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Home » Sport » Il Cio lancia le Olympic Virtual Series. Thomas Bach: “Un ponte tra sport fisici e virtuali per essere inclusivi”

Il Cio lancia le Olympic Virtual Series. Thomas Bach: “Un ponte tra sport fisici e virtuali per essere inclusivi”

Il primo evento con licenza Olimpica per sport virtuali fisici e non, dal 13 maggio al 23 giugno 2021. Coinvolte cinque federazioni e sviluppatori di videogiochi

Camilla Prato
22 Aprile 2021
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Gli sport virtuali non saranno ancora “discipline olimpiche” di fatto, ma di sicuro il passo avanti da parte del Comitato Olimpico Internazionale c’è stato. Il Cio ha infatti annunciato che collaborerà con cinque Federazioni Internazionali e sviluppatori di videogiochi per creare le Olympic Virtual Series (OVS), il primo evento con licenza olimpica ufficiale per sport virtuali fisici e non fisici.
Le Series, previste dal 10 maggio al 23 giugno, serviranno a creare un palcoscenico per connettere il mondo dello sport fisico con la comunità dei giochi sportivi virtuali, offrendo l’opportunità di interagire con il Movimento Olimpico.

La Federazione internazionale dell’Automobile e Polyphony Digital terranno una competizione di Gran Turismo, mentre l’Unione Ciclistica Internazionale creerà una competizione per Zwift, titolo che offre corsi virtuali per ciclismo e corsa da svolgere al chiuso. La World Baseball Softball Confederation darà vita a un torneo con eBaseball Powerful Pro Baseball 2020 di Konami Digital Entertainment, mentre Federazione della vela ospiterà una competizione di Virtual Regatta, un gioco online di simulazione di vela e regata. Infine, parteciperà anche la Federazione Internazionale Canottaggio, anche se non ha ancora un gioco correlato.

Per i dettagli su chi potrà competere, come proporsi, quali saranno i premi e come si svolgerà il tutto bisognerà aspettare ancora un po’, ma c’è già grande attenzione per questa prima edizione delle OVS. In futuro potrebbero essere coinvolti anche altri sport: la FIFA, la Federazione internazionale di pallacanestro, la Federazione internazionale di tennis e il World Taekwondo hanno “confermato il loro entusiasmo e il loro impegno a esplorare l’inclusione nelle future edizioni dell’OVS”, ha detto il CIO.

“L’Olympic Virtual Series è una nuova, unica esperienza digitale olimpica che mira a far crescere il coinvolgimento diretto con un nuovo pubblico nel campo degli sport virtuali – ha detto il Presidente del CIO Thomas Bach – La sua concezione è in linea con l’Agenda Olimpica 2020+5 e la strategia digitale del CIO. Incoraggia la partecipazione sportiva e promuove i valori Olimpici con un’attenzione particolare ai giovani”. Costruendo questo ponte tra sport virtuali e sport tradizionali, il Comitato punta a espandere le sue attività e ad avere una maggiore partecipazione di tutti i fan e appassionati, con un’occhio all’inclusività di chi non può partecipare alle competizioni fisiche.

 

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  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

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  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

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