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Home » Sport » Great Nnachi corona il suo sogno: a 18 anni avvia le pratiche per la cittadinanza italiana

Great Nnachi corona il suo sogno: a 18 anni avvia le pratiche per la cittadinanza italiana

L'atleta festeggia un compleanno speciale. Già avviate le procedure necessarie per ottenere il certificato, che attesti anche su carta, che è una cittadina e atleta del nostro Paese

Edoardo Martini
15 Settembre 2022
Great Nnachi

Great Nnachi

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Finalmente anche la campionessa di salto con l’asta Great Nnachi ha vinto la sua battaglia: al compimento della maggiore età scatta per lei la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana. Così dopo l’infermiera campionessa di boxe Pamela Malvina Noutcho Sawa, la lista di sportive diventate azzurre si allunga.

L’atleta di salto con l’asta Great Nnachi ha ottenuto la cittadinanza italiana

“Sono maggiorenne e italiana”: il coronamento del sogno dell’atleta

Adesso che ha compiuto i 18 anni festeggerà, non solo per il compleanno, ma anche perché finalmente potrà avviare le pratiche per ottenere la cittadinanza italiana. La campionessa, dopo aver stabilito record su record, come i dieci titoli italiani, e dopo aver ottenuto l’onorificenza consegnatele dal Presidente Mattarella di Alfiere delle Repubblica, coronerà il suo sogno: quello di diventare un’atleta italiana. “Ci ho pensato tanto, e quando mi sveglierò sarà il mio primo pensiero. Sono maggiorenne e italiana”. Great dopo la bella notizia non riesce a trattenere l’emozione: “Chissà quante procedure dovrò svolgere in Prefettura intanto mi sono portata avanti in estate per essere più pronta possibile. Speriamo di ottenere la cittadinanza in tempi brevi. Siamo quasi al traguardo“, ha dichiarato in un’intervista alla Stampa.

Il lungo percorso per ottenere il riconoscimento

“Le mie origini sono nigeriane. Mia madre e mio padre sono nati in Nigeria, però mia madre 25 anni fa è venuta in Italian e quindi io sono nata qua”, aveva dichiarato l’atleta l’anno scorso. L’avvicinamento all’atletica è avvenuto grazie alla scuola quando il suo talento viene notato da Luciano Gemello che la porta a entrare nel Cus Torino. I risultati non tardano ad arrivare e sono sorprendenti. Nell’agosto 2019 salta 3,80 metri e batte il record della categoria cadetti e qui arriva il primo problema: non avendo la cittadinanza italiana, non può essere considerato il nuovo record italiano di categoria. Per sanare questa situazione è intervenuto il consiglio della Federazione italiana di Atletica leggera (Fidal), aggiornando il proprio regolamento e consentendo così anche ad atleti stranieri ma residenti in Italia, tesserati per una società italiana e che frequentino scuole italiane, di veder riconosciuta la propria prestazione al pari degli altri atleti del nostro Paese.

Questo ostacolo purtroppo però rimane per le competizione internazionali. “Ho fatto il risultato minimo per i campionati europei e anche per i mondiali, però purtroppo non ci sono potuta andare perché non ho la cittadinanza italiana. Non posso fare né gli europei, né i mondiali, nient’altro che non siano i campionati italiani”, aveva raccontato la giovane. Il suo allenatore, diventato per lei un secondo padre, nel 2021 espresse tutta la rabbia per la situazione incomprensibile: “Lei oggi è riconosciuta dalla Iaaf (la federazione internazionale dell’atletica) come atleta italiana ma l’Italia non la riconosce come italiana e quindi il grandissimo problema è che non può gareggiare rappresentando il suo paese, quello di nascita, quello in cui ha vissuto, il suo vero paese. Non può vestire la maglia della nazionale italiana. Quindi è relegata a fare le gare qui”.

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  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
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