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Home » Sport » Jakub Jankto, il coming out del centrocampista segna una svolta nel mondo del calcio

Jakub Jankto, il coming out del centrocampista segna una svolta nel mondo del calcio

E' il primo giocatore di alto livello a dichiararsi omosessuale. L'ex compagna: "Orgogliosa che sia stato in grado di raccogliere le forze per uscire pubblicamente"

Barbara Berti
14 Febbraio 2023
Il calciatore Jakub Jankto (Instagram)

Il calciatore Jakub Jankto (Instagram)

Share on FacebookShare on Twitter

Il coming out del calciatore Jakub Jankto, arrivato alla vigilia di San Valentino, potrebbe segnare una svolta nella battaglia per i diritti e l’inclusione nel mondo del pallone. Il centrocampista ceco, classe 1996, è il primo giocatore di alto livello, in piena attività, a dichiararsi apertamente gay, ‘sfidando’ un ambiente dove serpeggiano ancora l’omofobia e il machismo.

Forti, dritte e chiare le parole di Jankto, che tra il 2015 e il 2021 ha giocato in Italia con Ascoli, Sampdoria e Udinese, e adesso veste la maglia dello Sparta Praga, in prestito dagli spagnoli del Getafe, oltre a quella della sua Nazionale. “Come tutti, voglio anche vivere la mia vita in libertà. Senza paure. Senza pregiudizio. Senza violenza. Ma con amore” dice nel video postato su Instagram che ha fatto il giro del mondo incassando – fino a questo momento – ‘like’ e commenti di apprezzamento.

Il calciatore Jakub Jankto (Instagram)
Il calciatore Jakub Jankto (Instagram)

Tra i primi messaggi arrivati quello dello Sparta Praga, club in cui gioca Jankto: “Jakub ha parlato apertamente del suo orientamento sessuale con la dirigenza, l’allenatore e i compagni qualche tempo fa. Tutto il resto riguarda la sua vita personale: nessun commento ulteriore e basta domande. Hai il nostro supporto. Vivi la vita, Jakub. Non importa nient’altro”. Il Getafe, proprietario del cartellino di Jankto, twitta: “Il nostro massimo rispetto e appoggio incondizionato”. La Nazionale ceca, sempre via Twitter, scrive: “Per noi non cambia nulla. Vivi la tua vita, Jakub”. “Il calcio è di tutti”: così Fifa e Uefa appoggiano la scelta del giocatore, destinata a cambiare la situazione nel mondo del calcio. Almeno così la pensa Neymar che via social scrive “E’ un giorno importante“.

“Coraggioso” dichiara l’ex juventino Claudio Marchisio, tra i primi a commentare il post. Il club spagnolo Atletico di Madrid scrive: “Orgoglioso di te”, la Fiorentina “da sempre contro ogni discriminazione”. L’ex portiere Walter Zenga chiede “rispetto” per Jankto mentre la Juventus commenta con un cuore e l’arcobaleno. Anche dalla Premier League un messaggio di vicinanza: “Siamo con te, Jakub. Il calcio è per tutti”.

 

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Un post condiviso da Ascoli Calcio 1898 (@ascolicalcio1898fc)

L’Ascoli Calcio, sua ex squadra italiana, sul proprio sito, scrive: “Forza Kuba! Siamo con te e ti sosterremo sempre”. La società – dove Jankto giocato durante la stagione 2015/16 – in pratica scrive una lettera al calciatore piena d’affetto. “Quando abbiamo visto il video in cui hai fatto coming out dichiarando al mondo la tua omosessualità, abbiamo avuto una stretta al cuore, non per il contenuto del video – nel 2023 può essere ancora un problema l’orientamento sessuale di una persona? – ma per i tuoi occhi lucidi alla fine di quel video, dopo aver detto ‘Sono gay e non voglio più nascondermi’ Subito dopo quella frase lanci uno sguardo al cielo, come se ti fossi liberato di un peso insostenibile”, si legge nella nota connotata che prosegue: “Noi come Ascoli Calcio, noi come popolo piceno abbiamo ammirato nella stagione 2015/16 le tue prodezze in campo, la tua professionalità, la tua voglia di arrivare. Nella tua esperienza all’Ascoli ricordiamo i 5 gol e 9 assist nelle tue 35 presenze, ricordiamo un ‘Kuba’ ambiziosissimo, con una voglia straripante di lanciarsi nel calcio dei massimi livelli, andavi in giro col vocabolario di italiano perché imparare bene la lingua ti avrebbe aiutato ad arrivare. E così è stato. A noi, tutto il resto davvero non importa”.

Il calciatore Jakub Jankto (Instagram)
Il calciatore Jakub Jankto (Instagram)

Anche il mondo del pallone tedesco, dove Jankto è molto conosciuto, esprime parole d’affetto per il calciatore. “Che giocatore! Che personalità! Complimenti Jakub per aver parlato e aperto la strada agli altri”, twitta l’ex centrocampista della Germania Thomas Hitzlsperger, che ha fatto coming out dopo la fine della sua carriera da giocatore nel 2014. L’allenatore del Bayern Monaco, Julian Nagelsmann, commenta il coming out così: “Coraggio ma dovrebbe anche essere normale. Il mondo è molto vario. Questo è un bene per la società. Sono felice che l’abbia fatto”. L’ex club di Hitzelsperger, il VfB Stuttgart, scrive su Twitter: “Congratulazioni, rispetto e amore da Stoccarda. Ti copriamo le spalle”. Il Borussia Dortmund sostiene che “il calcio è per tutti”, l’Holstein Kiel di seconda divisionedefinisce Jankto “un’ispirazione” mentre l’Eintracht Frankfurt afferma che “l’amore non ha limiti”.

Respect and thanks, Jakub!

🏳️‍🌈 Football is for everyone. 🖤💛 https://t.co/TM50eZJeYm

— Borussia Dortmund (@BVB) February 13, 2023

 

Le dolci parole dell’ex compagna

“È la storia di Kuby, la sua confessione. Sono orgogliosa che sia stato in grado di raccogliere le forze per uscire pubblicamente. È il primo calciatore in attività ad annunciarlo. Forse solo quelli che hanno concluso la loro carriera lo hanno ammesso. Tutti gli altri lo tengono segreto. Hanno paura di quello che dice la gente”. Così, al sito ceco Idnes.cz, Markéta Ottomanská, ex compagna di Jankto con cui il calciatore ha un figlio di tre anni. L’ex compagna, con cui la storia è finita nel 2021, non ha voluto dare troppi dettagli sul momento del coming out privato/familiare: “Non voglio esternare i dettagli. Quando me lo ha detto, mi ha anche dato molta libertà. Ora l’importante è che sia a suo agio e felice. Sarà sicuramente sollevato e niente lo divorerà più nell’anima. Aveva paura che la gente non lo accettasse per quello che era. Era stressato per questo. Credo che alla gente piacerà tanto quanto prima. Del nostro passato non me ne occupo più. Non lo biasimo per come è finita tra noi, spero che ora sia più sereno e in pace con se stesso”.

Il calciatore ceco insieme all'ex compagna Markéta Ottomanská (Instagram)
Il calciatore ceco insieme all’ex compagna Markéta Ottomanská (Instagram)

I coming out nel mondo del pallone

Prima di Jakub Jankto c’erano stati altri coming out nel mondo del pallone ma con meno risonanza mediatica. Nell’ottobre del 2021 il centrocampista dell’Adelaide United, Josh Cavallo, ha rivelato di essere gay, così come l’inglese Jake Daniels, che a 17 anni è stato accompagnato nel percorso dal suo club d’appartenenza, il Blackpool, che milita nella seconda serie inglese.

Josh Cavallo non è stato il primo australiano a raccontare pubblicamente di essere gay: a maggio del 2019 lo aveva infatti fatto Andy Brennan in un’intervista al giornale “Herald Sun”. Risale al giugno del 2018 il coming out di Collin Martin, che all’epoca giocava nella Mls con il Minnesota United. In realtà il primo a dichiarare la sua omosessualità, negli anni ’90, fu Justin Fashanu. Era un astro nascente del calcio inglese e sperava che il suo coming out avrebbe spinto altri colleghi a fare lo stesso. Ma non andò così. La carriera di Fashanu precipitò, la comunità nera lo accusò di averla esposta, e il 3 maggio del 1998 si tolse la vita. Segni di tempi in cui quel limite era ancora invalicabile.

