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Home » Sport » Insulti razzisti a un avversario: dopo Marconi del Pisa, anche Santini del Padova è squalificato per dieci giornate

Insulti razzisti a un avversario: dopo Marconi del Pisa, anche Santini del Padova è squalificato per dieci giornate

L'attaccante della squadra veneta accusato di aver rivolto l'offesa a Shaka Mawuli della Sambenedettese. Il Padova calcio: "Istruttoria incompleta, faremo ricorso in appello". La maxisqualifica era toccata anche al pisano Marconi, vittima Obi del Chievo. Anche in quel caso la società negò che il calciatore avesse pronunciato la frase

12 Maggio 2021
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Claudio Santini esaulta dopo un gol segnato al Fano

Ancora una maxisqualifica di dieci giornate per frasi razziste in campo. A subire il provvedimento stavolta è Claudio Santini, attaccante del Padova, fermato dal Tribunale federale nazionale in seguito al deferimento da parte del procuratore federale in per gli insulti razzisti pronunciati nei confronti del calciatore della Sambenedettese  Shaka Mawuli in occasione della partita di serie C disputatasi il 17 gennaio scorso.  Una decina di giorni fa a incorrere nella dura sanzione fu Michele Marconi, attaccante del Pisa, assolto in primo grado e condannato in appello per le frasi rivolte al giocatore del Chievo Obi.

 

La deterrenza della norma

La sanzione è stata disposta applicando  l’articolo 28 comma 2 del codice di giustizia sportiva, che prevede “la squalifica per almeno dieci giornate di gara o, nei casi più gravi, una squalifica a tempo determinato” per calciatori che adottano un “comportamento discriminatorio“. Una sanzione così forte è stata  introdotta per liberare il calcio e lo sport dalla piaga del razzismo. Ogni tesserato è consapevole delle misure alle quali va incontro con comportamenti discriminatori ed è responsabile di ciò che dice e fa in campo. Ed è al corrente che la gravità della sanzione vuole avere anche finalità di deterrenza: è previsto un lungo stop, che penalizza l’atleta sul piano professionale ed economico oltre che dal punto di vista etico e personale, proprio perché atti simili non abbiano più a verificarsi e ripetersi.

 

Il club: “Ascoltati solo gli avversari: istruttoria  monca”

Il Padova calcio in una nota emessa subito dopo il provvedimento  parla di decisione “molto discutibile”, in quanto “fondata su un’istruttoria obiettivamente monca, essendo stati auditi in fase di indagine solo tesserati della società Sambenedettese”, mentre – rileva il Padova calcio – “non è stato escusso alcun calciatore del Calcio Padova e neppure gli ufficiali di gara, i delegati di Lega Pro e i collaboratori della Procura Federale, i cui referti, peraltro, nulla hanno riportato al riguardo”. Il Padova annuncia che “non appena saranno notificate le motivazioni verrà proposto appello alla Corte Federale“. La società si dichiara “vicina al calciatore, che si è sempre distinto per un comportamento ineccepibile, anche nella lotta contro il razzismo”. Di Santini sono state   diffuse foto mentre tiene in amno un cartello con lo slogan “Uniti contro il razzismo”.

 

Michele Marconi (Pisa)

Il precedente di Marconi del Pisa

Marconi venne assolto in primo grado e condannato in appello in seguito al rinvenimento di nuove prove (ascoltati operatori di ripresa,  bordocampisti e le panchine delle due squadre). Per Marconi le accuse erano più circostanziate: si riportava infatti l’esatta frase contestata: “Ma cos’è ? La rivolta degli schiavi?“, che il centravanti del Pisa, 32 anni, avrebbe rivolto al centrocampista del Chievo Obi (ex Inter, ex Torino), di origini nigeriane. I fatti risalgono al 22 dicembre scorso: durante Pisa-Chievo, Obi denuncia di essersi sentito rivolgere da Marconi la frase incriminata e sia lui che la società veneta Chievo lamentano che nessuno sia intervenuto a partita in corso per riprendere il responsabile del gesto razzista, nonostante le parole fossero state “ascoltate dai più”. Sotto accusa da parte dei veneti soprattutto  l’arbitro Santoro, che non riportò alcunché a referto. Marconi e il Pisa Calcio hanno sempre negato che sia stata pronunciata la frase incriminata  ed hanno annunciato ricorso al Collegio di garanzia dello sport del Coni  in terzo grado.

 

Il precedente in Europa League

La la sanzione di 10 giornate di squalifica era stata assunta dall’Uefa nei confronti dl calciatore dello Slavia Praga Ondrej Kudela, per frasi di contenuto razzista (“scimmia”) nei confronti del giocatore Kamara del Glasgow Rangers, finlandese origininario della Sierra Leone.  Anche quest’ultimo venne squalificato, per tre giornate, per avere reagito aggredendo l’avversario.

 

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🗣 Non è una diminutio?

“Assolutamente no, chef in realtà significa capo, in cucina è colui che comanda, come il capo cuoco, appunto, o il capo partita. Ormai lo chef ha assunto i connotati di un personaggio mitologico, proprio in virtù dei tanti show cooking proposti. Un’arma a doppio taglio”.

🗣 In che senso?

“Sono tantissimi i giovani che sognano di indossare una giacca da cuoco, ma fra quello che si vede fare in Tv e la fatica vera che richiede la cucina, c’è una differenza abissale”.

🗣 Vuol dire che avere l’ambizione non sempre corrisponde all’effettiva voglia di fare?

“Un po’ è così. Le nuove generazioni hanno un’idea precisa della qualità della vita, la fatica e gli orari della cucina non vanno bene per tutti”.

🗣 Dall’alto delle sue tre stelle Michelin, cosa consiglia agli aspiranti chef?

L
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@lewiscapaldi ha presentato il suo nuovo singolo “Wish You The Best” con uno show ad alta quota, servendo snack e bevande. 

#lucenews #lewiscapaldi #wishyouthebest
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All’Eurocamera è stato infatti approvato un emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto che condanna la circolare perché porterebbe “alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”, e invita anche Roma "a revocare immediatamente la decisione”. Un invito che il governo non ha intenzione di seguire, e che è stato criticato dal centrodestra e salutato positivamente dalle opposizioni, unite questa volta sia in Italia che a Bruxelles. 

✍ Ma com’è la legislazione attuale in Italia su questi temi?

L
Claudio Santini esaulta dopo un gol segnato al Fano
Ancora una maxisqualifica di dieci giornate per frasi razziste in campo. A subire il provvedimento stavolta è Claudio Santini, attaccante del Padova, fermato dal Tribunale federale nazionale in seguito al deferimento da parte del procuratore federale in per gli insulti razzisti pronunciati nei confronti del calciatore della Sambenedettese  Shaka Mawuli in occasione della partita di serie C disputatasi il 17 gennaio scorso.  Una decina di giorni fa a incorrere nella dura sanzione fu Michele Marconi, attaccante del Pisa, assolto in primo grado e condannato in appello per le frasi rivolte al giocatore del Chievo Obi.  

La deterrenza della norma

La sanzione è stata disposta applicando  l'articolo 28 comma 2 del codice di giustizia sportiva, che prevede "la squalifica per almeno dieci giornate di gara o, nei casi più gravi, una squalifica a tempo determinato" per calciatori che adottano un "comportamento discriminatorio". Una sanzione così forte è stata  introdotta per liberare il calcio e lo sport dalla piaga del razzismo. Ogni tesserato è consapevole delle misure alle quali va incontro con comportamenti discriminatori ed è responsabile di ciò che dice e fa in campo. Ed è al corrente che la gravità della sanzione vuole avere anche finalità di deterrenza: è previsto un lungo stop, che penalizza l'atleta sul piano professionale ed economico oltre che dal punto di vista etico e personale, proprio perché atti simili non abbiano più a verificarsi e ripetersi.  

Il club: "Ascoltati solo gli avversari: istruttoria  monca"

Il Padova calcio in una nota emessa subito dopo il provvedimento  parla di decisione "molto discutibile", in quanto "fondata su un’istruttoria obiettivamente monca, essendo stati auditi in fase di indagine solo tesserati della società Sambenedettese", mentre - rileva il Padova calcio - "non è stato escusso alcun calciatore del Calcio Padova e neppure gli ufficiali di gara, i delegati di Lega Pro e i collaboratori della Procura Federale, i cui referti, peraltro, nulla hanno riportato al riguardo". Il Padova annuncia che "non appena saranno notificate le motivazioni verrà proposto appello alla Corte Federale". La società si dichiara "vicina al calciatore, che si è sempre distinto per un comportamento ineccepibile, anche nella lotta contro il razzismo". Di Santini sono state   diffuse foto mentre tiene in amno un cartello con lo slogan "Uniti contro il razzismo".  
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Il precedente di Marconi del Pisa

Marconi venne assolto in primo grado e condannato in appello in seguito al rinvenimento di nuove prove (ascoltati operatori di ripresa,  bordocampisti e le panchine delle due squadre). Per Marconi le accuse erano più circostanziate: si riportava infatti l'esatta frase contestata: "Ma cos'è ? La rivolta degli schiavi?", che il centravanti del Pisa, 32 anni, avrebbe rivolto al centrocampista del Chievo Obi (ex Inter, ex Torino), di origini nigeriane. I fatti risalgono al 22 dicembre scorso: durante Pisa-Chievo, Obi denuncia di essersi sentito rivolgere da Marconi la frase incriminata e sia lui che la società veneta Chievo lamentano che nessuno sia intervenuto a partita in corso per riprendere il responsabile del gesto razzista, nonostante le parole fossero state "ascoltate dai più". Sotto accusa da parte dei veneti soprattutto  l'arbitro Santoro, che non riportò alcunché a referto. Marconi e il Pisa Calcio hanno sempre negato che sia stata pronunciata la frase incriminata  ed hanno annunciato ricorso al Collegio di garanzia dello sport del Coni  in terzo grado.  

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