fotografico. Alcuni paralimpici hanno a lungo criticato il loro ingaggio come stelle di “inspiration porn”, ossia la rappresentazione di persone con disabilità come fonte di ispirazione per le persone normodotate, sulla base delle loro circostanze di vita. Anche per i genitori di Elena, che sono tornati nella zona rurale del Kazakistan, è stato difficile accettarlo: hanno trovato il divario culturale e generazionale troppo ampio. Suo padre non ne voleva parlare, ma ben presto è tornato a suo agio nel trattare argomenti più familiari: meno di un anno dopo il servizio di Playboy, infatti, la figlia era di nuovo in un costume (intero, da gara questa volta), di nuovo in piscina, di nuovo a caccia di medaglie.
Alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 la tedesca ha toccato per prima nei suoi amati 100 rana: “Quando ho capito che avevo vinto ho provato un’emozione fortissima. Dietro questa medaglia c’erano molto lavoro e sacrifici, quindi ero la ragazza più felice del mondo”.

Nuove sfide

Elena Krawzow
A Elena Krawzow dopo le Paralimpiadi di Tokyo 2020 è stato diagnosticato un tumore maligno al cervello, ma lei non si arrende e continua ad allenarsi per la prossima sfida

Dopo i Giochi Krawzow ha viaggiato, festeggiato il successo e si è fidanzata con il suo ragazzo. La vita era bella, ma i suoi mal di testa si erano fatti più forti. Li aveva sentiti a Tokyo, attribuendoli al jet-leg, al nuovo ambiente, all’accumulo di tensione. Ma non riuscita a capire perché fossero continuati durante la vacanza a Parigi successiva. Per questo ha deciso di sottoporsi a una risonanza magnetica, lo stesso pomeriggio nel quale lei e il suo fidanzato Phillip avevano scelto le fedi per le future nozze. Ma non si aspettava certo di vedere in quelle immagini un tumore maligno al cervello. “Ero stata così felice e poi, nel secondo successivo alla diagnosi, mi sono sentita completamente distrutta” afferma la 28enne. “Tutti i miei buoni propositi erano spariti”.
A quella visita è seguita un’operazione, la chemioterapia e la radioterapia, a cui si sottopone ancora. Nel frattempo la campionessa si allena, gareggia, ma soprattutto è risoluta nel suo approccio allo sport e alla vita: ignorare il rumore, concentrarsi sulla propria gara. Il prossimo appuntamento che l’aspetta sono i Mondiali di giugno in Portogallo. E Parigi 2024 è dietro l’angolo. “Una delle mie prime domande che ho fatto dopo la mia operazione al cervello è stata quando sarei potuta tornare ad allenarmi”, ammette alla Bbc.”Penso che questa sia una delle cose più importanti nella vita: avere degli obiettivi, piuttosto che stare a casa pensando a tutte le cose orribili”, conclude. Invece Elena continua a inseguire i suoi sogni e a sfidare i nostri vecchi pregiudizi.

 

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Di Edoardo Martini ✍

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  • Il suo desiderio, più che legittimo, è semplicemente quello di partecipare al Jova Beach party di Viareggio, a settembre, insieme ai suoi amici. Eppure Enrico, classe 1965, padre di due meravigliosi figli adottivi e costretto su una sedia a rotelle dal 1988, non è riuscito a fare quello che tutto il resto della sua comitiva ha fatto con pochi semplici click sul sito di Ticketone: acquistare il suo biglietto. 

“Per noi disabili cose come questa sarebbero troppo semplici. Forse non tutti sanno che la realtà è che, se una persona nelle mie condizioni desidera partecipare a un qualsiasi evento, solitamente gli viene richiesto di individuare per conto proprio gli organizzatori, cercare sul rispettivo sito le indicazioni sulla modalità di richiesta dei biglietti (che variano da organizzatore ad organizzatore) e in fine allegare alla domanda di partecipazione il certificato di invalidità e un documento d’identità. Mai ci è permesso di usare le piattaforme online ad acquisto diretto come Ticketone.

Mi sono sentito ulteriormente discriminato: oltre ai miei limiti fisici mi sono dovuto scontrare con ulteriori ostacoli rappresentati da procedure imposte da persone che non hanno la minima idea di cosa significhi la parola ‘inclusione‘. E quello che più mi ha sorpreso è che questi limiti siano arrivati in abbinamento ad un evento di Jovanotti, che ritengo un paladino dell’inclusione. Mi chiedo se lui sia a conoscenza di tutto questo e cosa ne pensi in tal caso”.

Il racconto di Enrico nell’intervista a cura di Caterina Ceccuti ✍

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  • “Per cantare ho affrontato un lungo percorso di logopedia, ma voglio fare della musica un posto più inclusivo. 

