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Home » Sport » Chi è Gnonto? Il più giovane marcatore della nazionale italiana di calcio

Chi è Gnonto? Il più giovane marcatore della nazionale italiana di calcio

Nonostante la pesante sconfitta rimediata ieri sera in terra tedesca , il baby calciatore Gnonto ci regala l'unico sorriso della nottata segnando la rete che lo consacra tra i grandi del calcio

Edoardo Martini
15 Giugno 2022
Wilfried Gnonto

Wilfried Gnonto

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Brutta sconfitta quella rimediata dagli azzurri in Nations League contro la corrazzata Germania per 5-2. Dominio totale dei tedeschi, che solo nel finale allentano un po’ la pressione regalandoci l’unica gioia della serata permettendo al giovane calciatore Gnonto di segnare la rete che lo rende il più giovane marcatore della nazionale. 

Wilfried Gnonto, attaccante dello Zurigo e della Nazionale italiana

Il sorriso di un bambino con il pallone: così il predestinato Gnonto

La vita calcistica di Willy è iniziata nel campetto sotto casa, vicino alla parrocchia, poi a 6 anni è entrato nella Scuola Calcio del Baveno, allenato da Rino Molle. Il fondatore del club, Massimo Zacchera, parla così di lui: “La sua forza era ed è quella di entrare e uscire sempre dal campo con il sorriso. Fin da bambino, con il pallone tra i piedi, non era mai emozionato o impaurito dallo sfidare chi aveva 2-3 anni più di lui. In Nazionale a Bologna ha giocato come nella categoria Piccoli Amici: si è fatto scivolare tutto addosso e ha pensato solo a dimostrare le sue qualità”.

Il padre Noël era attaccante a livello dilettantistico, la mamma atleta, faceva i 100 metri. “Willy era incontenibile da bambino. Già irrefrenabile quando a 2-3 anni usava il salotto di casa come un campo da calcio. Per questo mio marito lo ha portato all’oratorio: voleva farlo stancare e salvaguardare la tv e i mobili”: racconta la mamma.

Prima ha giocato nel Suno, club della galassia Inter, poi a 9 anni, il trasferimento a Milano.  Il padre racconta così il passaggio nel calcio che conta: “Chilometri da percorrere ogni giorno diventarono cento all’andata e altrettanti al ritorno. Con conseguenti sacrifici per Willy, che mangiava durante il viaggio un panino preparato dalla mamma la mattina, e per la famiglia. Cinque giorni la settimana avanti e indietro da Milano era un bello stress e non ce la facevamo più. Per fortuna l’Inter dopo qualche anno ci ha aiutato mandando a Meina, una ventina di chilometri da casa nostra, un pulmino che lo accompagnava al campo di allenamento e lo riportava lì.”

Dopo il primo lockdown, ha firmato con il Zurigo, squadra dove tutt’ora gioca anche se le voci di calciomercato per un ritorno in Italia sono sempre più frequenti.

 

Il giovane Gnonto quando indossava la maglia dell’Inter

L’unica luce in una serata da dimenticare

L’entusiasmo dei giovani il coraggio di Mancini è il punto dal quale bisogna ripartire. L’Italia del domani va costruita dando fiducia a chi ha bisogno di tempo per emergere e tornare grande. In questo contesto il goal di Gnonto fa ben sperare. Infatti nessuno, prima di lui, ha timbrato il cartellino così presto, ad appena 18 anni, 7 mesi e 9 giorni.

Prima che si sbloccasse l’attaccante dello Zurigo, alla voce ‘goleador più giovane della storia azzurra‘ si leggeva il nome di Bruno Nicolè, che nel 1958 segnò alla Francia all’età di 18 anni, 8 mesi e 16 giorni. La sua avventura con l’Italia si chiuse con appena 8 apparizioni, l’auspicio è che Gnonto possa invece diventare un pilastro del nuovo corso.

Dopo la partita di ieri sera ha rilasciato un’intervista dove sembra avere già la stoffa di un veterano: “Il gol non mi serve a niente. Dopo una sconfitta del genere che a segnare sia stato io o un compagno non cambia il sentimento. E’ stata una gara difficile, loro hanno semplicemente dimostrato di essere più forti e avanti di noi. Rispetto all’andata è stata una partita totalmente diversa, hanno mosso meglio la palla e noi abbiamo corso per molto tempo a vuoto. Abbiamo tanto da lavorare”.

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Una vera e propria montagna di letame è stata infatti scaricata questa mattina al grattacielo della Regione Piemonte, insieme a tanti fiori lasciati sopra. 

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Una chiara denuncia dell
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🗣 Non è una diminutio?

“Assolutamente no, chef in realtà significa capo, in cucina è colui che comanda, come il capo cuoco, appunto, o il capo partita. Ormai lo chef ha assunto i connotati di un personaggio mitologico, proprio in virtù dei tanti show cooking proposti. Un’arma a doppio taglio”.

🗣 In che senso?

“Sono tantissimi i giovani che sognano di indossare una giacca da cuoco, ma fra quello che si vede fare in Tv e la fatica vera che richiede la cucina, c’è una differenza abissale”.

🗣 Vuol dire che avere l’ambizione non sempre corrisponde all’effettiva voglia di fare?

“Un po’ è così. Le nuove generazioni hanno un’idea precisa della qualità della vita, la fatica e gli orari della cucina non vanno bene per tutti”.

🗣 Dall’alto delle sue tre stelle Michelin, cosa consiglia agli aspiranti chef?

L
  • Un assistente di volo speciale ha viaggiato da Londra Heathrow a Los Angeles sorprendendo i passeggeri a bordo.

@lewiscapaldi ha presentato il suo nuovo singolo “Wish You The Best” con uno show ad alta quota, servendo snack e bevande. 

#lucenews #lewiscapaldi #wishyouthebest
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All’Eurocamera è stato infatti approvato un emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto che condanna la circolare perché porterebbe “alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”, e invita anche Roma "a revocare immediatamente la decisione”. Un invito che il governo non ha intenzione di seguire, e che è stato criticato dal centrodestra e salutato positivamente dalle opposizioni, unite questa volta sia in Italia che a Bruxelles. 

✍ Ma com’è la legislazione attuale in Italia su questi temi?

L
Brutta sconfitta quella rimediata dagli azzurri in Nations League contro la corrazzata Germania per 5-2. Dominio totale dei tedeschi, che solo nel finale allentano un po' la pressione regalandoci l'unica gioia della serata permettendo al giovane calciatore Gnonto di segnare la rete che lo rende il più giovane marcatore della nazionale. 
Wilfried Gnonto, attaccante dello Zurigo e della Nazionale italiana

Il sorriso di un bambino con il pallone: così il predestinato Gnonto

La vita calcistica di Willy è iniziata nel campetto sotto casa, vicino alla parrocchia, poi a 6 anni è entrato nella Scuola Calcio del Baveno, allenato da Rino Molle. Il fondatore del club, Massimo Zacchera, parla così di lui: "La sua forza era ed è quella di entrare e uscire sempre dal campo con il sorriso. Fin da bambino, con il pallone tra i piedi, non era mai emozionato o impaurito dallo sfidare chi aveva 2-3 anni più di lui. In Nazionale a Bologna ha giocato come nella categoria Piccoli Amici: si è fatto scivolare tutto addosso e ha pensato solo a dimostrare le sue qualità". Il padre Noël era attaccante a livello dilettantistico, la mamma atleta, faceva i 100 metri. "Willy era incontenibile da bambino. Già irrefrenabile quando a 2-3 anni usava il salotto di casa come un campo da calcio. Per questo mio marito lo ha portato all’oratorio: voleva farlo stancare e salvaguardare la tv e i mobili": racconta la mamma. Prima ha giocato nel Suno, club della galassia Inter, poi a 9 anni, il trasferimento a Milano.  Il padre racconta così il passaggio nel calcio che conta: "Chilometri da percorrere ogni giorno diventarono cento all’andata e altrettanti al ritorno. Con conseguenti sacrifici per Willy, che mangiava durante il viaggio un panino preparato dalla mamma la mattina, e per la famiglia. Cinque giorni la settimana avanti e indietro da Milano era un bello stress e non ce la facevamo più. Per fortuna l’Inter dopo qualche anno ci ha aiutato mandando a Meina, una ventina di chilometri da casa nostra, un pulmino che lo accompagnava al campo di allenamento e lo riportava lì." Dopo il primo lockdown, ha firmato con il Zurigo, squadra dove tutt'ora gioca anche se le voci di calciomercato per un ritorno in Italia sono sempre più frequenti.  
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