Altri hanno aspettato di chiudere la loro carriera agonistica prima di uscire allo scoperto come il tedesco Thomas Hitzlsperger, ex centrocampista di Aston Villa, Stoccarda, Lazio, West Ham, Wolfsburg ed Everton e oggi direttore sportivo dello Stoccarda: spiegò di aver rimandato il coming out per la paura della reazione dei compagni. Anche l’ex Monteral Impact, David Testo, ha dichiarato la propria omosessualità solo al termine della sua carriera, nel 2011. Tanti altri sono usciti allo scoperto, tra loro Robbie Rogers nel 2013, una volta appesi gli scarpini. Poi però il terzino americano è tornato a giocare con i Los Angeles Galaxy, e ha vinto una MLS Cup.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Il coming out del calciatore Jakub Jankto, arrivato alla vigilia di San Valentino, potrebbe segnare una svolta nella battaglia per i diritti e l’inclusione nel mondo del pallone. Il centrocampista ceco, classe 1996, è il primo giocatore di alto livello, in piena attività, a dichiararsi apertamente gay, ‘sfidando’ un ambiente dove serpeggiano ancora l’omofobia e il machismo. Forti, dritte e chiare le parole di Jankto, che tra il 2015 e il 2021 ha giocato in Italia con Ascoli, Sampdoria e Udinese, e adesso veste la maglia dello Sparta Praga, in prestito dagli spagnoli del Getafe, oltre a quella della sua Nazionale. “Come tutti, voglio anche vivere la mia vita in libertà. Senza paure. Senza pregiudizio. Senza violenza. Ma con amore” dice nel video postato su Instagram che ha fatto il giro del mondo incassando – fino a questo momento – ‘like’ e commenti di apprezzamento.
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Un post condiviso da Ascoli Calcio 1898 (@ascolicalcio1898fc)

L’Ascoli Calcio, sua ex squadra italiana, sul proprio sito, scrive: “Forza Kuba! Siamo con te e ti sosterremo sempre”. La società – dove Jankto giocato durante la stagione 2015/16 – in pratica scrive una lettera al calciatore piena d’affetto. “Quando abbiamo visto il video in cui hai fatto coming out dichiarando al mondo la tua omosessualità, abbiamo avuto una stretta al cuore, non per il contenuto del video - nel 2023 può essere ancora un problema l'orientamento sessuale di una persona? - ma per i tuoi occhi lucidi alla fine di quel video, dopo aver detto ‘Sono gay e non voglio più nascondermi’ Subito dopo quella frase lanci uno sguardo al cielo, come se ti fossi liberato di un peso insostenibile”, si legge nella nota connotata che prosegue: “Noi come Ascoli Calcio, noi come popolo piceno abbiamo ammirato nella stagione 2015/16 le tue prodezze in campo, la tua professionalità, la tua voglia di arrivare. Nella tua esperienza all'Ascoli ricordiamo i 5 gol e 9 assist nelle tue 35 presenze, ricordiamo un ‘Kuba’ ambiziosissimo, con una voglia straripante di lanciarsi nel calcio dei massimi livelli, andavi in giro col vocabolario di italiano perché imparare bene la lingua ti avrebbe aiutato ad arrivare. E così è stato. A noi, tutto il resto davvero non importa”.
Il calciatore Jakub Jankto (Instagram)
Il calciatore Jakub Jankto (Instagram)
Anche il mondo del pallone tedesco, dove Jankto è molto conosciuto, esprime parole d’affetto per il calciatore. “Che giocatore! Che personalità! Complimenti Jakub per aver parlato e aperto la strada agli altri", twitta l’ex centrocampista della Germania Thomas Hitzlsperger, che ha fatto coming out dopo la fine della sua carriera da giocatore nel 2014. L'allenatore del Bayern Monaco, Julian Nagelsmann, commenta il coming out così: “Coraggio ma dovrebbe anche essere normale. Il mondo è molto vario. Questo è un bene per la società. Sono felice che l'abbia fatto”. L'ex club di Hitzelsperger, il VfB Stuttgart, scrive su Twitter: “Congratulazioni, rispetto e amore da Stoccarda. Ti copriamo le spalle”. Il Borussia Dortmund sostiene che “il calcio è per tutti”, l'Holstein Kiel di seconda divisionedefinisce Jankto “un'ispirazione” mentre l'Eintracht Frankfurt afferma che "l'amore non ha limiti".

