Giulia Ruffato, campionessa paralimpica di handbike dopo un’ischemia: “Sposto l’asticella sempre più in là, nello sport e nella vita”

Paralizzata dal 2012, Ruffato, fisioterapista dalla forte determinazione, ha sperimentato la bicicletta spinta con le braccia grazie allo sprone di Alex Zanardi. Di gara in gara, è arrivata in nazionale. E ora racconta la sua storia al Festival Pavè, Pedalando a Venezia

di LAURA DE BENEDETTI
7 maggio 2025
Giulia Ruffato, campionessa paralimpica di handbike, la bicicletta con pedalata eseguita con le mani da persone paralizzate nelle gambe

Giulia Ruffato, campionessa paralimpica di handbike, la bicicletta con pedalata eseguita con le mani da persone paralizzate nelle gambe

Un’ischemia che d’improvviso cambia l’ordine delle cose. È da lì che riparte la storia di Giulia Ruffato, atleta padovana che sin da bambina aveva coltivato una predilezione per lo sport, praticando nuoto, pallavolo e sci. Dopo la laurea in fisioterapia, Ruffato aveva iniziato a svolgere la professione prescelta, con progetti ambiziosi. Ma alla fine del 2012, nel giro di poche ore, un’ischemia midollare ad esordio spontaneo la paralizza e la costringe alla carrozzina, segnando un’interruzione improvvisa e drammatica del percorso che aveva immaginato. Giulia Ruffatto, tuttavia è forte e benché nel letto d’ospedale inizia a reagire. 

L’invito di Alex Zanardi: "Sali in sella all’handbike”

È in quel momento che arriva una mail inattesa. A scriverle è Alex Zanardi, ex pilota automobilistico e campione paralimpico, che dopo aver perso entrambe le gambe in un incidente durante una gara di Formula Cart nel 2001, ha ricostruito la propria vita attraverso lo sport, diventando simbolo di resilienza e fondando l’associazione Obiettivo 3 per promuovere l’attività sportiva tra le persone con disabilità. Il suo invito a provare la handbike segna per Giulia l’inizio di una nuova fase: una seconda vita che mantiene intatta l’energia della prima, ma con traguardi completamente diversi. 

Paraciclismo fino alle Olimpiadi

Giulia Ruffato alle Paralimpiadi di Parigi 2024
Giulia Ruffato alle Paralimpiadi di Parigi 2024

Dal 2018, la decisione di dedicarsi interamente al paraciclismo dà i suoi frutti. Giulia conquista sette titoli italiani nella sua categoria, veste la maglia azzurra a partire dal 2022 e sale sul podio in diverse tappe di Coppa del Mondo, in Belgio, Canada, Alabama e Australia. Il 2023 la vede protagonista con un bronzo ai Mondiali di Glasgow e con la vittoria ai Campionati Europei. Risultati che la portano fino alla convocazione nella Nazionale italiana per le Paralimpiadi di Parigi 2024: "Perché bisogna cogliere ogni occasione, ricominciare sempre, buttarsi per provare, e poi si vedrà", afferma oggi. Giulia Ruffato corre oggi con la società Restart Sport Academy di Padova e fa parte del progetto Obiettivo 3, nato proprio da quell’incontro a distanza con Alex Zanardi. E si racconta a Luce.

Ruffato: “L’asticella? Sempre più in là”

Un'immagine che ritrae Giulia Ruffato in tv (Rai2) mentre sta per lanciarsi in una gara
Un'immagine che ritrae Giulia Ruffato in tv (Rai2) mentre sta per lanciarsi in una gara

So che lei è sempre stata sportiva, che un ictus le ha paralizzato le gambe ma che Alex Zanardi l’ha spronata a reagire, trovando in lei terreno fertile: che messaggio vuole dare a chi si trova in una situazione in cui ci si sente senza vie d’uscita, che sia per una malattia improvvisa o altro?

