Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Sport » Luca Cotrozzi, il paralimpico che batte i normodotati: “Meglio perdere, che vedere l’avversario non lottare per sensi di colpa”

Luca Cotrozzi, il paralimpico che batte i normodotati: “Meglio perdere, che vedere l’avversario non lottare per sensi di colpa”

Luca Cotrozzi, 24 anni, pisano tesserato per una squadra di Lucca non si limita alle gare di tennistavolo fra atleti con disabilità. " Voglio che i normodotati mi considerino alla pari: mi sento umiliato se l'avversario non gioca al massimo, ma anche se con malizia cerca di approfittare delle mie difficoltà"

Diego Casali
17 Aprile 2021
Share on FacebookShare on Twitter
Luca Cotrozzi durante un incontro di tennistavolo“E’ molto meglio perdere, che vedere l’avversario non lottare perché si sente in colpa”. Parole e musica di Luca Cotrozzi, atleta paralimpico di tennistavolo che – come molti suoi colleghi della racchetta – si confronta (perché è forte…) anche con i normodotati nei campionati Fitet, la federazione dei pongisti appunto. Perché in questo sport è del tutto ‘naturale’ che ragazzi o ragazze, adulte o adulti in carrozzina o con gravi disabilità siano tesserati con una società agonistica e giochino insieme e contro gli atleti senza alcun problema fisico.

E’ la forza e la bellezza di una disciplina che tutti, da amatori, hanno praticato almeno una volta nella vita (al mare, all’oratorio, al bar, al circolo, nel garage dell’amico, nel giardino della nonna e via elencando in una serie infinita di luoghi dove si può installare un tavolo con la retina), senza mai entrare in una palestra dove si può capire che è uno sport a tutti gli effetti. “Mi arrabbio un po’ quando lo chiamano ping pong” confessa Luca Cotrozzi, studente universitario classe 1997, nato a Pisa ma lucchese di residenza e società. Per il Tennistavolo Villaggio Lucca difende i colori paralimpici in tutta Italia ormai dal 2012, oltre ad aver messo a referto quattro campionati regionali Fitet di D3 e tre di D2. Con i normodotati appunto.

Tra l’altro Luca, gioca in piedi anche se – causa un problema durante il parto – è impossibilitato a muovere adeguatamente tutta la parte sinistra del corpo, gambe e braccia. “Tecnicamente sono un Classe 6, ovvero con la disabilità più accentuata tra i ‘non in carrozzina’. E tecnicamente mi appoggio alla parte destra del corpo: ad esempio alzo e colpisco la pallina sempre con quella mano per effettuare il colpo del servizio”. Oggi, con l’esperienza di un veterano, Luca affronta lo sport e la vita a viso aperto. “Non avrei mai pensato di arrivare dove sono quando con mio babbo iniziammo a giocare su un tavolino di legno improvvisato; ecco, quello era davvero ping pong… Ma poi ci hanno pensato i miei istruttori Paolo Casini (l’attuale coach) e Gastone Malavasi”.

Luca Cotrozzi al computer di casa (foto Alcide)

Hanno lavorato anche a livello mentale nella società guidata dal presidente Claudio Frediani. “Io so benissimo di partire svantaggiato ma, al tempo stesso, sono consapevole di cosa posso fare. Non voglio avere come unico pensiero quello di vincere. Certo, voglio vincere, ma non sono assillato dal successo. So che devo accettare una disparità durante il gioco. Prima mi arrabbiavo un po’ quando vedevo che l’avversario ‘sporcava’ il match per battermi, magari mandandomi a destra e sinistra per farmi perdere l’equilibrio”. Perché Luca, con il suo rovescio anticipato e un gioco assai rapido, difficilmente regala punti. “Tutti e due i giocatori hanno un obiettivo comune: vincere. Ma uno solo ci riesce. Vede, se non c’è malizia non me la prendo troppo quando un avversario fa di tutto per battermi. Anzi. Fa parte dell’intensità del confronto”. 

Macina palleggi, allenamenti, schemi. Anche nel periodo di Covid, Luca non trascura affatto la palestra dove si allena quasi sempre con il suo compagno-amico Roberto Rossi. Normodotato. Non come gli altri avversari-colleghi che l’atleta toscano incontra nell’intensa (periodo della pandemia escluso) attività paralimpica nazionale. “Ricordo il primo torneo a Torino come se fosse oggi. Ero emozionatissimo. Una volta sceso sul parquet, mi ritrovai in un ambiente incredibile: accogliente prima di tutto, ma anche ignoto. Mai avrei pensato di incontrare, tutte insieme, così tante persone con disabilità diverse. Quel giorno ho aperto una finestra su altre vite, su altri modi di vivere. Eravamo tutti contro, ma anche tutti insieme. Da quel momento ho avuto voglia di capire di ancora di più, di confrontare la mia con la curiosità altrui. Incrociando esperienza ed emozioni: l’approccio migliore per non sentirsi inadeguati nella diversità”.