Respect and thanks, Jakub!

🏳️‍🌈 Football is for everyone. 🖤💛 https://t.co/TM50eZJeYm — Borussia Dortmund (@BVB) February 13, 2023
 

Le dolci parole dell’ex compagna

“È la storia di Kuby, la sua confessione. Sono orgogliosa che sia stato in grado di raccogliere le forze per uscire pubblicamente. È il primo calciatore in attività ad annunciarlo. Forse solo quelli che hanno concluso la loro carriera lo hanno ammesso. Tutti gli altri lo tengono segreto. Hanno paura di quello che dice la gente”. Così, al sito ceco Idnes.cz, Markéta Ottomanská, ex compagna di Jankto con cui il calciatore ha un figlio di tre anni. L'ex compagna, con cui la storia è finita nel 2021, non ha voluto dare troppi dettagli sul momento del coming out privato/familiare: “Non voglio esternare i dettagli. Quando me lo ha detto, mi ha anche dato molta libertà. Ora l’importante è che sia a suo agio e felice. Sarà sicuramente sollevato e niente lo divorerà più nell'anima. Aveva paura che la gente non lo accettasse per quello che era. Era stressato per questo. Credo che alla gente piacerà tanto quanto prima. Del nostro passato non me ne occupo più. Non lo biasimo per come è finita tra noi, spero che ora sia più sereno e in pace con se stesso”.
Il calciatore ceco insieme all'ex compagna Markéta Ottomanská (Instagram)
Il calciatore ceco insieme all'ex compagna Markéta Ottomanská (Instagram)

I coming out nel mondo del pallone

Prima di Jakub Jankto c’erano stati altri coming out nel mondo del pallone ma con meno risonanza mediatica. Nell'ottobre del 2021 il centrocampista dell’Adelaide United, Josh Cavallo, ha rivelato di essere gay, così come l'inglese Jake Daniels, che a 17 anni è stato accompagnato nel percorso dal suo club d'appartenenza, il Blackpool, che milita nella seconda serie inglese. Josh Cavallo non è stato il primo australiano a raccontare pubblicamente di essere gay: a maggio del 2019 lo aveva infatti fatto Andy Brennan in un'intervista al giornale “Herald Sun”. Risale al giugno del 2018 il coming out di Collin Martin, che all'epoca giocava nella Mls con il Minnesota United. In realtà il primo a dichiarare la sua omosessualità, negli anni '90, fu Justin Fashanu. Era un astro nascente del calcio inglese e sperava che il suo coming out avrebbe spinto altri colleghi a fare lo stesso. Ma non andò così. La carriera di Fashanu precipitò, la comunità nera lo accusò di averla esposta, e il 3 maggio del 1998 si tolse la vita. Segni di tempi in cui quel limite era ancora invalicabile. Altri hanno aspettato di chiudere la loro carriera agonistica prima di uscire allo scoperto come il tedesco Thomas Hitzlsperger, ex centrocampista di Aston Villa, Stoccarda, Lazio, West Ham, Wolfsburg ed Everton e oggi direttore sportivo dello Stoccarda: spiegò di aver rimandato il coming out per la paura della reazione dei compagni. Anche l'ex Monteral Impact, David Testo, ha dichiarato la propria omosessualità solo al termine della sua carriera, nel 2011. Tanti altri sono usciti allo scoperto, tra loro Robbie Rogers nel 2013, una volta appesi gli scarpini. Poi però il terzino americano è tornato a giocare con i Los Angeles Galaxy, e ha vinto una MLS Cup.
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