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Kendall Chase contro il body shaming: "Non c'è niente di male nell'essere più in carne"

di MARIANNA GRAZI -
11 febbraio 2022
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Kendall Chase, canoista americana apertamente Lgbtq+

Kendall "Kenny" Chase è una 27enne di San Francisco, California: canoista americana di fama internazionale, è stata cinque volte campionessa mondiale U23 e l'estate scorsa ha partecipato alla sua prima Olimpiade. Inoltre Kenny fa apertamente parte della comunità LGBTQ+ e sui suoi social la si vede spesso in teneri scatti con la compagna Amanda Elmore. Esclusi gli addetti ai lavori saranno sicuramente in molto a non conoscere Kenny Chase, ai più potrebbe apparire semplicemente come 'una delle tante' atlete del Team Usa che partecipano ogni quattro anni ai Giochi Olimpici. Ma qualche giorno fa ha lanciato un messaggio potentissimo contro il body shaming, che travalica i confini degli Stati, che deve entrare nella mente di tutti gli appassionati di sport ma anche dei semplici spettatori occasionali.

"Come la maggior parte di voi probabilmente sa, i Giochi olimpici (invernali, ndr) sono in corso da una settimana. E io, come membro del Team USA ai Giochi di Tokyo 2021, ho avuto alcune idee di recente e ho pensato di condividerle con tutti voi. Mi ricordo che da bambina guardavo le Olimpiadi e pensavo: "Oh mio Dio, queste persone sono così belle". Tipo, hanno tutti sei addominali. Sono proprio come le piccole creature perfette di Dio, tutte in competizione tra loro in questa piccola bolla", racconta in un video pubblicato sul canale Instagram Olympics. La giovane campionessa, medaglia d'argento ai mondiali Junior, sa bene cosa vuol dire essere atlete di altissimo livello, tra allenamenti estenuanti, fatica, rinunce e tanta forza mentale. Ma conosce anche la durezza dei giudizi che vanno al di là della prestazione atletica, che guardano al genere, all'orientamento sessuale ma anche al corpo stesso, troppo magro o troppo grasso, troppo o poco muscoloso e così via.

Kendall durante un allenamento di canoa

"È ovviamente da piccoli che la dismorfia del corpo comincia a farsi sentire. Cominciamo a paragonarci alle altre persone e a quelle che vediamo nei media. E sono qui per dire che non devi avere quell'aspetto per essere brava negli sport o per andare alle Olimpiadi. Io ci sono andata eppure ho ancora, sapete, qualcosina in più qui sotto" scherza alzando la maglietta e strizzando giocosamente la sua pancia. "Quindi, quando si guardano i Giochi basta tenere a mente che non è necessario apparire in quel modo per avere successo in atletica o, davvero, anche solo successo nella vita in generale". Non esistono corpi perfetti, non esiste un giusto modo di essere o di apparire, e soprattutto, ribadisce Chase, non bisogna sminuire o ritenere sbagliato il proprio aspetto paragonandolo a quello che vediamo apparire in tv.

"So che è difficile quando si guardano le gare e tutti sembrano così belli e atletici, ma io ho mai avuto una tartaruga, anche se mi sono allenata per, sapete, più di sei ore al giorno per cinque anni? No, mai. Mai una volta. Solo una ciambella" dice ridendo, a proprio agio con il suo aspetto. "Così è bene avere un po' di ciccia in più addosso. A volte è vantaggioso. Come nel mio caso, di chi fa canoa, è bene avere un po 'di copertura extra, 'protezione' come la chiamiamo noi" aggiunge. E conclude: "Quindi, spero che tutti si divertano a guardare le Olimpiadi del Team USA. E va bene. Va bene essere grasse. Non c'è niente, niente di male nell'essere più in carne".