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Home » Sport » Insulti omofobi contro il calciatore gay Joshua Cavallo: “Non mi scuso per quello che sono”

Insulti omofobi contro il calciatore gay Joshua Cavallo: “Non mi scuso per quello che sono”

Il calciatore ha scritto in un post su Instagram quanto questo tipo di atteggiamenti lo abbia deluso: "Il calcio è un gioco per tutti, non importa chi sei, di che colore è la tua pelle o da dove vieni. L'odio non vincerà mai"

Marianna Grazi
13 Gennaio 2022
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“Non farò finta di non avere visto o sentito gli insulti omofobi durante la partita”, ha scritto sui social Joshua Cavallo, il 22enne terzino della squadra australiana dell’Adelaide United. E potrà sembrare incredibile ma ad oggi il giovane è il primo e anche l’unico calciatore professionista di una serie maggiore –al mondo– dichiaratamente omosessuale. Nel mondo dello sport, soprattutto nel calcio, esporsi personalmente, rivelando il proprio orientamento sessuale rimane un tabù. È successo, in passato, in alcune occasioni, ma solo tra ex atleti. E quello che sta accadendo al difensore del club australiano è un chiaro esempio del perché.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da J O S H C A V A L L O (@joshua.cavallo)

Nonostante il suo coming out risalga ormai allo scorso novembre e sia stato accolto con l’affetto e la vicinanza di giocatori, club e tifosi avversari, la dichiarazione sta ancora “costando caro” a Josh. Ma in seguito all’ultimo episodio omofobo ha deciso di non starsene in silenzio e di reagire. Anche nel corso della partita giocata contro il Melbourne Victory, infatti, il calciatore ha notato dagli spalti cori e striscioni offensivi. Entrato in campo nel secondo tempo, al minuto 54, è stato preso di mira dai tifosi di casa, con cori inequivocabili e inaccettabili. Così, una volta terminata, ha affidato al suo profilo Instagram il suo sfogo amareggiato.

Joshua Cavallo a novembre ha fatto coming out diventando il primo e unico calciatore professionista in attività dichiaratamente omosessuale

“Non ci sono parole per spiegare quanto io sia deluso. Questo dimostra che, come società, dobbiamo ancora avere a che fare con questi problemi nel 2022 – ha affermato Cavallo nel suo post –. Questo non dovrebbe essere accettabile e dobbiamo fare di più per ritenere queste persone responsabili. L’odio non vincerà mai“. E ha aggiunto: “Non mi scuserò mai per vivere in modo sincero la mia verità e più in generale per quello che sono al di fuori del calcio. A tutti i giovani che hanno ricevuto insulti omofobi, tenete la testa alta e continuate a inseguire i vostri sogni. Sappiate che non c’è posto nel mondo del calcio per questo. Il calcio è un gioco per tutti, non importa chi sei, di che colore è la tua pelle o da dove vieni”.

Il giocatore si è poi scagliato anche contro Instagram stesso, sostenendo che chi gestisce la piattaforma non fa abbastanza per proteggere i giovani dai commenti d’odio che ricevono da più parti. “Voglio che nessun bambino o adulto debba ricevere i messaggi odiosi e dolorosi che ho ricevuto io. Sapevo che per come sono fatto, mi sarei imbattuto in questo. È una triste realtà che le vostre piattaforme non stanno facendo abbastanza per fermare questi messaggi. Grazie di tutti i messaggi positivi, l’amore e il sostegno, visto che superano di gran lunga le cattiverie. A coloro che si sono fatti avanti dopo che avevo espresso la mia posizione. Mi congratulo con voi. Grazie a quei fan, mi avete fatto commuovere. L’amore vincerà sempre”, ha concluso il calciatore australiano.

Nonostante alcuni tifosi continuino a portare avanti una campagna d’odio contro Josh molti hanno manifestato la loro vicinanza al giocatore

I due club, l’Adelaide United e il Melbourne Victory, a loro volta hanno condannato i cori omofobi allo stadio, precisando come stiano lavorando insieme alla lega calcio australiana per identificare e perseguire i colpevoli. “Il Club si impegna a celebrare la diversità nel calcio e condanna fermamente questo comportamento che non ha posto nel nostro Club o nel nostro gioco – ha scritto in una nota il Melbourne Victory –. I tifosi che hanno violato questi standard saranno banditi dalle partite future”. Mentre l’amministratore delegato dell’Adelaide United, Nathan Kosima, ha parlato di insulti “deludenti e sconvolgenti”. “Josh continua a mostrare un immenso coraggio”, ha sottolineato Kosima, “e ci uniamo a lui nel denunciare questi insulti, che non hanno posto nella società e non saranno mai tollerati dal nostro club”.

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"Ve lo risparmio ragazzi, non è proprio il mio forte" ha risposto l
  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
"Non farò finta di non avere visto o sentito gli insulti omofobi durante la partita", ha scritto sui social Joshua Cavallo, il 22enne terzino della squadra australiana dell’Adelaide United. E potrà sembrare incredibile ma ad oggi il giovane è il primo e anche l’unico calciatore professionista di una serie maggiore –al mondo– dichiaratamente omosessuale. Nel mondo dello sport, soprattutto nel calcio, esporsi personalmente, rivelando il proprio orientamento sessuale rimane un tabù. È successo, in passato, in alcune occasioni, ma solo tra ex atleti. E quello che sta accadendo al difensore del club australiano è un chiaro esempio del perché.
 
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Joshua Cavallo a novembre ha fatto coming out diventando il primo e unico calciatore professionista in attività dichiaratamente omosessuale
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Nonostante alcuni tifosi continuino a portare avanti una campagna d'odio contro Josh molti hanno manifestato la loro vicinanza al giocatore
I due club, l’Adelaide United e il Melbourne Victory, a loro volta hanno condannato i cori omofobi allo stadio, precisando come stiano lavorando insieme alla lega calcio australiana per identificare e perseguire i colpevoli. "Il Club si impegna a celebrare la diversità nel calcio e condanna fermamente questo comportamento che non ha posto nel nostro Club o nel nostro gioco – ha scritto in una nota il Melbourne Victory –. I tifosi che hanno violato questi standard saranno banditi dalle partite future". Mentre l’amministratore delegato dell’Adelaide United, Nathan Kosima, ha parlato di insulti “deludenti e sconvolgenti”. “Josh continua a mostrare un immenso coraggio”, ha sottolineato Kosima, “e ci uniamo a lui nel denunciare questi insulti, che non hanno posto nella società e non saranno mai tollerati dal nostro club".
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