Ha “insultato e infangato la reputazione della squadra nazionale e ha fatto propaganda” contro lo Stato. Sono queste le accuse che hanno portato le autorità iraniane ad arrestare il celebre calciatore Voria Ghafouri, un arresto avvenuto davanti al figlio di soli 10 anni.
#BREAKING Security forces have arrested popular football player Voria Ghafouri on charge of “insulting and undermining the Iranian national football team and propaganda against the Islamic Republic.”
Ghafouri has been outspoken in supporting protesters, esp. people of Kurdistan. pic.twitter.com/VoYUV8y4Zs— Iran International English (@IranIntl_En) November 24, 2022
Un arresto inevitabile
Negli anni passati, Ghafouri ha giocato nella nazionale iraniana, ma non risulta tra i convocati della squadra per i Mondiali in corso in Qatar. L’arresto, avvenuto dopo un allenamento della sua squadra Foolad Khuzestan, è un chiaro segnale da parte del regime di Teheran, indirizzato probabilmente anche ai giocatori iraniani impegnati nel Mondiale in Qatar, che contro l’Inghilterra si sono rifiutati di cantare l’inno. Voria Ghafouri infatti aveva sostenuto apertamente le proteste che stanno infiammando il Paese da oltre due mesi, dopo la morte di Mahsa Amini, la giovane deceduta il 16 settembre mentre era in custodia della polizia per non aver indossato correttamente il velo.
“Sono scioccato: ho parlato con amici a Teheran, Ghafouri è stato arrestato davanti al figlio maggiore, di 10 anni. E la moglie è preoccupatissima, come tutti noi”. Così Andrea Stramaccioni, tecnico e commentatore Rai dei Mondiali Qatar 2022, al telefono con l’Ansa ha commentato l’arresto di Ghafouri, calciatore del Foolhad ed ex nazionale iraniano. “E’ stato il capitano dell’Esteghlal di Teheran quando lo allenavo”, ricorda Stramaccioni. Ghafouri è ritenuto giocatore simbolo dell’Esteghlal, per autorità, intelligenza e fair play.
“Alcune persone sputano nel piatto dove mangiano”
Lo lotta portata avanti da Ghafouri affinché anche le donne possano assistere alle partite di calcio in Iran è una battaglia che va avanti da anni. Nel 2019, infatti, dopo che l’allora ministro degli esteri iraniano aveva dichiarato: “Siamo fieri di essere sotto pressione impegnandoci a difendere il popolo della Palestina, del Libano, dello Yemen e della Siria”, il calciatore lo aveva criticato, replicando: “Non siete voi a essere sotto pressione, ma la gente comune“. In seguito al suo commento il giocatore era stato convocato dalle autorità governative per fornire spiegazioni. Non prima di aver ricevuto un ammonimento dal leader supremo Ali Khamenei: “Alcune persone, che beneficiano della pace e della sicurezza nel Paese per godersi il proprio lavoro e il proprio sport preferito, sputano nel piatto dove mangiano”. Ma Ghafouri è in buona compagnia. Anche il calciatore Hossein Mahini, infatti, a ottobre fu arrestato per aver sostenuto le proteste, per poi essere rilasciato.
La nazionale canta l’inno
In Qatar, intanto, la Nazionale dell’Iran affronta il Galles nella seconda giornata della fase a gironi del Mondiale. Stavolta i giocatori dell’Iran cantano il loro inno nazionale dopo la protesta silenziosa della prima partita quando restarono in silenzio per i diritti civili nel loro Paese. Le telecamere che li inquadrano, infatti, mostrano tutti che a bocca semiaperta ‘mormorano’ le parole dell’inno. I tifosi iraniani sugli spalti applaudono e cantano a loro volta ma manifestano anche per la libertà delle donne con scritte su magliette e sul viso.
Tifosi del Galles indossano cappellini multicolorati
Una “macchia” arcobaleno all’Ahmad Bin Ali Stadium di Ar-Rayyan, la prima visibile in modo evidente sugli spalti dei Mondiali di Qatar 2022 durante la partita tra Galles e Iran: alcuni tifosi gallesi indossano oltre alla tradizionale maglia rossa della nazionale, cappellini multicolorati. Nella giornata del 24 novembre la Fifa aveva dato indicazioni a tutti gli stadi di accettare l’uso di cappelli e ombrelli arcobaleno da parte dei tifosi, proprio dopo che la Federcalcio gallese aveva chiesto chiarimenti alla confederazione.