Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Sport » L’estate 2022 si tinge di arcobaleno: gli sportivi a sostegno della comunità LGBTQ+

L’estate 2022 si tinge di arcobaleno: gli sportivi a sostegno della comunità LGBTQ+

Dalla pallavolo al calcio alle classiche t-shirt lanciate dalla Juventus: tutti gli sport in questa estate si sono uniti a sostengo della comunità arcobaleno

Edoardo Martini
16 Luglio 2022
Sara Gama nazionale calcio

Sara Gama, capitana della nazionale di calcio femminile, con la fascia arcobaleno e la scritta "Respect"

Share on FacebookShare on Twitter

Un’estate arcobaleno. Possiamo riassumerla così con lo sport che sventola bandiere arcobaleno. Lo ha già fatto negli anni scorsi, ma in quest’estate ancora di più con cause da difendere e colori da mostrare con orgoglio e tenacia.

La maglietta arcobaleno con la quale la nazionale femminile di pallavolo ha affrontato la Cina

Gli esempi a sostengo della comunità arcobaleno

La nazionale italiana femminile di pallavolo, nei giorni scorsi, ha fronteggiato la Cina nei quarti di finale scendendo in campo con una maglia speciale. Paola Egonu e compagne hanno indossato la maglietta con il logo della DHL (sponsor delle Nazionali) di color arcobaleno. L’obiettivo era quello di lanciare un messaggio d’inclusione forte e deciso, per un mondo senza barriere, né fisiche, né mentali, per andare oltre ogni diversità, affinché le nuove generazioni possano vivere in un mondo più sostenibile.

Qualche settimana fa invece, una notte di violenza si è consumata a Oslo, dove un cittadino norvegese (di origine iraniana e probabilmente con idee vicine a quelle jihadiste) ha compiuto un attentato nel quale sono state uccise due persone mentre altre dieci sono rimaste gravemente ferite: di mira, la comunità gay cittadina, alla vigilia di una importante manifestazione legata al Gay Pride.

La nazionale femminile norvegese non è rimasta indifferente al fatto, e capitan Ada Hegerberg, nella gara vinta contro la Nuova Zelanda, ha esultato sollevando al cielo la sua fascia arcobaleno in onore delle vittime dell’attentato di Oslo.

Ada hegerberg mentre solleva la fascia arcobaleno in onore delle vittime di Oslo

Anche la società Juventus ha colorato quest’estate di arcobaleno. Questo il messaggio della società: “La Juventus lancia questo progetto che mira a delle azioni concrete e a far sì che la diversità e l’inclusione diventino gli strumenti capaci di ispirare il cambiamento. Il logo, espressione universale dell’essenza di Juventus, si tinge con i colori dell’arcobaleno, dando vita a una nuova serie di prodotti caratterizzata dalla t-shirt More Colorful Together e da tre patches con il logo Juventus in un’inedita veste grafica. Queste ultime sono applicabili negli store sulla maglia gara, sulla t-shirt o sulla maglia More Colorful Together. Ed è proprio indossando e abbinando le esclusive patches che ognuno di noi può esprimere la propria identità, unicità e celebrare insieme il Pride. Questa iniziativa diventa l’occasione ideale per sostenere progetti a impatto sociale per la comunità LGBTQIA+“.

A seguire la Juventus spiega cosa farà per supportare il Rainbow Social Fund, il fondo istituito da Milano Pride che si impegna nel creare una società più accogliente, inclusiva e rispettosa dei diritti di tutti e che ha l’obiettivo di aiutare chi vive situazioni di marginalità dentro e fuori la comunità LGBTQIA+: “Nel mese del Pride per ogni t-shirt More Colorful Together acquistata, la Juve raddoppierà l’importo a supporto del Rainbow Social Fund, perché è attraverso la solidarietà che passa l’affermazione dei diritti”.

La maglia arcobaleno lanciata dalla Juventus

“Ci sono questioni che vanno sostenute”: il precedente di Manuel Neuer

Se quest’anno l’estate si è colorata perfettamente di arcobaleno, è giusto portare alla luce il messaggio che il portiere della nazionale tedesca, Manuel Neuer, lanciò un anno fa durante gli europei. “È un segnale importante, che ha trovato il sostegno del pubblico. In passato la nazionale non prendeva troppe posizioni politiche, o comunque venivano dati degli indirizzi generali. Oggi, invece, anche grazie ai social, ogni singolo ha maggiore influenza. Come nazionale vogliamo dire che oltre il calcio ci sono questioni che vanno sostenute, siamo degli esempi per i giovani. Siamo solidali con loro. In Bundesliga non abbiamo questo tipo di manifestazione ma è un argomento di discussione. Noi siamo per il rispetto, l’inclusione, l’apertura e siamo contro ogni forma di violenza, razzismo e discriminazione. Siamo per la difesa dei diritti umani ed è per questo motivo che continuerò a indossare la fascia arcobaleno.”

Potrebbe interessarti anche

Milena Quaglini, la donna che ha ucciso tre uomini violenti che hanno abusato di lei
Lifestyle

Quando la vittima diventa carnefice: la storia della serial killer suicida Milena Quaglini

11 Agosto 2022
Iran pena di morte protesta
Politica

Iran, nei primi sei mesi dell’anno oltre 250 persone condannate a morte

8 Agosto 2022
anna fusco
Lifestyle

Anna Fusco: “Come si fa a vivere con una mano sola in un mondo pensato per chi ne ha due?”

5 Agosto 2022

Instagram

  • Bebe Vio “torna subito" a colpire con il suo ormai proverbiale (auto)sarcasmo.

Sul suo profilo Instagram pubblica una foto delle protesi lasciate sul lettino, prima di fare un tuffo in mare. Libera. 🏊‍♀️

#lucenews #lucelanazione #bebevio #inclusivity #libera #protesi #tornosubito
  • Maura Nardi, 41 anni a novembre, ed Emanuele Loati, 25, oltre ad essere innamorati, sono due giovani transgender che, dopo una vera e propria odissea, hanno completato insieme la transizione per il cambio di sesso. E ora, nuovi documenti alla mano, coroneranno finalmente il loro sogno d’amore con le nozze.

“Con l’identità di genere non si può scendere a patti: puoi lottarci per un po’, ma alla fine devi accettare quello che sei perché in ballo c’è la tua vita”.

Emanuele e Maura si sono conosciuti 3 anni fa, proprio durante il difficile e lungo percorso che li avrebbe portati alla loro nuova identità. Da quel primo incontro, proprio come in una favola con la freccia di Cupido scoccata che non lascia scampo, i due non si sono più lasciati.

Uniti, supportandosi a vicenda senza mai smettere di amarsi, hanno affrontato tutte le difficoltà che si sono presentate e non sono state poche: prima la sofferenza emotiva (ma anche fisica) per la transizione, aggravata poi dalla burocrazia dello Stato. E dopo tante peripezie la luce è apparsa in fondo al tunnel: l’ufficio anagrafe del comune di Recanati, in provincia di Macerata, ha provveduto a rettificare i loro documenti di identità. Era l’ultimo step da superare prima del via libera al matrimonio. Ora non resta che organizzare.

Se quella di Nardi e Loati è una vicenda già particolarmente travagliata, anche se a lieto fine, per Maura le cose sono state, se possibile, ancora più difficili. Ha iniziato la transizione nel 2016 e quando ha completato il percorso, è stata la prima persona non vedente italiana a riuscirci. Da quando ha 19 anni soffre di una forma di cecità a causa dello sviluppo di una rara malattia alla retina, nel suo caso “è stato più semplice convivere con la cecità che con l’incongruenza di genere”.

E aggiunge: “Nonostante il supporto non è stata una passeggiata: ho avuto diversi momenti di sconforto e paura, altri in cui mi sono sentita in colpa per aver trascinato la mia famiglia in questo cammino così complesso. Oggi so che rifarei tutto. La ciliegina sulla torta è stata l’arrivo del mio compagno. Ora finalmente siamo pronti a sposarci e possiamo pensare a una cosa bella”.

#lucenews #recanati #nozze
  • Quello che molti temevano è purtroppo accaduto: per scoprire le interruzioni di gravidanza negli Usa le autorità stanno facendo ricorso anche ai dati personali contenuti nelle app di messaggistica e sui social. 

A destare scalpore è un caso in Nebraska, dove Celeste Burgess, 18 anni, e sua madre Jessica, 41, sono finite in tribunale per un presunto aborto illegale, con molteplici capi d’imputazione. La polizia ha presentato come prove i messaggi su Facebook che le due donne si sarebbero scambiate e a cui, con l’autorizzazione dei gestori della piattaforma – in questo caso Meta –, ha avuto accesso. Le chat private, secondo le autorità, mostrano le prove di un aborto farmacologico illegale, autogestito alla 28esima settimana di gestazione (settimo mese), e di un piano per nascondere "i resti”.

Dopo che la polizia ha ottenuto il materiale dai due mandati di perquisizione, Jessica è stata accusata di altri due reati, induzione all’aborto illegale e pratica dell’aborto come persona diversa da un medico autorizzato, per i quali si è nuovamente dichiarata non colpevole. Attualmente il Nebraska proibisce gli aborti dopo le 20 settimane, una legge in vigore da prima dell’annullamento della sentenza Roe v. Wade.

Il problema di fondo che emerge da questa e da tante altre vicende in materia di diritti ha un duplice aspetto: da una parte c’è l’obbligo di una società di fornire i dati alle forze dell’ordine che ne fanno richiesta per le indagini e dall’altra la possibilità di disporre di questi dati. 

Mai come oggi grandi aziende private possono disporre di informazioni personali relative ai propri utenti, e se queste sono utili per fermare chi commette crimini è un conto, ma se le leggi vengono modificate ciò che può essere giudicato come crimine cambia. Il caso di Celeste Burgess è solo un esempio, ma conferma anche che negare il diritto all’aborto non eradica il fenomeno, ma lo trasporta in una dimensione di illegalità e pericolo per la salute della donna.

#lucenews #lucelanazione #aborto #nebraska #abortion #usa
  • La scelta coraggiosa del calciatore croato Robert Peric-Komsic non poteva non fare il giro del mondo in un baleno. Nel fiore dell’età, e con tutta la vita davanti, a soli 23 anni ha deciso di lasciare il mondo del pallone. La sua non è stata una scelta forzata, è stata intimamente voluta, e se ha detto addio alla sua carriera è stato solo per una scelta d’amore. Dimostrando che la vita della propria madre viene prima di qualunque cosa. Prima della passione per il pallone, prima del successo, prima di ogni carriera.

“Non c’erano altre opzioni, io era l’unica possibilità, l’ultima. Ho avuto ben chiara qual era la mia missione: salvarla.”

L’attaccante del Cibalia Vinkovci non ci ha pensato due volte quando si è trattato di scegliere tra il suo futuro nel mondo calcistico e la salute della sua mamma malata. Per tanto, troppo tempo l’aveva vista lottare contro una malattia al fegato. Ora non c’era più tempo da perdere: si trattava di trovare un donatore compatibile, e al più presto. Lo stomaco della donna si stava oramai riempiendo di acqua, e questo voleva dire che le rimaneva poco tempo, secondo i medici che l’avevano in cura. Questione di qualche giorno appena. Il calciatore della seconda divisione croata era l’unico compatibile. A quel punto Peric-Komsic si è tolto la tuta, ha riposto maglietta e calzoncini da calciatore nella sua valigia e ha preso l’aereo, salendo sul primo volo con destinazione Istanbul. Lì ha trovato sua mamma Ljiljiana che l’aspettava per abbracciarlo, in fin di vita.

“Dopo aver lottato duramente per 13 anni, il vero eroe è lei. Io ho solo fatto quello che chiunque al posto mio avrebbe fatto."

Sono passati quattro mesi e più dall’intervento. Il trapianto è andato benee la signora Ljiljiana è migliorata molto da allora. Giorno dopo giorno ce l’ha messa tutta, e con una straordinaria forza di volontà, animata dall’amore di suo figlio, si sta piano piano riprendendo. E a chi si complimenta per aver fatto qualcosa di straordinario, con l’umiltà dei grandi risponde: “È stata mia madre a darmi la vita. Io l’ho solo estesa a lei”.

#lucenews #lucelanazione #donazionefegato #RobertPericKomsic #donarelavitaperamore
Un'estate arcobaleno. Possiamo riassumerla così con lo sport che sventola bandiere arcobaleno. Lo ha già fatto negli anni scorsi, ma in quest'estate ancora di più con cause da difendere e colori da mostrare con orgoglio e tenacia.
La maglietta arcobaleno con la quale la nazionale femminile di pallavolo ha affrontato la Cina

Gli esempi a sostengo della comunità arcobaleno

La nazionale italiana femminile di pallavolo, nei giorni scorsi, ha fronteggiato la Cina nei quarti di finale scendendo in campo con una maglia speciale. Paola Egonu e compagne hanno indossato la maglietta con il logo della DHL (sponsor delle Nazionali) di color arcobaleno. L’obiettivo era quello di lanciare un messaggio d’inclusione forte e deciso, per un mondo senza barriere, né fisiche, né mentali, per andare oltre ogni diversità, affinché le nuove generazioni possano vivere in un mondo più sostenibile. Qualche settimana fa invece, una notte di violenza si è consumata a Oslo, dove un cittadino norvegese (di origine iraniana e probabilmente con idee vicine a quelle jihadiste) ha compiuto un attentato nel quale sono state uccise due persone mentre altre dieci sono rimaste gravemente ferite: di mira, la comunità gay cittadina, alla vigilia di una importante manifestazione legata al Gay Pride. La nazionale femminile norvegese non è rimasta indifferente al fatto, e capitan Ada Hegerberg, nella gara vinta contro la Nuova Zelanda, ha esultato sollevando al cielo la sua fascia arcobaleno in onore delle vittime dell’attentato di Oslo.
Ada hegerberg mentre solleva la fascia arcobaleno in onore delle vittime di Oslo
Anche la società Juventus ha colorato quest'estate di arcobaleno. Questo il messaggio della società: "La Juventus lancia questo progetto che mira a delle azioni concrete e a far sì che la diversità e l’inclusione diventino gli strumenti capaci di ispirare il cambiamento. Il logo, espressione universale dell’essenza di Juventus, si tinge con i colori dell’arcobaleno, dando vita a una nuova serie di prodotti caratterizzata dalla t-shirt More Colorful Together e da tre patches con il logo Juventus in un’inedita veste grafica. Queste ultime sono applicabili negli store sulla maglia gara, sulla t-shirt o sulla maglia More Colorful Together. Ed è proprio indossando e abbinando le esclusive patches che ognuno di noi può esprimere la propria identità, unicità e celebrare insieme il Pride. Questa iniziativa diventa l’occasione ideale per sostenere progetti a impatto sociale per la comunità LGBTQIA+". A seguire la Juventus spiega cosa farà per supportare il Rainbow Social Fund, il fondo istituito da Milano Pride che si impegna nel creare una società più accogliente, inclusiva e rispettosa dei diritti di tutti e che ha l’obiettivo di aiutare chi vive situazioni di marginalità dentro e fuori la comunità LGBTQIA+: "Nel mese del Pride per ogni t-shirt More Colorful Together acquistata, la Juve raddoppierà l’importo a supporto del Rainbow Social Fund, perché è attraverso la solidarietà che passa l’affermazione dei diritti".
La maglia arcobaleno lanciata dalla Juventus

"Ci sono questioni che vanno sostenute": il precedente di Manuel Neuer

Se quest'anno l'estate si è colorata perfettamente di arcobaleno, è giusto portare alla luce il messaggio che il portiere della nazionale tedesca, Manuel Neuer, lanciò un anno fa durante gli europei. "È un segnale importante, che ha trovato il sostegno del pubblico. In passato la nazionale non prendeva troppe posizioni politiche, o comunque venivano dati degli indirizzi generali. Oggi, invece, anche grazie ai social, ogni singolo ha maggiore influenza. Come nazionale vogliamo dire che oltre il calcio ci sono questioni che vanno sostenute, siamo degli esempi per i giovani. Siamo solidali con loro. In Bundesliga non abbiamo questo tipo di manifestazione ma è un argomento di discussione. Noi siamo per il rispetto, l’inclusione, l’apertura e siamo contro ogni forma di violenza, razzismo e discriminazione. Siamo per la difesa dei diritti umani ed è per questo motivo che continuerò a indossare la fascia arcobaleno."
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto