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Home » Sport » La scalata di Elnaz Rekabi, l’atleta iraniana che sfida il regime gareggiando senza velo

La scalata di Elnaz Rekabi, l’atleta iraniana che sfida il regime gareggiando senza velo

Le proteste contro l'obbligo del velo imposto dalla Repubblica Islamica non si fermano più. Questa volta a protestare contro il governo è stata un'atleta

Edoardo Martini
17 Ottobre 2022
L'atleta che ha sfidato il regime iraniano, Elnaz Rekabi

L'atleta che ha sfidato il regime iraniano, Elnaz Rekabi

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lnaz Rekabi ha sfidato il regime. È un’atleta, le sfide non la spaventano, anche quando sono fuori dal campo di gara. E in un impavido gesto, ispirato dalle proteste che centinaia di donne portano avanti da ormai un mese nel suo Paese, per ottenere maggiori diritti, ha gareggiato senza hijab ai campionati asiatici della Federazione internazionale dell’arrampicata sportiva (Ifsc).

In a historic move, Iranian athlete Elnaz Rekabi who represented Iran at the Asian Climbing Competitions finals in Seoul, competed without hijab, disobeying the Islamic Republic’s restrictions for female athletes. pic.twitter.com/KvxE5NoQLi

— Iran International English (@IranIntl_En) October 16, 2022


Stretti in una coda di cavallo, i capelli ben in mostra, non coperti dal velo. Una palese e volontaria infrazione della legge della Repubblica islamica, che impone alle sue atlete di indossarlo sempre, rendendolo di fatto obbligatorio anche all’estero. Le immagini della scalatrice Rekabi con solo una fascia in testa in una competizione ufficiale, mentre si arrampica sulla parete durante la gara a Seul, in Corea del Sud, sono diventate immediatamente virali suo social in farsi. La campionessa, bronzo ai Mondiali di Mosca nel 2021, si è piazzata in questa occasione al nono posto.

Un frammento del video durante la scalata di Elnaz Rekabi. Fonte: Il Corriere della Sera

Il gesto storico che ha sfidato il regime

Il gesto di Rekabi è stato definito come storico dall’emittente televisiva vicina all’opposizione “Iran International”, che ha sede a Londra. Una manifestazione di dissenso – l’ennesima – che arriva mentre in Iran proseguono da oltre cinque settimane le proteste per la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda deceduta il 16 settembre, dopo essere stata arrestata dalla polizia per non aver indossato il velo in modo corretto.
Così dopo il cantante Shervin Hajipou e la dissente senza velo Donya Rad si aggiunge alla protesta contro l’Iran anche Elnaz. La scalatrice con la sua coda lunga e la fascia sui capelli ha deciso di arrampicarsi sulla parete durante la gara a Seul mentre le immagini della sua gara sono diventate subito virali sui social. Al momento non sono stati presi provvedimenti contro l’atleta ma secondo l’organizzazione non governativa, Iran Human Rights, i dati sui morti non sono confortanti. Si parla di almeno 201 persone uccise, inclusi 23 minori, nella repressione delle dimostrazioni.

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Instagram

  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
lnaz Rekabi ha sfidato il regime. È un'atleta, le sfide non la spaventano, anche quando sono fuori dal campo di gara. E in un impavido gesto, ispirato dalle proteste che centinaia di donne portano avanti da ormai un mese nel suo Paese, per ottenere maggiori diritti, ha gareggiato senza hijab ai campionati asiatici della Federazione internazionale dell'arrampicata sportiva (Ifsc).

In a historic move, Iranian athlete Elnaz Rekabi who represented Iran at the Asian Climbing Competitions finals in Seoul, competed without hijab, disobeying the Islamic Republic's restrictions for female athletes. pic.twitter.com/KvxE5NoQLi

— Iran International English (@IranIntl_En) October 16, 2022
Stretti in una coda di cavallo, i capelli ben in mostra, non coperti dal velo. Una palese e volontaria infrazione della legge della Repubblica islamica, che impone alle sue atlete di indossarlo sempre, rendendolo di fatto obbligatorio anche all'estero. Le immagini della scalatrice Rekabi con solo una fascia in testa in una competizione ufficiale, mentre si arrampica sulla parete durante la gara a Seul, in Corea del Sud, sono diventate immediatamente virali suo social in farsi. La campionessa, bronzo ai Mondiali di Mosca nel 2021, si è piazzata in questa occasione al nono posto.
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