Nella storia con l’azzurro addosso. Sono ancora le donne a fare brillare il nostro sport. Continuando a stupire. Perché stavolta, poi, si parla di rugby: la Nazionale femminile è volata ai quarti di finale del mondiale in Nuova Zelanda, issandosi laddove i colleghi uomini mai erano arrivati. È la prima volta che una nostra selezione si prende un posto tra le prime otto del globo. Merito delle nostre campionesse, capaci nel girone di battere Stati Uniti, Canada e Giappone. Ora – si gioca all’alba italiana di sabato 29 ottobre, alle 5.30 con diretta tv su RaiDue e Sky Sport Arena – ci aspetta la Francia nei quarti e faremo di tutto perché il sogno non finisca qui.
“Non c’è passione che possa eguagliare quella per il rugby, che è energia e libertà“. È unanime la risposta delle nostre campionesse quando si domandi loro perché abbiano scelto uno sport tanto duro per andare a caccia della gloria. Non certo della ricchezza: sono tutte dilettanti, e i fondi che la Federazione è riuscita con determinazione a stanziare in avvicinamento all’appuntamento iridato – si parla di un contributo di 1.200 euro al mese a ogni atleta – dà la misura di quanto sia il cuore, più di ogni altra cosa, a trascinare le nostre verso l’impresa. La capitana Elisa Giordano è impiegata, Michela Sillari studia ingegneria, Beatrice Rigoni fa la farmacista, Vittoria Ostuni Minuzzi ha fatto il liceo classico. Tutte storie di ordinaria eccezionalità, che riavvicinano allo spirito più puro dello sport. C’è anche chi gioca all’estero tra le azzurre – Sara Tounesi nel Sale Sharks in Inghilterra, Melissa Bettoni nello Stade Rennais in Francia – ma anche oltreconfine è rarissimo strappare un contratto da professionista e c’è da farsi bastare un contributo da parte dei club.
Il ct della nostra formidabile squadra è Andrea Di Giandomenico, sulla panchina dell’Italrugby rosa dal 2007 e una vera istituzione del movimento. “Siamo orgogliosi e soddisfatti – commenta dopo lo storico risultato – anche perché tutto il movimento italiano merita questo traguardo. Dobbiamo ritrovare energia e fiducia nel nostro gioco per esprimerlo al meglio nel prossimo impegno”. L’Italia, comunque vadano le cose sabato, è definitivamente decollata. Ora si spera che tutto il movimento, già in forte crescita, lo faccia. Contiamo su 10mila tesserate – gli uomini sono invece 90mila – e potrebbero diventare molte di più. Presto dovrebbe aprire un’Accademia per le giovani da fare crescere in ambito nazionale. La strada è tracciata, nella terra del rugby di sono prese un posto tra le grandi.