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Mondiali femminili, Infantino attacca le Tv: "Le offerte uno schiaffo alle giocatrici"

Il presidente della Fifa ha definito "inaccettabili" le proposte delle emittenti per l'acquisizione dei diritti di trasmissione della competizione

di MARCO PILI -
2 maggio 2023
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La protesta del numero uno della Fifa giunge da Zurigo. Interrogato sulla prossima Coppa del Mondo femminile durante un meeting dell'Organizzazione mondiale del commercio, Gianni Infantino ha fortemente condannato le offerte ricevute dalle principali emittenti nazionali per la trasmissione della competizione. L'evento, tenutosi il 1° maggio nella capitale svizzera in stretta collaborazione con la Fifa, aveva lo scopo di discutere come migliorare la condizione femminile tramite l'unione di calcio e commercio. Durante uno degli interventi nel corso della giornata, il dirigente 53enne ha attaccato le dirigenze delle Tv pubbliche dei "Big 5", i cinque Paesi europei più importanti (Italia, Francia, Germania, Inghilterra e Spagna). Le proposte ricevute dai singoli Stati per l'acquisizione dei diritti televisivi del torneo sono state definite "inaccettabili" e "uno schiaffo alle giocatrici", dal momento in cui, nelle parole dello stesso presidente, "le emittenti pubbliche hanno il dovere di promuovere e investire nello sport femminile".
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Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, durante l'incontro tra federazione, Wto e rappresentanze neozelandesi e australiane (Instagram)

Un dovere, secondo lui, non rispettato, nonostante i numeri incoraggianti della scorsa edizione: "I mondiali femminili hanno un'audience pari al 50-60% della Coppa del Mondo maschile, ma le Tv offrono solo 1-10 milioni di dollari contro i 100-200 proposti per gli uomini. Questo è uno schiaffo a tutte le grandi giocatrici della coppa del mondo femminile e a tutte le donne del mondo".

L'appello di Infantino: "Le donne lo meritano"

Una critica aspra, che alla luce dei dati non lascia alibi o giustificazioni, alla quale potrebbero seguire importanti conseguenze: "Per essere molto chiari, è nostro obbligo morale e legale non svendere la Coppa del Mondo. Pertanto, se le offerte continuano a non essere eque, saremo costretti a non trasmettere l'evento nei Paesi interessati", ha aggiunto. Ma ai dati, è seguito anche un appello generalizzato: "Chiedo, quindi, a tutti i giocatori, tifosi, funzionari di calcio, presidenti, primi ministri, politici e giornalisti di tutto il mondo di unirsi a noi e sostenere questo appello per un'equa remunerazione del calcio femminile. Le donne lo meritano".
"La Federazione mondiale ha fatto la sua parte, portando il montepremi a 152 milioni di dollari, triplicando l'importo pagato nel 2019 e dieci volte di più rispetto al 2015. Tuttavia - prosegue Infantino - le offerte delle emittenti sono ancora molto deludenti e semplicemente non accettabili, soprattutto considerando che il 100% di tutte le quote per i diritti pagate andrebbe direttamente nel calcio femminile, nella nostra scelta di promuovere azioni verso la parità di condizioni e retribuzione". Richieste ripetute da parte della federazione mondiale, alle quali non hanno fatto eco risposte soddisfacenti da parte dei possibili acquirenti. In uno dei suoi ultimi post su Instagram, inoltre, il dirigente ha rilanciato l'hashtag #Footballunitestheworld (Il calcio unisce il mondo), ricordando come l'impegno principale dell'ente sia quello di rimanere concentrati sull'inclusività in ogni momento dell'organizzazione dei tornei.
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La presentazione del trofeo ufficiale della competizione (Instagram)

La difesa delle emittenti

In seguito all'appello del sovrintendente, non si sono fatte attendere le risposte delle dirigenze dei canali nazionali. In considerazione del fuso orario, che farà giocare nella notte europea molte delle partite, le Tv europee hanno reputato svantaggioso per il proprio bilancio un investimento più importante di quello finora preventivato.

L'evento di presentazione della coppa del mondo ha visto la partecipazione dei vertici del Wto e delle rappresentanze di Nuova Zelanda e Australia (Instagram)

La sfida, dunque, non sarebbe relativa ai diritti delle donne, come affermato più volte nella giornata di ieri dal palco di Zurigo, ma sarebbe relativa a mere questioni di bilancio e di copertura mediatica dell'evento. Uno scontro destinato a protrarsi nel tempo, almeno fino all'inizio della competizione, programmato per il 20 luglio nei principali impianti sportivi di Australia e Nuova Zelanda.

Il girone dell'Italia

"La nostra nazionale non è la favorita per la vittoria della competizione". Lo ha ammesso la Ct della nazionale, Milena Bartolini, che ha preventivato la Svezia (squadra vice-campione alle ultime olimpiadi) come favorita per il passaggio del turno. "Per centrare almeno il secondo posto sarà fondamentale lottare fino all'ultima partita contro Argentina e Sudafrica".
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I sorteggi dei gironi si sono tenuti pochi mesi fa ad Auckland, in Nuova Zelanda (Uefa.com)

"Sono due avversarie che conosciamo poco, dovremo studiare bene le caratteristiche di entrambe le nazionali per arrivare preparate all'appuntamento", ha aggiunto in seguito ai sorteggi, avvenuti nell'ottobre del 2022. Le prime due classificate del girone G sfideranno la prima e seconda forza del gruppo E, che tra le altre squadre comprende le finaliste dell'edizione 2019, Stati Uniti e Olanda.