La Nazionale di pallavolo femminile sorde cerca atlete: l’appello sui social

Le azzurre saranno impegnate con le Deaflympics, in Giappone, dal 15 al 26 novembre 2025. Ilaria Galbusera: “Indossare la maglia azzurra è ogni volta una grande emozione, come se fosse la prima”

di GIULIANA LORENZO
24 aprile 2025
La Nazionale Volley Femminile sorde in ritiro

La Nazionale Volley Femminile sorde in ritiro

A.A.A. cercasi atlete di volley femminile sorde. Sì, avete capito bene, la richiesta arriva direttamente dalla Federazione Sport Sordi Italia (FSSI) e dalle giocatrici che in questi giorni stanno condividendo un video social (ripreso pure dalla Lega Pallavolo Femminile e dal ct della Nazionale maschile di pallavolo, Ferdinando De Giorgi) per far conoscere il loro mondo.

L’appello della capitana

“La Nazionale Italiana Pallavolo Sorde – spiega Ilaria Galbusera, bergamasca, capitana della formazione e anche Cavaliere della Repubblica – sotto l’egida della Federazione Sport Sordi Italia (FSSI), affiliata al CIP, sta cercando atlete da inserire nel suo organico, per potenziare le forze della squadra in vista dei prossimi campionati internazionali in programma. Se sei una pallavolista sorda e sei interessata a farne parte, questa potrebbe essere un’opportunità per te. In questo contesto l’esperienza sportiva di alto livello e internazionale, diventa anche un’opportunità personale di confronto, di crescita e di condivisione su esperienze simili”.

In vista ci sono infatti Giochi Olimpici riservati alle persone sorde, le Deaflympics, in programma a Tokyo, dal 15 al 26 novembre 2025. La delegazione italiana, potrà anche contare sulla partnership di Giorgio Armani, con EA7 main sponsor e che vestirà gli azzurri nella 25esima edizione della competizione, un traguardo storico per un gruppo di atleti spesso abituati ad arrangiarsi.

Eppure, far parte di una Nazionale, qualsiasi essa sia, è sempre un valore aggiunto. “Dal 2007 ad oggi – aggiunge la Galbusera – indossare la maglia azzurra è ogni volta una grande emozione, come se fosse la prima. Emozione che spero ancora di provare a Tokyo, alla mia quinta e ultima Olimpiade. Durante la mia carriera sportiva sono stati tanti i momenti emozionanti che ho provato, è difficile sceglierne uno, così come è difficile poter descriverli a parole. Solo chi prova sulla propria pelle queste emozioni, sa bene di cosa parlo. Ancor di più da capitana, accompagnando le ragazze più giovani”.

Come nascono le Deaflympics

Alle Paralimpiadi non sono ammessi atleti con disabilità di tipo uditivo: stando alle linee guida del Comitato Paralimpico Internazionale, infatti, le gare sono aperte a persone con disabilità fisiche, visive o intellettuali. Per questo esistono le Deaflympics, le cui origini sono antichissime e risalgono al 1924, con la prima edizione di Parigi. Lì il francese Eugène Rubens-Alcais con il belga Antoine Dresse creò il CISS (Comité International des Sports des Sourds) e sancì l’inizio dei Giochi Mondiali Silenziosi (Deaflympics).

In quell’occasione entrò in gioco anche un italiano, Roberto De Marchi, che firmò l’adesione del nostro Paese. La manifestazione fece un po’ da apri pista al movimento sportivo italiano: l’anno successivo nacquero le prime società sportive italiane di sordi, la Società Sportiva Silenziosa di Milano e il Club Sportivo “Ottavio Assarotti” di Genova, fino all’istituzione dell’organizzazione nazionale nel 1929 per volontà di Emilio Pacenza,f ondatore del Comitato Sport Silenzioso d’Italia (CSSI). Nel 1953 venne fondata la Federazione Sportiva Nazionale che poi nel 1955 è diventata l’attuale Federazione Sport Silenziosi d’Italia (FSSI), riconosciuta, nel 2006 dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e attualmente Federazione Sportiva Paralimpica nella cui organizzazione risultano affiliate 73 Società che praticano 40 discipline sportive. Negli anni il Comitato Internazionale dello Sport per Sordi (ICSD) ha cercato di avvicinarsi al mondo Paralimpico ma senza successo e proprio per questo oggi le Deaflympics continuano a essere una competizione “autonoma” ma prive di rilevanza a livello mediatico.