Mi chiamo Francesco, in arte Brazzo, sono sordo e nella vita faccio rap”. In una frase, lo specchio di una vita in salita. La fatica di imparare a cantare senza poter ascoltare nulla se non “le vibrazioni delle casse”, gli anni della logopedia e la voglia di mettere in versi la realtà, le battaglie per il riconoscimento della propria comunità e la denuncia sociale.

Brazzo nasce a Taranto in una famiglia di sordi da tre generazioni e si trasferisce a Milano nel 2008.

“Già da bambino desideravo cantare solo che mi sentivo imbarazzato per il fatto che un sordo potesse cantare. Ho iniziato a parlare a cinque anni, all’inizio non parlavo molto bene e ho affrontato un lungo percorso di logopedia. Poi a trent’anni avevo questo desiderio lasciato nel cassetto e ho deciso di lanciarmi”.

Quando rappa – e rappa bene – lo fa anche attraverso la lingua dei segni. Nel 2020 ha partecipato a Italia
Non può (quasi) vedere, ma i suoi successi e la sua bellezza sono sotto gli occhi di tutti. Elena Krawzow, 28 anni, è una nuotatrice paralimpica tedesca ipovedente, specializzata nella rana e nello stile libero. Ma oltre che in vasca è stata protagonista anche di alcuni scatti per la rivista Playboy tedesca, passando dal costume da gara all'intimo hot, ma incantando il pubblico come se stesse vincendo la gara più importante della sua vita. Cosa che, in effetti, ha già fatto. A raccontare la sua straordinaria storia è la Bbc, che ripercorre la vita della giovane Krawzow dagli inizi, quando era appena una bambina affamata in un Paese ex sovietico, al successo in piscina e in passerella.
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Elena Krawzow, 28 anni, è una nuotatrice ipovedente tedesca, campionessa olimpica e mondiale, che è apparsa sulla copertina di Playboy Germania

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Elena ha iniziato a nuotare quando si è trasferita con la famiglia in Germania, quando aveva 11 anni

Il successo in piscina

Così Elena Krawzow ha iniziato a nuotare: durante la settimana si allenava da sola, contando le bracciate e le lunghezze. Nei fine settimana, invece, preferiva ballare al ritmo dei club techno di Berlino. Ma il suo talento e la tenacia non sono venuti meno nonostante queste distrazioni mondane e legittime per qualsiasi ragazza della sua età. Nel 2012 ha partecipato infatti alla sua prima Paralimpiade, a Londra, portando a casa l'argento per la Germania a soli 18 anni. Un anno dopo ha vinto il suo primo titolo mondiale e nel 2016 ha stabilito un record mondiale nella sua gara preferita, i 100 metri rana. A Tokyo, la scorsa estate, è salita sul gradino più alto del podio in questa disciplina, categoria SB13. Questi successi, oltre a regalarle notorietà nel panorama sportivo, le hanno dato l'opportunità di fare un ulteriore passo avanti."Prima ero già un po' conosciuta perché sono una campionessa del mondo e avevo dei record mondiali e tutte queste cose – spiega infatti la 28enne –. Ma è stato molto importante che Playboy mi abbia chiesto di fare il servizio fotografico". "Sono la prima persona disabile ad apparire in copertina. Ed è stato un modo per mostrare agli altri ragazzi nel mondo che le persone con un disabilità sono uguali a quelle senza disabilità".
elena_krawzow
Krawzow è stata argento ai Giochi di Londra 2012 e oro a Tokyo 2020 nei 100m rana Sb13

Dalla vasca alla passerella

Quando si tuffa dal blocco c'è un attimo di assoluto silenzio, prima che le sue mani infrangano la superficie dell'acqua e il boato del pubblico, dei compagni di squadra e degli allenatori riprenda vigore. "Non so niente di quello che succede intorno a me in quei secondi – racconta Krawzow alla Bbc –. Questo è in parte dovuto alla mia disabilità, ma anche alla mia concentrazione. Conto le bracciate per orientarmi. In questo modo so quando davanti a me ci sarà il muro e dovrò fare la virata". "Non riesco a capire cosa sta succedendo nella corsia tre, cinque o altrove – aggiunge –. Mi preoccupo solo di me stessa, della mia tecnica, della mia gara". Elena Krawzow è ipovedente, le rimane solo il 3% della vista. Non può vedere i suoi rivali, le onde in piscina, la reazione. Così come non può vedere il fotografo che la sta immortalando per la rivista Playboy. Ma può sentire il clic dell'otturatore, le istruzioni e l'incoraggiamento. Non in vasca, ma su una passerella, in spiaggia, con i piedi in acqua e il sole caldo che le bacia la pelle, con indosso solo gli slip bianchi di bikini e mentre – come se le venisse perfettamente naturale – si passa le mani tra i capelli e gira la testa seguendo la voce del fotografo. Bellissima e sexy come una modella professionista.
elena_krawzow_playboy
Elena Krawzow posa per Playboy Germania