“Ho avuto un’ischemia spontanea al midollo all’età di 25 anni, che mi ha portato una paresi completa dall’ombelico in giù. Ma per chi conosce queste condizioni, sa benissimo che il problema motorio è uno tra “tanti”. Ho ricevuto una mail da Alex nei miei primi mesi di ospedale, ma non mi ha spronata a reagire. Mi spiego meglio…con le sue parole voleva farmi capire che i momenti difficili nella vita ci sono, che sta a noi prenderci il tempo necessario per elaborarli e affrontarli nel modo che noi riteniamo funzionale, e che semplicemente se avessi avuto voglia di una chiacchierata, lui ci sarebbe stato. Anche se mi era appena successo, io avevo già scelto di reagire, avevo deciso che una condizione non mi avrebbe cambiata rispetto la persona che ero, avrei solo preso una strada diversa da quella che pensavo di percorrere. Non ero proprio una sportiva, ho fatto qualche sport ma niente di serio come si dice. Alex, quando mi ha sentita al telefono, ha capito che non ero esattamente ‘da tirar su di morale’: mi ha semplicemente proposto di salire in bici per provare, e non mi ha mollata finché non sono salita su una handbike. Ho colto un’occasione, un’opportunità, come ho sempre fatto e come continuo a fare. Non saprei bene cosa dire a chi pensa di trovarsi senza via d’uscita. Certo ci sono situazioni più gravi della mia dove sicuramente è più difficile reagire o vedere uno spiraglio. Io direi solo che siamo diversi, ognuno ha i suoi tempi, che sicuramente ci sono e ci saranno delle difficoltà, ma che a volte la via d’uscita bisogna crearsela da soli. E che soprattutto se si vuole che qualcuno ci aiuti, è necessario che prima ci aiutiamo noi stessi”.

Lei è una atleta di Obiettivo 3, società sportiva fondata da Alex Zanardi, che appunto ha come meta l’Obiettivo 3 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile dell’Onu, ossia Sport per tutti. Come funziona?

“Io faccio parte di una società sportiva, la Restart Sport Academy di Padova, e faccio parte di Obiettivo 3, fondazione fondata da Alex Zanardi, che invece è una società sportiva che accompagna e avvia ragazzi con disabilità nel mondo dello sport. Cerca di colmare quella differenza che c’è tra i normodotati e chi ha una disabilità nell’approcciarsi al mondo sportivo. Banalmente una persona “normale” se un giorno si sveglia e vuole correre in bici, ha un mondo davanti di possibilità: dall’acquisto, al noleggio, al riesumare una carriola ferma in garage da chissà quanto e via così. Un disabile no. Si parla di pochi produttori di bici, di costi davvero importanti, e di una personalizzazione a seconda della propria disabilità che rende a volte molto difficile anche il passamano. E non solo per il ciclismo, vale anche per tanti altri sport. Obiettivo 3 non solo dà modo di sperimentare varie discipline (ciclismo, triathlon, tiro con l’arco...), ma se sei interessato a provare uno sport, dà in comodato d’uso gratuito un mezzo o l’attrezzatura per poter provare a praticarlo. Oltre a questo sostiene tra i suoi atleti, al momento siamo più di 100, chi vuole intraprendere la carriera sportiva come agonista. Inoltre opera nella sensibilizzazione sui temi di disabilità e inclusione sia con i ragazzi, con incontri nelle scuole, sia con adulti, come con eventi particolari tipo la Staffetta e i Villaggi sportivi”.

Ha partecipato alle Paralimpiadi di Parigi 2024: ci racconta come è stata quella esperienza? Quali le difficoltà e quali invece le gioie maggiori?

“Partecipare ad una Paralimpiade è un’esperienza indescrivibile. Io ad oggi non trovo davvero le parole giuste che rendano quanto ho vissuto a Parigi. Se penso anche solo all’ingresso al villaggio olimpico mi viene ancora la pelle d’oca. Pensi alle gare, sei concentrato sulla prestazione, realizzi di essere lì per davvero in quel momento, respiri sport dalla mattina alla sera, e ogni persona che incontri ti trasmette tutte le emozioni che lo sport ti fa vivere. Sei tra i migliori atleti al mondo, e ti senti allo stesso tempo grande e piccolo. Mai avrei pensato di viverre emozioni così forti!”.

Quali sono oggi i suoi prossimi obiettivi?

“Ho sempre lavorato su di me spostando l’asticella sempre più in là, non solo nello sport ma in qualsiasi campo. Adesso sto capendo come spostare le pedine nella mia scacchiera tra sport, lavoro e casa. Di sicuro obiettivi stimolanti e sfidanti, per mettermi in gioco ancora una volta”.

Quante ore passa ad allenarsi? Quanti chilometri percorre?

“Diciamo che in bici sto dall’ora e mezza alle tre-tre e mezza. Gli allenamenti più lunghi nel fine settimana perché gli altri giorni lavoro. I km sono variabili perché dipende dal tipo di lavori/esercizi che si fanno. Non sempre un allenamento corto è più facile di uno lungo, anzi!”.

Quali sono i problemi per la vostra categoria di sportivi? Avete piste, luoghi adeguati, dove allenarvi per l'handbike?

