Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Sport » Kendall Chase contro il body shaming: “Non c’è niente di male nell’essere più in carne”

Kendall Chase contro il body shaming: “Non c’è niente di male nell’essere più in carne”

La canoista statunitense, dichiaratamente lesbica, ha lanciato un messaggio attraverso un video sul canale Instagram Olympics: "Non è necessario avere corpi perfetti per essere bravi nello sport o andare alle Olimpiadi"

Marianna Grazi
11 Febbraio 2022
Share on FacebookShare on Twitter
Kendall Chase, canoista americana apertamente Lgbtq+

Kendall “Kenny” Chase è una 27enne di San Francisco, California: canoista americana di fama internazionale, è stata cinque volte campionessa mondiale U23 e l’estate scorsa ha partecipato alla sua prima Olimpiade. Inoltre Kenny fa apertamente parte della comunità LGBTQ+ e sui suoi social la si vede spesso in teneri scatti con la compagna Amanda Elmore. Esclusi gli addetti ai lavori saranno sicuramente in molto a non conoscere Kenny Chase, ai più potrebbe apparire semplicemente come ‘una delle tante’ atlete del Team Usa che partecipano ogni quattro anni ai Giochi Olimpici. Ma qualche giorno fa ha lanciato un messaggio potentissimo contro il body shaming, che travalica i confini degli Stati, che deve entrare nella mente di tutti gli appassionati di sport ma anche dei semplici spettatori occasionali.

“Come la maggior parte di voi probabilmente sa, i Giochi olimpici (invernali, ndr) sono in corso da una settimana. E io, come membro del Team USA ai Giochi di Tokyo 2021, ho avuto alcune idee di recente e ho pensato di condividerle con tutti voi. Mi ricordo che da bambina guardavo le Olimpiadi e pensavo: “Oh mio Dio, queste persone sono così belle“. Tipo, hanno tutti sei addominali. Sono proprio come le piccole creature perfette di Dio, tutte in competizione tra loro in questa piccola bolla”, racconta in un video pubblicato sul canale Instagram Olympics. La giovane campionessa, medaglia d’argento ai mondiali Junior, sa bene cosa vuol dire essere atlete di altissimo livello, tra allenamenti estenuanti, fatica, rinunce e tanta forza mentale. Ma conosce anche la durezza dei giudizi che vanno al di là della prestazione atletica, che guardano al genere, all’orientamento sessuale ma anche al corpo stesso, troppo magro o troppo grasso, troppo o poco muscoloso e così via.

Kendall durante un allenamento di canoa

“È ovviamente da piccoli che la dismorfia del corpo comincia a farsi sentire. Cominciamo a paragonarci alle altre persone e a quelle che vediamo nei media. E sono qui per dire che non devi avere quell’aspetto per essere brava negli sport o per andare alle Olimpiadi. Io ci sono andata eppure ho ancora, sapete, qualcosina in più qui sotto” scherza alzando la maglietta e strizzando giocosamente la sua pancia. “Quindi, quando si guardano i Giochi basta tenere a mente che non è necessario apparire in quel modo per avere successo in atletica o, davvero, anche solo successo nella vita in generale“. Non esistono corpi perfetti, non esiste un giusto modo di essere o di apparire, e soprattutto, ribadisce Chase, non bisogna sminuire o ritenere sbagliato il proprio aspetto paragonandolo a quello che vediamo apparire in tv.

“So che è difficile quando si guardano le gare e tutti sembrano così belli e atletici, ma io ho mai avuto una tartaruga, anche se mi sono allenata per, sapete, più di sei ore al giorno per cinque anni? No, mai. Mai una volta. Solo una ciambella” dice ridendo, a proprio agio con il suo aspetto. “Così è bene avere un po’ di ciccia in più addosso. A volte è vantaggioso. Come nel mio caso, di chi fa canoa, è bene avere un po ‘di copertura extra, ‘protezione’ come la chiamiamo noi” aggiunge. E conclude: “Quindi, spero che tutti si divertano a guardare le Olimpiadi del Team USA. E va bene. Va bene essere grasse. Non c’è niente, niente di male nell’essere più in carne“.

Potrebbe interessarti anche

Laura Pausini si è sposata (Instagram)
Spettacolo

Matrimonio Laura Pausini, luna di miele speciale. Ecco dove va

22 Marzo 2023
Truvada è il farmaco per la PrEP, profilassi pre-esposizione
Scienze e culture

L’Aifa potrebbe rendere gratuita la PrEP: di che si tratta

21 Marzo 2023
Wolfgang Porsche, 79 anni, chiede il divorzio alla moglie Claudia Huebner, 74 anni (a sx) e si avvicina all'amica storica Gabriela Prinzessin zu Leiningen, 59 anni (a dx)
Attualità

Porsche chiede il divorzio alla moglie: lei soffre di demenza

23 Marzo 2023

Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Kendall Chase, canoista americana apertamente Lgbtq+

Kendall "Kenny" Chase è una 27enne di San Francisco, California: canoista americana di fama internazionale, è stata cinque volte campionessa mondiale U23 e l'estate scorsa ha partecipato alla sua prima Olimpiade. Inoltre Kenny fa apertamente parte della comunità LGBTQ+ e sui suoi social la si vede spesso in teneri scatti con la compagna Amanda Elmore. Esclusi gli addetti ai lavori saranno sicuramente in molto a non conoscere Kenny Chase, ai più potrebbe apparire semplicemente come 'una delle tante' atlete del Team Usa che partecipano ogni quattro anni ai Giochi Olimpici. Ma qualche giorno fa ha lanciato un messaggio potentissimo contro il body shaming, che travalica i confini degli Stati, che deve entrare nella mente di tutti gli appassionati di sport ma anche dei semplici spettatori occasionali.

"Come la maggior parte di voi probabilmente sa, i Giochi olimpici (invernali, ndr) sono in corso da una settimana. E io, come membro del Team USA ai Giochi di Tokyo 2021, ho avuto alcune idee di recente e ho pensato di condividerle con tutti voi. Mi ricordo che da bambina guardavo le Olimpiadi e pensavo: "Oh mio Dio, queste persone sono così belle". Tipo, hanno tutti sei addominali. Sono proprio come le piccole creature perfette di Dio, tutte in competizione tra loro in questa piccola bolla", racconta in un video pubblicato sul canale Instagram Olympics. La giovane campionessa, medaglia d'argento ai mondiali Junior, sa bene cosa vuol dire essere atlete di altissimo livello, tra allenamenti estenuanti, fatica, rinunce e tanta forza mentale. Ma conosce anche la durezza dei giudizi che vanno al di là della prestazione atletica, che guardano al genere, all'orientamento sessuale ma anche al corpo stesso, troppo magro o troppo grasso, troppo o poco muscoloso e così via.

Kendall durante un allenamento di canoa

"È ovviamente da piccoli che la dismorfia del corpo comincia a farsi sentire. Cominciamo a paragonarci alle altre persone e a quelle che vediamo nei media. E sono qui per dire che non devi avere quell'aspetto per essere brava negli sport o per andare alle Olimpiadi. Io ci sono andata eppure ho ancora, sapete, qualcosina in più qui sotto" scherza alzando la maglietta e strizzando giocosamente la sua pancia. "Quindi, quando si guardano i Giochi basta tenere a mente che non è necessario apparire in quel modo per avere successo in atletica o, davvero, anche solo successo nella vita in generale". Non esistono corpi perfetti, non esiste un giusto modo di essere o di apparire, e soprattutto, ribadisce Chase, non bisogna sminuire o ritenere sbagliato il proprio aspetto paragonandolo a quello che vediamo apparire in tv.

"So che è difficile quando si guardano le gare e tutti sembrano così belli e atletici, ma io ho mai avuto una tartaruga, anche se mi sono allenata per, sapete, più di sei ore al giorno per cinque anni? No, mai. Mai una volta. Solo una ciambella" dice ridendo, a proprio agio con il suo aspetto. "Così è bene avere un po' di ciccia in più addosso. A volte è vantaggioso. Come nel mio caso, di chi fa canoa, è bene avere un po 'di copertura extra, 'protezione' come la chiamiamo noi" aggiunge. E conclude: "Quindi, spero che tutti si divertano a guardare le Olimpiadi del Team USA. E va bene. Va bene essere grasse. Non c'è niente, niente di male nell'essere più in carne".

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto