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Home » Sport » La calciatrice Cecilia Salvai fa gli occhi a mandorla sui social: scoppia la bufera sulla Juventus, che si scusa

La calciatrice Cecilia Salvai fa gli occhi a mandorla sui social: scoppia la bufera sulla Juventus, che si scusa

L'immagine pubblicata sul profilo Twitter delle Juventus Women, scatena le accuse di razzismo verso la giocatrice. Il club bianconero: "errore imperdonabile" che "ha ferito gravemente i sentimenti di tutte le persone che si oppongono alla discriminazione razziale"

Federico Martini
6 Agosto 2021
Valentina Giacinti (Milan) SX e  Cecilia Salvai (Juventus) DX
Milan Women vs Juventus Women
Campionato Serie A Femminile - 4° giornata
Milano 05-10-2020
Stadio Giuseppe Meazza - San Siro
foto Roberto Garavaglia - agenzia Aldo Liverani sas/ AGENZIA ALDO LIVERANI SAS

Valentina Giacinti (Milan) SX e Cecilia Salvai (Juventus) DX Milan Women vs Juventus Women Campionato Serie A Femminile - 4° giornata Milano 05-10-2020 Stadio Giuseppe Meazza - San Siro foto Roberto Garavaglia - agenzia Aldo Liverani sas/ AGENZIA ALDO LIVERANI SAS

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Bufera social per Cecilia Salvai. Una foto della calciatrice che fa gli occhi a mandorla, sul profilo Twitter delle Juventus Women, scatena le accuse di
razzismo nei confronti della giocatrice, costringendo il club bianconero a scusarsi per “l’errore imperdonabile” che, scrive in una nota ufficiale, “ha ferito gravemente i sentimenti di tutte le persone che si oppongono alla discriminazione razziale”. Tra i tanti insulti, c’è però anche chi difende la 27enne e si dice “stufo di questo politically correct”.

Il post con l’immagine della ragazza che si allunga la forma degli occhi con le dita, in testa un cono arancione d’allenamento, il cosiddetto ‘cinesino‘ è stato rimosso quando sono arrivate le prime critiche. “Disgustoso. Razzista una volta, razzista per sempre“, è uno dei tanti commenti polemici. “Il gesto di mimare la forma degli occhi degli orientali infastidisce, offende milioni, forse miliardi di persone – si legge su un altro profilo – Una società che vuole estendere il suo marchio a livello globale non può cadere in questi errori marchiani, decisamente prevedibili ed evitabili”.

Per Tmz, magazine online popolare soprattutto in America, si tratta di una immagine “incredibilmente razzista” e sembra che l’Adidas, di cui la Salvai nella foto indossa la divisa, abbia contattato la Juventus per avere spiegazioni. Di fronte alla pioggia di critiche, la Juventus ha deciso di esprimere le sue “più sentite scuse“, assumendosi “la piena responsabilità del verificarsi dell’incidente e del suo grave impatto. Contrastare la discriminazione razziale e favorire lo sviluppo comune di più culture – ricorda il club – sono i principi a cui Juventus come Società ha sempre aderito e continua a mettere in pratica”.

Per questo motivo, nel prendere atto dell’errore, assicura «la più profonda riflessione e un’approfondita revisione per evitare che cose simili si ripetano”.

Tutti concordano che quell’immagine, per quanto volesse essere buffa, sia stata infelice. Ma di lì ad accusare di razzismo la Salvai, e la Juventus, ce ne passa: “Chi taccia Cecilia Salvai di razzismo, oltre a non conoscere la ragazza, capisce meno di zero dell’argomento e, fortuna sua, non l’ha mai sperimentato sulla propria pelle”, è uno dei tweet a favore della bianconera. “Le mie capre sono più intelligenti di chi taccia di razzismo Cecilia Salvai e degli haters che la stanno massacrando”, scrive un altro.

E c’è anche chi esprime «totale solidarietà» a Cecilia Salvai. Perché, dice “con la storia del razzismo, e questo finto moralismo, avete ampiamente toccato il fondo.. fatevi una risata, ogni tanto e finitela”.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Bufera social per Cecilia Salvai. Una foto della calciatrice che fa gli occhi a mandorla, sul profilo Twitter delle Juventus Women, scatena le accuse di razzismo nei confronti della giocatrice, costringendo il club bianconero a scusarsi per "l'errore imperdonabile" che, scrive in una nota ufficiale, "ha ferito gravemente i sentimenti di tutte le persone che si oppongono alla discriminazione razziale". Tra i tanti insulti, c'è però anche chi difende la 27enne e si dice "stufo di questo politically correct". Il post con l'immagine della ragazza che si allunga la forma degli occhi con le dita, in testa un cono arancione d'allenamento, il cosiddetto 'cinesino' è stato rimosso quando sono arrivate le prime critiche. "Disgustoso. Razzista una volta, razzista per sempre", è uno dei tanti commenti polemici. "Il gesto di mimare la forma degli occhi degli orientali infastidisce, offende milioni, forse miliardi di persone - si legge su un altro profilo - Una società che vuole estendere il suo marchio a livello globale non può cadere in questi errori marchiani, decisamente prevedibili ed evitabili". Per Tmz, magazine online popolare soprattutto in America, si tratta di una immagine "incredibilmente razzista" e sembra che l'Adidas, di cui la Salvai nella foto indossa la divisa, abbia contattato la Juventus per avere spiegazioni. Di fronte alla pioggia di critiche, la Juventus ha deciso di esprimere le sue "più sentite scuse", assumendosi "la piena responsabilità del verificarsi dell'incidente e del suo grave impatto. Contrastare la discriminazione razziale e favorire lo sviluppo comune di più culture - ricorda il club - sono i principi a cui Juventus come Società ha sempre aderito e continua a mettere in pratica". Per questo motivo, nel prendere atto dell'errore, assicura «la più profonda riflessione e un'approfondita revisione per evitare che cose simili si ripetano". Tutti concordano che quell'immagine, per quanto volesse essere buffa, sia stata infelice. Ma di lì ad accusare di razzismo la Salvai, e la Juventus, ce ne passa: "Chi taccia Cecilia Salvai di razzismo, oltre a non conoscere la ragazza, capisce meno di zero dell'argomento e, fortuna sua, non l'ha mai sperimentato sulla propria pelle", è uno dei tweet a favore della bianconera. "Le mie capre sono più intelligenti di chi taccia di razzismo Cecilia Salvai e degli haters che la stanno massacrando", scrive un altro. E c'è anche chi esprime «totale solidarietà» a Cecilia Salvai. Perché, dice "con la storia del razzismo, e questo finto moralismo, avete ampiamente toccato il fondo.. fatevi una risata, ogni tanto e finitela".
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