lnaz Rekabi ha sfidato il regime. È un’atleta, le sfide non la spaventano, anche quando sono fuori dal campo di gara. E in un impavido gesto, ispirato dalle proteste che centinaia di donne portano avanti da ormai un mese nel suo Paese, per ottenere maggiori diritti, ha gareggiato senza hijab ai campionati asiatici della Federazione internazionale dell’arrampicata sportiva (Ifsc).
In a historic move, Iranian athlete Elnaz Rekabi who represented Iran at the Asian Climbing Competitions finals in Seoul, competed without hijab, disobeying the Islamic Republic’s restrictions for female athletes. pic.twitter.com/KvxE5NoQLi
— Iran International English (@IranIntl_En) October 16, 2022
Stretti in una coda di cavallo, i capelli ben in mostra, non coperti dal velo. Una palese e volontaria infrazione della legge della Repubblica islamica, che impone alle sue atlete di indossarlo sempre, rendendolo di fatto obbligatorio anche all’estero. Le immagini della scalatrice Rekabi con solo una fascia in testa in una competizione ufficiale, mentre si arrampica sulla parete durante la gara a Seul, in Corea del Sud, sono diventate immediatamente virali suo social in farsi. La campionessa, bronzo ai Mondiali di Mosca nel 2021, si è piazzata in questa occasione al nono posto.
Il gesto storico che ha sfidato il regime
Il gesto di Rekabi è stato definito come storico dall’emittente televisiva vicina all’opposizione “Iran International”, che ha sede a Londra. Una manifestazione di dissenso – l’ennesima – che arriva mentre in Iran proseguono da oltre cinque settimane le proteste per la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda deceduta il 16 settembre, dopo essere stata arrestata dalla polizia per non aver indossato il velo in modo corretto.
Così dopo il cantante Shervin Hajipou e la dissente senza velo Donya Rad si aggiunge alla protesta contro l’Iran anche Elnaz. La scalatrice con la sua coda lunga e la fascia sui capelli ha deciso di arrampicarsi sulla parete durante la gara a Seul mentre le immagini della sua gara sono diventate subito virali sui social. Al momento non sono stati presi provvedimenti contro l’atleta ma secondo l’organizzazione non governativa, Iran Human Rights, i dati sui morti non sono confortanti. Si parla di almeno 201 persone uccise, inclusi 23 minori, nella repressione delle dimostrazioni.