“In handbike ti alleni per strada, come i ciclisti. Le gare sono su strada quindi non è producente allenarsi solo indoor. Va da sé che per noi che corriamo in handbike il problema maggiore è la visibilità da parte delle auto, in quanto siamo distesi con la testa a circa 50 cm da terra. Siamo muniti di bandierina e luci, ma chi guida spesso è “di fretta” o distratto. E gli incidenti accadono. Il tema della sicurezza nelle strade è sempre aperto”.

L’esempio più noto è proprio l’incidente occorso ad Alex Zanardi mentre percorreva la strada in handbike a Pienza, in Toscana, il 19 giugno 2020. Il celebre campione, atleta paralimpico e conduttore tv, fondatore di Obiettivo 3, che ha riportato gravi lesioni anche al capo, è rimasto a lungo in coma e ora, a 58 anni, è in fase di lento recupero a casa. 

Alex Zanardi
Alex Zanardi

Per una donna c’è qualche ostacolo in più?

“Se parliamo dal punto di vista dell’allenamento e della prestazione, diciamo che la donna deve fare i conti con delle fluttuazioni fisiologiche legate a cicli ormonali che creano una serie di incognite e variabili difficilmente prevedibili. Nel ciclismo ad alti livelli, almeno, io le ho sperimentate. Si possono limitare e in qualche modo gestire, ma non controllare del tutto. L’uomo da questo punto di vista è più “regolare” nel tempo”.

Quali sono i suoi interessi al di fuori dello sport?

“Fuori dallo sport ci sono gli amici e la famiglia. La mia passione principale sarebbe stata il mio lavoro, la fisioterapista, che ho dovuto accantonare per trovarmi un lavoro che mi permettesse anche di darmi il tempo di allenarmi. Oltre al ciclismo sono atleta di parabob, anche questo messo temporaneamente da parte in ottica Parigi. Quando riesco collaboro con le scuole per incontri con gli studenti. Vorrei tornare a fare viaggi di piacere e non legati solo alle competizioni, rimettermi in gioco con la fisioterapia, tornare sui libri, chi più ne ha più ne metta insomma”.

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Festival Pavè, Pedalando a Venezia

Giulia Ruffato, sarà tra le protagoniste del Festival Pavè - Pedalando a Venezia, in programma dal 9 all’11 maggio 2025. Con il suo intervento motivazionale dal titolo Mai mollare, in programma venerdì 9 maggio all’auditorium M9 Museo del ’900, alle 16.30, Ruffato porterà una testimonianza di determinazione e inclusione che si inserisce nel più ampio orizzonte del festival, dedicato a raccontare storie capaci di generare senso di comunità, speranza e consapevolezza. Giunto alla sua quarta edizione, Pavè si articola in tre giornate e unisce narrazione, ciclismo e riflessione civile. L’iniziativa è ideata da La Velostazione Venezia in collaborazione con Museo M9 di Mestre, con il patrocinio dell’Università IUAV di Venezia, del Comune di Venezia, di Europe Direct Venezia Veneto e di altre realtà locali. Il festival si svolgerà nelle giornate di venerdì e sabato all’interno degli spazi del Museo M9 di Mestre, mentre domenica si trasferirà al Parco San Giuliano, dove sarà allestito il Pavè Village, punto di partenza delle gravel ride e sede del Bike Polo Contest. 

Festival Pavè, Bike Polo Contest

Il programma prevede 23 incontri, due film, un’installazione fotografica e numerose attività sportive. Tra i temi trattati, la promozione della mobilità ciclistica, le sfide ambientali, il design, i viaggi e l’attivismo, con ospiti italiani e internazionali. Tra i momenti salienti, la videoinstallazione Submerged Portraits del fotografo sudafricano Gideon Mendel, incentrata sull’impatto globale dell’emergenza climatica, sarà visibile dall’8 all’11 maggio nel foyer del museo M9. Domenica 11 maggio le attività si sposteranno all’aperto con le tradizionali gravel ride Pavè Classic da 90 e 150 km e con la nuova Pavè Infinita da 330 km, che propone un’esperienza notturna alla scoperta del territorio tra Venezia, Treviso e Pordenone. La stessa giornata ospiterà anche il Bike Polo Contest, aperto a singoli partecipanti, con possibilità di prove libere nel pomeriggio: per giocare basta avere una bicicletta, una mazza, un casco. Al Pavè Village saranno presenti stand di partner, un’area ristoro e spazi di aggregazione. Maggiori info sul sito pedalandoavenezia.com.