"Noi persone con disabilità siamo come tutti gli altri"

Prima dello shooting della nuotatrice tedesca, nell'autunno del 2020, anche altri atleti paralimpici si sono prestati a servizi fotografici: il velocista britannico Jonnie Peacock ha posato senza maglietta per Attitude nel 2013, mentre l'americana Sarah Reinertsen - come Peacock le è stata amputata una gamba - è apparsa nuda in ESPN's Body Issue nel 2009. Ma la copertina del Playboy tedesco in cui posa Krawzow, smaccatamente erotica, ha suscitato maggiore scalpore. La rivista ha infatti sollevando qualche perplessità e molti interrogativi. Come vediamo i paralimpici? Siamo a nostro agio nel vederne qualcuno così spesso? Che dire di un atleta su una sedia a rotelle? O con una paralisi cerebrale? "Volevo mostrare che le persone con una disabilità sono uguali a quelle senza disabilità – afferma Elena nell'intervista al sito britannico –. Vogliamo la stessa possibilità di vivere, di amare noi stessi indipendentemente dalla disabilità. In Germania una parte della popolazione è molto schiva e ansiosa nei confronti delle persone con disabilità. Non so perché. Non siamo pericolosi – prosegue –. Siamo persone normali. Questa era la mia sfida: mostrare che siamo completamente normali e che possono anche parlarci come persone normali. Un sacco di donne e altre persone mi hanno scritto su Instagram per ringraziarmi e per dirmi che le foto le hanno motivate e le hanno fatte sentire meglio. È stato così bello sentirlo".
Elena Krawzow per playboy
Non tutti hanno accettato di buon grado la scelta di Elena Krawzow di posare per Playboy. Anche i suoi genitori sono stati critici

Le critiche

Non tutti sono stati entusiasti del servizio fotografico. Alcuni paralimpici hanno a lungo criticato il loro ingaggio come stelle di "inspiration porn", ossia la rappresentazione di persone con disabilità come fonte di ispirazione per le persone normodotate, sulla base delle loro circostanze di vita. Anche per i genitori di Elena, che sono tornati nella zona rurale del Kazakistan, è stato difficile accettarlo: hanno trovato il divario culturale e generazionale troppo ampio. Suo padre non ne voleva parlare, ma ben presto è tornato a suo agio nel trattare argomenti più familiari: meno di un anno dopo il servizio di Playboy, infatti, la figlia era di nuovo in un costume (intero, da gara questa volta), di nuovo in piscina, di nuovo a caccia di medaglie. Alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 la tedesca ha toccato per prima nei suoi amati 100 rana: "Quando ho capito che avevo vinto ho provato un'emozione fortissima. Dietro questa medaglia c'erano molto lavoro e sacrifici, quindi ero la ragazza più felice del mondo".

Nuove sfide

Elena Krawzow
A Elena Krawzow dopo le Paralimpiadi di Tokyo 2020 è stato diagnosticato un tumore maligno al cervello, ma lei non si arrende e continua ad allenarsi per la prossima sfida
Dopo i Giochi Krawzow ha viaggiato, festeggiato il successo e si è fidanzata con il suo ragazzo. La vita era bella, ma i suoi mal di testa si erano fatti più forti. Li aveva sentiti a Tokyo, attribuendoli al jet-leg, al nuovo ambiente, all'accumulo di tensione. Ma non riuscita a capire perché fossero continuati durante la vacanza a Parigi successiva. Per questo ha deciso di sottoporsi a una risonanza magnetica, lo stesso pomeriggio nel quale lei e il suo fidanzato Phillip avevano scelto le fedi per le future nozze. Ma non si aspettava certo di vedere in quelle immagini un tumore maligno al cervello. "Ero stata così felice e poi, nel secondo successivo alla diagnosi, mi sono sentita completamente distrutta" afferma la 28enne. "Tutti i miei buoni propositi erano spariti". A quella visita è seguita un'operazione, la chemioterapia e la radioterapia, a cui si sottopone ancora. Nel frattempo la campionessa si allena, gareggia, ma soprattutto è risoluta nel suo approccio allo sport e alla vita: ignorare il rumore, concentrarsi sulla propria gara. Il prossimo appuntamento che l'aspetta sono i Mondiali di giugno in Portogallo. E Parigi 2024 è dietro l'angolo. "Una delle mie prime domande che ho fatto dopo la mia operazione al cervello è stata quando sarei potuta tornare ad allenarmi", ammette alla Bbc."Penso che questa sia una delle cose più importanti nella vita: avere degli obiettivi, piuttosto che stare a casa pensando a tutte le cose orribili", conclude. Invece Elena continua a inseguire i suoi sogni e a sfidare i nostri vecchi pregiudizi.  
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