“Contatto fisico non desiderato, un linguaggio irrispettoso e insultante, il rifiuto di accettare un no”. Nella (prima nella storia) giornata europea contro le molestie, a Roma nella sede del parlamento europeo, si prende atto di una mancanza: il termine “molestia” non ha ancora una cornice giuridica chiara, un significato preciso. “Quando si parla di molestie il ventaglio di possibilità è ampio”, dichiara la campionessa paralimpica Sara Morganti e testimonial della Fise. “Qualsiasi atto offensivo è una molestia. Atteggiamenti gravi, quando vengono tenuti da compagni di scuola, colleghi, compagni di sport. Ma ancor più gravi se sono gli adulti, a cui si affidano bambini e bambine, a perpetrarli. Io stessa, nell’età adolescenziale”, aggiunge “sono stata vittima di bullismo, discriminazione e oggetto di attenzione e contatti fisici non desiderati. Ma perché non riusciamo a parlarne?” domanda alla platea, “c’è un senso di vergogna e di colpa della vittima che spesso ha paura di non essere ascoltata”.
Il mondo dello sport porta valori sani, permette di crescere, di formarsi e imparare a fare squadra, ma è innegabile che, per molestie e abusi, sia uno dei “mondi” più in ombra. Come disse infatti, laconica, la campionessa di nuoto Federica Pellegrini: “Le molestie sessuali? Purtroppo ci sono anche nel mondo dello sport, se succedesse a me verrebbe fuori, invece accade a povere ragazzine e nessuno lo sa“. In Sala delle Bandiere, durante l’evento organizzato dall’ufficio italiano del parlamento europeo e dalla Federazione italiana sport equestri (Fise), gli interventi si susseguono. “L’introduzione della violenza di genere tra gli eurocrimini è una proposta fondamentale, votata a larga maggioranza dal Parlamento”, dichiara la vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno. “Se c’è una cosa che ci accomuna come donne è essere oggetto di molestie o violenze. Non ci accomunano le libertà, i diritti, ma la colpa di essere nate donne. Che sia fisica o psicologica, esplicita o sottotraccia, nei confronti di questa violenza dobbiamo avere tolleranza zero”.