Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Sport » Luciana Alvarado nella storia dei Giochi: nelle routine in ginocchio con il pugno alzato per il Black Lives Matter

Luciana Alvarado nella storia dei Giochi: nelle routine in ginocchio con il pugno alzato per il Black Lives Matter

La ginnasta di Costa Rica ha inserito nella sua esibizione due gesti che richiamano un lungo percorso di sensibilizzazione alla causa dei neri. "È importante che tutti vengano trattati con rispetto e dignità e che tutti abbiano gli stessi diritti"

Marianna Grazi
27 Luglio 2021
Share on FacebookShare on Twitter

Vedere le atlete e gli atleti inginocchiarsi prima degli incontri sportivi è diventato ormai “abituale”. Tanto che perfino il Cio, in occasione dei Giochi di Tokyo 2020, ha deciso di concedere questa possibilità a patto che tutti i gesti di solidarietà a una causa, come quella della discriminazione razziale, vengano effettuati solo prima o dopo l’inizio ufficiale delle competizioni olimpiche, mai durante le gare, le cerimonie di premiazione, nel villaggio Olimpico e ne è vietata la pubblicazione sui social. Il tutto chiudendo un occhio sulla Regola 50 della Carta Olimpica, che invece vieterebbe queste dimostrazioni.

Anche per questo motivo allora, il gesto di Luciana Alvarado assume un valore importantissimo, che entra di diritto nella storia delle Olimpiadi. La 18enne ginnasta della Costa Rica è stata la prima a qualificarsi per la competizione a corpo libero, due giorni fa, ma soprattutto la prima a manifestare per il Black Lives Matter durante un’esibizione.

OLIMPIADI | Luciana Alvarado, ginnasta diciottenne del Costa Rica, ha reso omaggio al movimento Black Lives Matter, inginocchiandosi nel corso del suo esercizio a corpo libero #Tokyo2020 #ANSA pic.twitter.com/4HN6RaegDb

— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) July 27, 2021

Il 25 luglio, su un brano allegro e caraibico, chiaro richiamo alla sua nazionalità, Luciana ha svolto la sua routine sulla pedana di Tokyo 2020, regalando poco più di un minuto di spettacolo appassionato. Nei momenti finali della coreografia Alvarado ha deciso di unire all’esibizione la combinazione di due gesti a sostegno del movimento in supporto alla causa delle persone di colore.

In ginocchio, un braccio teso in alto con il pugno alzato, l’altro dietro la schiena, la ginnasta ha reso questi gesti ‘politici’ un’opera d’arte. E ha riassunto così una storia di lotta e di protesta che parte da lontano, dagli anni Sessanta con il movimento delle Pantere Nere negli Usa (ricordiamo tutti il podio dei 200m piani maschili a Città del Messico 1968), fino ad arrivare ai nostri giorni, con le giocatrici delle squadre di calcio di Inghilterra e Cile che si inginocchiano durante la fase a gironi di calcio ai Giochi nipponici. E che passa per le manifestazioni di piazza dopo la morte di George Floyd e di tutti i neri uccisi negli ultimi anni, arriva in pedana prima di lei con le routine di Nia Dennis a celebrazione della Balck Excellence, ma anche agli Europei di calcio, nell’Nba come nel baseball, e sembra percorrere come un filo sotterraneo il movimento sportivo internazionale.

“Sento che se fai qualcosa che unisce tutti, ti fai riconoscere come uno che ‘Sì, sei uno dei miei, capisci le cose’ – ha spiegato la ginnasta durante il podcast GymCastic – È importante che tutti vengano trattati con rispetto e dignità e che tutti abbiano gli stessi diritti. Perché siamo tutti uguali e siamo tutti belli e fantastici, quindi penso che sia per questo che amo avere questo gesto nella mia routine”.

Insomma un’onda di solidarietà che non sembra volersi spegnere tra gli sportivi, e che grazie a Luciana Alvarado ha toccato uno dei suoi punti più significativi: nessun* prima di lei, almeno negli ultimi decenni, si era esposto ‘politicamente’ durante la gara da un palcoscenico così universalmente noto. Per quanto riguarda invece le reazioni del Cio e degli organizzatori, Alvarado non  ha subito sanzioni, dato che la sua dimostrazione faceva parte in tutto e per tutto della performance artistica.

Potrebbe interessarti anche

Diletta Leotta e Loris Karius (Instagram)
Spettacolo

Diletta Leotta incinta. L’annuncio via social

24 Marzo 2023
Sindaci ’disobbedienti’: Sergio Giordani (Padova), Isabella Conti (San Lazzaro di Savena) Alice Parma (Sant’Arcangelo di Romagna)
Attualità

Diritti dei figli di coppie omogenitoriali: aumentano i sindaci ‘disobbedienti’

24 Marzo 2023
Sempre più aziende sostengono la genitorialità
Lifestyle

Sostegno alla genitorialità, contributi e congedo paternità raddoppiato

27 Marzo 2023

Instagram

  • In Cina è nata un’app per mandare baci a distanza.

MUA è il dispositivo creato dalla startup cinese di proprietà di Zhao Jianbo che simula i baci. La macchina - il cui nome si ispira al tipico suono che si fa quando si manda un bacio - si compone di labbra finte in silicone che si collegano al cellulare e, attraverso uno scambio di dati, simulano il gesto d’amore. 

💖E tu? saresti disposto a usare Mua per dare un bacio?

#lucenews #lucelanazione #mua #cina #bacistellari ellari
  • Partigiana, romanziera e confidente di Sartre: vi dice qualcosa il nome Alba de Céspedes? Forse no, ed è del tutto normale. Perché la scrittrice e poetessa italo cubana è rimasta sconosciuta al grande pubblico per troppo tempo. Ma per fortuna di recente si stanno sempre più riscoprendo le esponenti femminili di uno dei movimenti letterari più entusiasmanti del XX secolo, il neorealismo italiano del dopoguerra. E se nel 2018 l’editore Daunt ha iniziato la sua vitale opera di promozione di Natalia Ginzburg, ora grazie a Pushkin ‘rinasce’ de Céspedes. Donne famose in vita e poi dimenticate, che tornano a far sentire la loro voce anche attraverso moderne colleghe di penna come Elena Ferrante, l
  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Vedere le atlete e gli atleti inginocchiarsi prima degli incontri sportivi è diventato ormai "abituale". Tanto che perfino il Cio, in occasione dei Giochi di Tokyo 2020, ha deciso di concedere questa possibilità a patto che tutti i gesti di solidarietà a una causa, come quella della discriminazione razziale, vengano effettuati solo prima o dopo l’inizio ufficiale delle competizioni olimpiche, mai durante le gare, le cerimonie di premiazione, nel villaggio Olimpico e ne è vietata la pubblicazione sui social. Il tutto chiudendo un occhio sulla Regola 50 della Carta Olimpica, che invece vieterebbe queste dimostrazioni. Anche per questo motivo allora, il gesto di Luciana Alvarado assume un valore importantissimo, che entra di diritto nella storia delle Olimpiadi. La 18enne ginnasta della Costa Rica è stata la prima a qualificarsi per la competizione a corpo libero, due giorni fa, ma soprattutto la prima a manifestare per il Black Lives Matter durante un'esibizione.

OLIMPIADI | Luciana Alvarado, ginnasta diciottenne del Costa Rica, ha reso omaggio al movimento Black Lives Matter, inginocchiandosi nel corso del suo esercizio a corpo libero #Tokyo2020 #ANSA pic.twitter.com/4HN6RaegDb

— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) July 27, 2021
Il 25 luglio, su un brano allegro e caraibico, chiaro richiamo alla sua nazionalità, Luciana ha svolto la sua routine sulla pedana di Tokyo 2020, regalando poco più di un minuto di spettacolo appassionato. Nei momenti finali della coreografia Alvarado ha deciso di unire all'esibizione la combinazione di due gesti a sostegno del movimento in supporto alla causa delle persone di colore. In ginocchio, un braccio teso in alto con il pugno alzato, l'altro dietro la schiena, la ginnasta ha reso questi gesti 'politici' un'opera d'arte. E ha riassunto così una storia di lotta e di protesta che parte da lontano, dagli anni Sessanta con il movimento delle Pantere Nere negli Usa (ricordiamo tutti il podio dei 200m piani maschili a Città del Messico 1968), fino ad arrivare ai nostri giorni, con le giocatrici delle squadre di calcio di Inghilterra e Cile che si inginocchiano durante la fase a gironi di calcio ai Giochi nipponici. E che passa per le manifestazioni di piazza dopo la morte di George Floyd e di tutti i neri uccisi negli ultimi anni, arriva in pedana prima di lei con le routine di Nia Dennis a celebrazione della Balck Excellence, ma anche agli Europei di calcio, nell'Nba come nel baseball, e sembra percorrere come un filo sotterraneo il movimento sportivo internazionale. "Sento che se fai qualcosa che unisce tutti, ti fai riconoscere come uno che 'Sì, sei uno dei miei, capisci le cose' – ha spiegato la ginnasta durante il podcast GymCastic – È importante che tutti vengano trattati con rispetto e dignità e che tutti abbiano gli stessi diritti. Perché siamo tutti uguali e siamo tutti belli e fantastici, quindi penso che sia per questo che amo avere questo gesto nella mia routine". Insomma un'onda di solidarietà che non sembra volersi spegnere tra gli sportivi, e che grazie a Luciana Alvarado ha toccato uno dei suoi punti più significativi: nessun* prima di lei, almeno negli ultimi decenni, si era esposto 'politicamente' durante la gara da un palcoscenico così universalmente noto. Per quanto riguarda invece le reazioni del Cio e degli organizzatori, Alvarado non  ha subito sanzioni, dato che la sua dimostrazione faceva parte in tutto e per tutto della performance artistica.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto