La ragazza che sogna la Formula 1: Maya Weug e il futuro del motorsport al femminile

Classe 2004, nel 2021 è diventata la prima ragazza a far parte della Ferrari Driver Academy. Ora è impegnata nella F1 Academy, serie ideata dalla Formula 1 per supportare e valorizzare le giovani pilote

di GIULIA DE IESO
19 aprile 2025
Maya Weug

Maya Weug

Due occhi azzurri che bucano la visiera per scrutare la migliore traiettoria e una coda di capelli da nascondere sotto il balaklava. Maya Weug, 21 anni da compiere il prossimo giugno, gira i circuiti di tutta Europa da quando è bambina, con il sogno di affermarsi come pilota professionista. Nel 2021 ha scritto un pezzo di storia, diventando la prima ragazza a entrare a far parte della Ferrari Driver Academy, il programma ideato dalla Scuderia di Maranello per preparare le giovani generazioni all'approdo in Formula 1.

Maya, come è nata la sua passione per il motorsport? C’è stato un momento o una persona che l’ha ispirata?

"La passione c’è da quando ero davvero piccola. Mio papà faceva delle gare di kart ogni tanto nei weekend, come hobby, e mi piaceva tantissimo andare con lui in pista. Poi, quando avevo 7 anni, io e mio fratello abbiamo ricevuto un kart come regalo di Natale. Dal primo giro me ne sono innamorata".

Quando ha iniziato a correre sui kart, era spesso l’unica ragazza in pista? Ha un aneddoto particolare di quel periodo?

"Ero quasi sempre l’unica, o una delle poche ragazze in pista. Però, siccome ho iniziato così giovane, per me era normale, anche se chiaramente non dovrebbe esserlo. Mi ricordo una delle mie prime gare internazionali in Italia, a Castelletto di Branduzzo: ero arrivata davanti a un ragazzo e, tornando a piedi alla mia tenda, ho sentito suo padre sgridarlo dicendogli che non poteva finire dietro a una ragazza. Però, a parte qualche episodio, sono sempre stata trattata come un pilota in pista".

Quando ha iniziato a credere davvero di poter diventare una pilota professionista?

"Da piccola era solo una passione. Poi, nel 2015, quando ho lottato per il campionato spagnolo, è cambiato tutto. Quell’esperienza mi ha permesso di correre a livello internazionale. Da lì è diventato sempre più serio, e ho iniziato a credere davvero che il sogno potesse realizzarsi”.

Essere la prima pilota donna della Ferrari Driver Academy è un traguardo importante. Cosa ha significato per lei?

"È stato un momento di svolta nella mia carriera. In quel periodo, per noi, non era economicamente possibile fare il salto dai kart alle formule. Ho avuto la fortuna di partecipare al programma FIA WIM Girls On Track – Rising Stars alla fine del 2020, e vincere quella selezione mi ha dato la possibilità di entrare nella Ferrari Driver Academy e passare alla Formula 4. Mi ricordo ancora la prima volta che ho indossato la maglietta rossa con lo scudetto: ho avuto subito la pelle d’oca".

Che ricordo ha del suo primo giorno in Ferrari? E oggi, com’è essere una pilota della FDA?

"Ricordo che ero abbastanza nervosa. Il mio primo vero giorno con la FDA è stato quando Charles Leclerc e Carlos Sainz giravano a Fiorano per i test invernali, ed è stata anche la prima volta che ho visto una Formula 1 girare dal vivo. Una giornata davvero indimenticabile”.

In cosa pensa di essere cresciuta di più grazie a questo percorso?

“Credo di essere cresciuta tanto soprattutto dal punto di vista tecnico e nel modo in cui affronto ogni gara e ogni test per dare il massimo".

Quest’anno è alla sua seconda stagione in F1 Academy. Come sta andando e quali obiettivi ha per il campionato?

"È iniziata bene a Shanghai con una pole e due podi nel weekend. Anche i test stanno andando bene e l’obiettivo è sicuramente lottare per il titolo".

Dall’anno scorso, la F1 Academy (categoria tutta al femminile creata dalla Formula 1 nel 2023, con l’obiettivo di supportare e valorizzare giovani pilote nel loro percorso verso le serie superiori del motorsport, ndr) corre nei weekend della Formula 1. Quanto conta, secondo lei, questa maggiore visibilità per la rappresentanza femminile nel motorsport?

"Conta tantissimo. Come dicevo prima, quando ho iniziato io nei kart ero quasi sempre l’unica ragazza. Ora, ogni anno che torno a vedere qualche gara, ci sono sempre più ragazze ed è davvero bello da vedere".

Come si è preparata per affrontare i nuovi circuiti di questa stagione?

"Mi sono preparata molto al simulatore, sia con il team MP Motorsport (squadra per cui Maya corre, ndr) che con la Ferrari Driver Academy a Maranello, per arrivare in pista già pronta. Poi anche fisicamente, andando sempre in palestra, per essere forte fisicamente ma anche mentalmente per questa stagione".

Qual è la sua pista preferita e quella in cui sogna di vincere almeno una gara?

"Imola è sempre stata una delle mie preferite, e anche Singapore mi è piaciuta tantissimo lo scorso anno. Ma mi piacerebbe davvero tanto vincere a Monaco o a Spa un giorno”.

Dallo scorso anno ha iniziato un’attività di coaching. C’è qualcosa che l’ha sorpresa lavorando con i giovani piloti e le giovani pilote?

"È un’esperienza che mi sta piacendo tantissimo. Mi piace lavorare con piloti motivati, che vogliono sempre migliorarsi. E soprattutto vedere che il lavoro che facciamo insieme si riflette anche nei risultati. Penso anche che sia utile per me come pilota, perché mi aiuta ad analizzare meglio la mia guida in modo più oggettivo, e questo mi torna utile in pista".

Se potesse mandare un messaggio alla Maya bambina che ha appena iniziato a correre, cosa le direbbe?

"Le direi di non preoccuparsi troppo di quello che pensano gli altri, di fare quello che le piace davvero e di dare sempre il massimo per raggiungere i suoi obiettivi".

Pensa che oggi qualcosa stia cambiando per le giovani pilote rispetto a quando ha iniziato?

"Assolutamente sì. Anche se all’epoca non c’erano molte ragazze, per me è stato importante avere dei riferimenti femminili, come Marta Garcia e Beitske Visser, che mi hanno fatto capire che era possibile. In questo senso, credo che F1 Academy stia ispirando tante ragazzine a iniziare questo percorso nel motorsport".

Secondo lei, quanto manca per vedere di nuovo una donna in Formula 1?

"È difficile dirlo con certezza, ma secondo me è solo questione di pochi anni. E spero che possa essere io tra un paio!"