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Home » Sport » Iran, calciatore arrestato per aver fatto propoganda. In Qatar la Nazionale canta l’inno

Iran, calciatore arrestato per aver fatto propoganda. In Qatar la Nazionale canta l’inno

Voria Ghafouri portato via dopo l'allenamento davanti al figlio di 10 anni. Al Mondiale, intanto, il pubblico manifesta per la libertà delle donne

Edoardo Martini
25 Novembre 2022
Il calciatore Voria Ghafouri

Il calciatore Voria Ghafouri

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Ha “insultato e infangato la reputazione della squadra nazionale e ha fatto propaganda” contro lo Stato. Sono queste le accuse che hanno portato le autorità iraniane ad arrestare il celebre calciatore Voria Ghafouri, un arresto avvenuto davanti al figlio di soli 10 anni.

#BREAKING Security forces have arrested popular football player Voria Ghafouri on charge of “insulting and undermining the Iranian national football team and propaganda against the Islamic Republic.”
Ghafouri has been outspoken in supporting protesters, esp. people of Kurdistan. pic.twitter.com/VoYUV8y4Zs

— Iran International English (@IranIntl_En) November 24, 2022

Un arresto inevitabile

Negli anni passati, Ghafouri ha giocato nella nazionale iraniana, ma non risulta tra i convocati della squadra per i Mondiali in corso in Qatar. L’arresto, avvenuto dopo un allenamento della sua squadra Foolad Khuzestan, è un chiaro segnale da parte del regime di Teheran, indirizzato probabilmente anche ai giocatori iraniani impegnati nel Mondiale in Qatar, che contro l’Inghilterra si sono rifiutati di cantare l’inno. Voria Ghafouri infatti aveva sostenuto apertamente le proteste che stanno infiammando il Paese da oltre due mesi, dopo la morte di Mahsa Amini, la giovane deceduta il 16 settembre mentre era in custodia della polizia per non aver indossato correttamente il velo.

“Sono scioccato: ho parlato con amici a Teheran, Ghafouri è stato arrestato davanti al figlio maggiore, di 10 anni. E la moglie è preoccupatissima, come tutti noi”. Così Andrea Stramaccioni, tecnico e commentatore Rai dei Mondiali Qatar 2022, al telefono con l’Ansa ha commentato l’arresto di Ghafouri, calciatore del Foolhad ed ex nazionale iraniano. “E’ stato il capitano dell’Esteghlal di Teheran quando lo allenavo”, ricorda Stramaccioni. Ghafouri è ritenuto giocatore simbolo dell’Esteghlal, per autorità, intelligenza e fair play.

La Nazionale dell'Iran all'esordio al Mondiale in Qatar non canta l'inno per protesta
La Nazionale dell’Iran all’esordio al Mondiale in Qatar non canta l’inno per protesta

“Alcune persone sputano nel piatto dove mangiano”

Lo lotta portata avanti da Ghafouri affinché anche le donne possano assistere alle partite di calcio in Iran è una battaglia che va avanti da anni. Nel 2019, infatti, dopo che l’allora ministro degli esteri iraniano aveva dichiarato: “Siamo fieri di essere sotto pressione impegnandoci a difendere il popolo della Palestina, del Libano, dello Yemen e della Siria”, il calciatore lo aveva criticato, replicando: “Non siete voi a essere sotto pressione, ma la gente comune“. In seguito al suo commento il giocatore era stato convocato dalle autorità governative per fornire spiegazioni. Non prima di aver ricevuto un ammonimento dal leader supremo Ali Khamenei: “Alcune persone, che beneficiano della pace e della sicurezza nel Paese per godersi il proprio lavoro e il proprio sport preferito, sputano nel piatto dove mangiano”. Ma Ghafouri è in buona compagnia. Anche il calciatore Hossein Mahini, infatti, a ottobre fu arrestato per aver sostenuto le proteste, per poi essere rilasciato.

La ragazza sugli spalti è stata poi invitata a non mostrare la maglia in questione (Ansa)
La ragazza sugli spalti è stata poi invitata a non mostrare la maglia in questione (Ansa)

La nazionale canta l’inno

In Qatar, intanto, la Nazionale dell’Iran affronta il Galles nella seconda giornata della fase a gironi del Mondiale. Stavolta i giocatori dell’Iran cantano il loro inno nazionale dopo la protesta silenziosa della prima partita quando restarono in silenzio per i diritti civili nel loro Paese. Le telecamere che li inquadrano, infatti, mostrano tutti che a bocca semiaperta ‘mormorano’ le parole dell’inno. I tifosi iraniani sugli spalti applaudono e cantano a loro volta ma manifestano anche per la libertà delle donne con scritte su magliette e sul viso.

In campo Galles-Iran: allo stadio tifosi iraniani manifestano per la libertà delle donne
In campo Galles-Iran: allo stadio tifosi iraniani manifestano per la libertà delle donne

Tifosi del Galles indossano cappellini multicolorati

Una “macchia” arcobaleno all’Ahmad Bin Ali Stadium di Ar-Rayyan, la prima visibile in modo evidente sugli spalti dei Mondiali di Qatar 2022 durante la partita tra Galles e Iran: alcuni tifosi gallesi indossano oltre alla tradizionale maglia rossa della nazionale, cappellini multicolorati. Nella giornata del 24 novembre la Fifa aveva dato indicazioni a tutti gli stadi di accettare l’uso di cappelli e ombrelli arcobaleno da parte dei tifosi, proprio dopo che la Federcalcio gallese aveva chiesto chiarimenti alla confederazione.