Potrebbe interessarti anche

Gianina Marin mette a paragone con un post su Instagram com'è oggi e com'era ai tempi della malattia
Sport

Gianina Marin: “Ero anoressica, ora vado a Miss Universo”

23 Marzo 2023
Il Wellesley College
Lifestyle

Il college femminile di Hillary Clinton dice no agli uomini trans

23 Marzo 2023
Il murales mangia smog all'uscita della metro Rebibbia a Roma
Scienze e culture

Murales mangia smog a Rebibbia per “Accendere il futuro”

22 Marzo 2023

Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Luca Cotrozzi durante un incontro di tennistavolo“E' molto meglio perdere, che vedere l'avversario non lottare perché si sente in colpa”. Parole e musica di Luca Cotrozzi, atleta paralimpico di tennistavolo che – come molti suoi colleghi della racchetta – si confronta (perché è forte...) anche con i normodotati nei campionati Fitet, la federazione dei pongisti appunto. Perché in questo sport è del tutto 'naturale' che ragazzi o ragazze, adulte o adulti in carrozzina o con gravi disabilità siano tesserati con una società agonistica e giochino insieme e contro gli atleti senza alcun problema fisico.
E' la forza e la bellezza di una disciplina che tutti, da amatori, hanno praticato almeno una volta nella vita (al mare, all'oratorio, al bar, al circolo, nel garage dell'amico, nel giardino della nonna e via elencando in una serie infinita di luoghi dove si può installare un tavolo con la retina), senza mai entrare in una palestra dove si può capire che è uno sport a tutti gli effetti. “Mi arrabbio un po' quando lo chiamano ping pong” confessa Luca Cotrozzi, studente universitario classe 1997, nato a Pisa ma lucchese di residenza e società. Per il Tennistavolo Villaggio Lucca difende i colori paralimpici in tutta Italia ormai dal 2012, oltre ad aver messo a referto quattro campionati regionali Fitet di D3 e tre di D2. Con i normodotati appunto. Tra l'altro Luca, gioca in piedi anche se – causa un problema durante il parto – è impossibilitato a muovere adeguatamente tutta la parte sinistra del corpo, gambe e braccia. “Tecnicamente sono un Classe 6, ovvero con la disabilità più accentuata tra i 'non in carrozzina'. E tecnicamente mi appoggio alla parte destra del corpo: ad esempio alzo e colpisco la pallina sempre con quella mano per effettuare il colpo del servizio”. Oggi, con l'esperienza di un veterano, Luca affronta lo sport e la vita a viso aperto. “Non avrei mai pensato di arrivare dove sono quando con mio babbo iniziammo a giocare su un tavolino di legno improvvisato; ecco, quello era davvero ping pong... Ma poi ci hanno pensato i miei istruttori Paolo Casini (l'attuale coach) e Gastone Malavasi”.
Luca Cotrozzi al computer di casa (foto Alcide)
Hanno lavorato anche a livello mentale nella società guidata dal presidente Claudio Frediani. “Io so benissimo di partire svantaggiato ma, al tempo stesso, sono consapevole di cosa posso fare. Non voglio avere come unico pensiero quello di vincere. Certo, voglio vincere, ma non sono assillato dal successo. So che devo accettare una disparità durante il gioco. Prima mi arrabbiavo un po' quando vedevo che l'avversario 'sporcava' il match per battermi, magari mandandomi a destra e sinistra per farmi perdere l'equilibrio”. Perché Luca, con il suo rovescio anticipato e un gioco assai rapido, difficilmente regala punti. “Tutti e due i giocatori hanno un obiettivo comune: vincere. Ma uno solo ci riesce. Vede, se non c'è malizia non me la prendo troppo quando un avversario fa di tutto per battermi. Anzi. Fa parte dell'intensità del confronto”.  Macina palleggi, allenamenti, schemi. Anche nel periodo di Covid, Luca non trascura affatto la palestra dove si allena quasi sempre con il suo compagno-amico Roberto Rossi. Normodotato. Non come gli altri avversari-colleghi che l'atleta toscano incontra nell'intensa (periodo della pandemia escluso) attività paralimpica nazionale. “Ricordo il primo torneo a Torino come se fosse oggi. Ero emozionatissimo. Una volta sceso sul parquet, mi ritrovai in un ambiente incredibile: accogliente prima di tutto, ma anche ignoto. Mai avrei pensato di incontrare, tutte insieme, così tante persone con disabilità diverse. Quel giorno ho aperto una finestra su altre vite, su altri modi di vivere. Eravamo tutti contro, ma anche tutti insieme. Da quel momento ho avuto voglia di capire di ancora di più, di confrontare la mia con la curiosità altrui. Incrociando esperienza ed emozioni: l'approccio migliore per non sentirsi inadeguati nella diversità”.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto