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Home » Sport » Vialli, l’addio commosso sui social. Fedez: “Non ci conoscevamo, ma mi hai aiutato nella mia malattia”

Vialli, l’addio commosso sui social. Fedez: “Non ci conoscevamo, ma mi hai aiutato nella mia malattia”

La Figc ha disposto un minuto di raccoglimento da osservare prima di tutte le gare dei campionati di calcio in programma nel prossimo fine settimana

Barbara Berti
6 Gennaio 2023
Gianluca Vialli si è spento a 58 anni dopo aver combattuto contro un tumore al pancreas (Ansa)

Gianluca Vialli si è spento a 58 anni dopo aver combattuto contro un tumore al pancreas (Ansa)

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La notizia della morte di Gianluca Vialli, arrivata verso le ore 10 del 6 gennaio, sta facendo il giro del mondo e del web. In tanti si stringono alla famiglia dell’ex calciatore che si è spento a 58 anni, dopo aver combattuto contro un tumore al pancreas. “Circondato dalla sua famiglia è spirato la notte scorsa dopo cinque anni di malattia affrontata con coraggio e dignità. Ringraziamo i tanti che l’hanno sostenuto negli anni con il loro affetto. Il suo ricordo e il suo esempio vivranno per sempre nei nostri cuori” recita la nota della famiglia.

 

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Un post condiviso da Juventus (@juventus)

 

La Figc ha disposto un minuto di raccoglimento da osservare prima di tutte le gare dei campionati di calcio in programma nel fine settimana. E il presidente Figc, Gabriele Gravina, lo ricorda così: “Quello che ha fatto per la maglia azzurra non sarà mai dimenticato. Sono profondamente addolorato, ho sperato fino all’ultimo che riuscisse a compiere un altro miracolo, eppure mi conforta la certezza che quello che ha fatto per il calcio italiano e la maglia azzurra non sarà mai dimenticato. Senza giri di parole: Gianluca era una splendida persona e lascia un vuoto incolmabile, in Nazionale e in tutti coloro che ne hanno apprezzato le straordinarie qualità umane”.
La Juventus, invece, lo saluta con un “Ciao Gianluca” postando sui social una foto dell’ex calciatore che alza al cielo la Champions League, dopo la vittoria nella finalissima del maggio 1996 contro l’Ajax.

Il toccante videomessaggio di Fedez

Il cantante Fedez, all’anagrafe Federico Lucia, con un video ricorda Gianluca Vialli: anche se i due non si sono mai conosciuti di persona erano legati a causa della malattia. Il rapper milanese, infatti, si è trovato a combattere contro lo stesso male, il tumore al pancreas, tra il 2021 e il 2022. “Faccio questo video per ricordarlo perché, pur non avendolo mai conosciuto di persona, è stata una persona straordinaria” dice Fedez, con la voce rotta dall’emozione. Il cantante, che negli scorsi mesi ha subito degli interventi dopo aver scoperto di essere affetto da un tumore al pancreas, sottolinea l’importanza che Vialli ha avuto nel suo percorso: “Mi ha dato una mano non dovuta, ma incredibile”.

Anche Fedez si è operato per un tumore al pancreas
Anche Fedez si è operato per un tumore al pancreas

Nel corso del video pubblicato sulle stories di Instagram, Fedez ricorda che durante una delle chiamate avute con Vialli prima della sua operazione si è messo a piangere. “A me non era mai capitato di piangere al telefono con una persona che non conoscevo ma che conosceva il mio stesso dolore in quel momento” aggiunge il cantante. Nel lungo videomessaggio, Fedez chiude con un grande rimpianto: non aver avuto il tempo per incontrare di persona Vialli. “Mi spiace perché ci saremmo dovuti vedere e ci eravamo ripromessi di fare la foto con la nostra cicatrice” racconta prima del momento del dolore e del rispetto: “Condoglianze alla famiglia e un saluto grande a Gianluca. Sono veramente costernato da non essere riuscito a conoscerti più a fondo. Pur avendo avuto una conoscenza epistolare e telefonica, mi hai dato tanto ed è giusto che le persone lo sappiano”. A dicembre, alla notizia dell’aggravarsi delle condizioni di Vialli, Fedez gli aveva mandato un messaggio: “Un grande in bocca al lupo, spero di poter dare un po’ di supporto alle persone così come hai fatto tu con me”.

 

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
La notizia della morte di Gianluca Vialli, arrivata verso le ore 10 del 6 gennaio, sta facendo il giro del mondo e del web. In tanti si stringono alla famiglia dell’ex calciatore che si è spento a 58 anni, dopo aver combattuto contro un tumore al pancreas. “Circondato dalla sua famiglia è spirato la notte scorsa dopo cinque anni di malattia affrontata con coraggio e dignità. Ringraziamo i tanti che l'hanno sostenuto negli anni con il loro affetto. Il suo ricordo e il suo esempio vivranno per sempre nei nostri cuori” recita la nota della famiglia.
 
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  La Figc ha disposto un minuto di raccoglimento da osservare prima di tutte le gare dei campionati di calcio in programma nel fine settimana. E il presidente Figc, Gabriele Gravina, lo ricorda così: “Quello che ha fatto per la maglia azzurra non sarà mai dimenticato. Sono profondamente addolorato, ho sperato fino all'ultimo che riuscisse a compiere un altro miracolo, eppure mi conforta la certezza che quello che ha fatto per il calcio italiano e la maglia azzurra non sarà mai dimenticato. Senza giri di parole: Gianluca era una splendida persona e lascia un vuoto incolmabile, in Nazionale e in tutti coloro che ne hanno apprezzato le straordinarie qualità umane”. La Juventus, invece, lo saluta con un “Ciao Gianluca” postando sui social una foto dell'ex calciatore che alza al cielo la Champions League, dopo la vittoria nella finalissima del maggio 1996 contro l'Ajax.

Il toccante videomessaggio di Fedez

Il cantante Fedez, all’anagrafe Federico Lucia, con un video ricorda Gianluca Vialli: anche se i due non si sono mai conosciuti di persona erano legati a causa della malattia. Il rapper milanese, infatti, si è trovato a combattere contro lo stesso male, il tumore al pancreas, tra il 2021 e il 2022. “Faccio questo video per ricordarlo perché, pur non avendolo mai conosciuto di persona, è stata una persona straordinaria” dice Fedez, con la voce rotta dall’emozione. Il cantante, che negli scorsi mesi ha subito degli interventi dopo aver scoperto di essere affetto da un tumore al pancreas, sottolinea l’importanza che Vialli ha avuto nel suo percorso: “Mi ha dato una mano non dovuta, ma incredibile”.
Anche Fedez si è operato per un tumore al pancreas
Anche Fedez si è operato per un tumore al pancreas
Nel corso del video pubblicato sulle stories di Instagram, Fedez ricorda che durante una delle chiamate avute con Vialli prima della sua operazione si è messo a piangere. “A me non era mai capitato di piangere al telefono con una persona che non conoscevo ma che conosceva il mio stesso dolore in quel momento” aggiunge il cantante. Nel lungo videomessaggio, Fedez chiude con un grande rimpianto: non aver avuto il tempo per incontrare di persona Vialli. “Mi spiace perché ci saremmo dovuti vedere e ci eravamo ripromessi di fare la foto con la nostra cicatrice” racconta prima del momento del dolore e del rispetto: “Condoglianze alla famiglia e un saluto grande a Gianluca. Sono veramente costernato da non essere riuscito a conoscerti più a fondo. Pur avendo avuto una conoscenza epistolare e telefonica, mi hai dato tanto ed è giusto che le persone lo sappiano”. A dicembre, alla notizia dell’aggravarsi delle condizioni di Vialli, Fedez gli aveva mandato un messaggio: “Un grande in bocca al lupo, spero di poter dare un po’ di supporto alle persone così come hai fatto tu con me”.  
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