Matteo Mussi è tifosissimo dell’Inter, e da anni segue ogni partita della sua squadra del cuore. Nel 2006 suo padre Claudio decide di portarlo allo stadio, per assistere dal vivo a un incontro di campionato. Da quel giorno, padre e figlio non hanno mai saltato neppure una delle sfide disputate in casa dai nerazzurri.
Matteo è non vedente dalla nascita, e suo padre compie ogni volta un bellissimo gesto d’amore: racconta a suo figlio ogni dettaglio della sfida, trasmettendogli le stesse emozioni e informazioni che gli consentono di ricostruire perfettamente ciò che sta accadendo in campo. Tra i tanti episodi di razzismo e violenza, che hanno coinvolto in passato anche i giocatori della stessa Inter, questo è sicuramente un episodio che scalda il cuore, trasmettendo il vero affetto di una famiglia e la passione per lo sport.
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La coppia non abita a Milano, ma parte ogni volta da Alessandria per raggiungere il Meazza e godere insieme della partita. A raccontarlo è Pif nella suo programma “Caro marziano“, in onda su Rai 3. Rigori, falli, i discussi interventi del VAR: nonostante San Siro disponga di un sistema di telecronaca per i non vedenti, disponibile ormai da molti anni, Matteo sceglie sempre la calda voce di suo padre, che riesce a trasmettergli a pieno tutti i dettagli grazue ai quali può ricostruire i fatti. Un telecronista personale, dunque, che gli permette di immergersi nel pieno dell’incontro, dal pre-partita fuori dallo stadio ai festeggiamenti dopo una vittoria.
Chi è Matteo Mussi, tifosissimo dell’Inter
Matteo, molto conosciuto sui social, sui suoi profili parla di calcio e musica. Appassionato di mixing e della Beneamata, dopo ogni partita condivide sui suoi profili delle riflessioni sugli eventi ai quali ha partecipato, sempre in compagnia del padre. Ma non c’è solo sport. Su Instagram e TikTok risalta, infatti, anche la sua passione per le canzoni anni ’90 e contemporanee, mixate in casa.
Suo papà Claudio rivela che aveva paura, la prima volta al Meazza con suo figlio. I rumori avrebbero potuto disturbarlo. Ma fu proprio lui, nel 2006, a chiedergli di tornare allo stadio il prima possibile.
Allo stadio, come a scuola, vince l’inclusività
L’attenzione verso il linguaggio dei segni e l’inclusione delle persone non udenti sta riscuotendo, al giorno d’oggi, particolare successo. Una pratica di civiltà, che vede molti attori coinvolti nel mettere a proprio agio le persone che non riescono a sentire. Famoso il caso dei Simpson, i quali, nell’episodio 722, hanno introdotto un personaggio sordo, Monk, doppiato da persone che vivono la sua stessa condizione.
Molti anche i gesti di solidarietà da parte di gruppi di persone che scelgono di dedicarsi all’inclusività, coinvolgendo tutte le persone a loro vicine che necessitano un aiuto.