Tifosi del Galles indossano cappellini multicolorati (Ansa)
Tifosi del Galles indossano cappellini multicolorati (Ansa)

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Ha "insultato e infangato la reputazione della squadra nazionale e ha fatto propaganda" contro lo Stato. Sono queste le accuse che hanno portato le autorità iraniane ad arrestare il celebre calciatore Voria Ghafouri, un arresto avvenuto davanti al figlio di soli 10 anni.

#BREAKING Security forces have arrested popular football player Voria Ghafouri on charge of "insulting and undermining the Iranian national football team and propaganda against the Islamic Republic." Ghafouri has been outspoken in supporting protesters, esp. people of Kurdistan. pic.twitter.com/VoYUV8y4Zs

— Iran International English (@IranIntl_En) November 24, 2022

Un arresto inevitabile

Negli anni passati, Ghafouri ha giocato nella nazionale iraniana, ma non risulta tra i convocati della squadra per i Mondiali in corso in Qatar. L'arresto, avvenuto dopo un allenamento della sua squadra Foolad Khuzestan, è un chiaro segnale da parte del regime di Teheran, indirizzato probabilmente anche ai giocatori iraniani impegnati nel Mondiale in Qatar, che contro l’Inghilterra si sono rifiutati di cantare l’inno. Voria Ghafouri infatti aveva sostenuto apertamente le proteste che stanno infiammando il Paese da oltre due mesi, dopo la morte di Mahsa Amini, la giovane deceduta il 16 settembre mentre era in custodia della polizia per non aver indossato correttamente il velo. "Sono scioccato: ho parlato con amici a Teheran, Ghafouri è stato arrestato davanti al figlio maggiore, di 10 anni. E la moglie è preoccupatissima, come tutti noi". Così Andrea Stramaccioni, tecnico e commentatore Rai dei Mondiali Qatar 2022, al telefono con l'Ansa ha commentato l'arresto di Ghafouri, calciatore del Foolhad ed ex nazionale iraniano. "E' stato il capitano dell'Esteghlal di Teheran quando lo allenavo", ricorda Stramaccioni. Ghafouri è ritenuto giocatore simbolo dell'Esteghlal, per autorità, intelligenza e fair play.
La Nazionale dell'Iran all'esordio al Mondiale in Qatar non canta l'inno per protesta
La Nazionale dell'Iran all'esordio al Mondiale in Qatar non canta l'inno per protesta

"Alcune persone sputano nel piatto dove mangiano"

Lo lotta portata avanti da Ghafouri affinché anche le donne possano assistere alle partite di calcio in Iran è una battaglia che va avanti da anni. Nel 2019, infatti, dopo che l’allora ministro degli esteri iraniano aveva dichiarato: "Siamo fieri di essere sotto pressione impegnandoci a difendere il popolo della Palestina, del Libano, dello Yemen e della Siria", il calciatore lo aveva criticato, replicando: "Non siete voi a essere sotto pressione, ma la gente comune". In seguito al suo commento il giocatore era stato convocato dalle autorità governative per fornire spiegazioni. Non prima di aver ricevuto un ammonimento dal leader supremo Ali Khamenei: "Alcune persone, che beneficiano della pace e della sicurezza nel Paese per godersi il proprio lavoro e il proprio sport preferito, sputano nel piatto dove mangiano". Ma Ghafouri è in buona compagnia. Anche il calciatore Hossein Mahini, infatti, a ottobre fu arrestato per aver sostenuto le proteste, per poi essere rilasciato.
La ragazza sugli spalti è stata poi invitata a non mostrare la maglia in questione (Ansa)
La ragazza sugli spalti è stata poi invitata a non mostrare la maglia in questione (Ansa)

La nazionale canta l'inno

In Qatar, intanto, la Nazionale dell'Iran affronta il Galles nella seconda giornata della fase a gironi del Mondiale. Stavolta i giocatori dell'Iran cantano il loro inno nazionale dopo la protesta silenziosa della prima partita quando restarono in silenzio per i diritti civili nel loro Paese. Le telecamere che li inquadrano, infatti, mostrano tutti che a bocca semiaperta 'mormorano' le parole dell'inno. I tifosi iraniani sugli spalti applaudono e cantano a loro volta ma manifestano anche per la libertà delle donne con scritte su magliette e sul viso.
In campo Galles-Iran: allo stadio tifosi iraniani manifestano per la libertà delle donne
In campo Galles-Iran: allo stadio tifosi iraniani manifestano per la libertà delle donne

Tifosi del Galles indossano cappellini multicolorati

Una "macchia" arcobaleno all'Ahmad Bin Ali Stadium di Ar-Rayyan, la prima visibile in modo evidente sugli spalti dei Mondiali di Qatar 2022 durante la partita tra Galles e Iran: alcuni tifosi gallesi indossano oltre alla tradizionale maglia rossa della nazionale, cappellini multicolorati. Nella giornata del 24 novembre la Fifa aveva dato indicazioni a tutti gli stadi di accettare l'uso di cappelli e ombrelli arcobaleno da parte dei tifosi, proprio dopo che la Federcalcio gallese aveva chiesto chiarimenti alla confederazione.
Tifosi del Galles indossano cappellini multicolorati (Ansa)
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