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Home » Sport » Macché colore della pelle: da Zaza a Rashford e Sancho i rigori li sbaglia chi entra solo per calciarli

Macché colore della pelle: da Zaza a Rashford e Sancho i rigori li sbaglia chi entra solo per calciarli

Sui social i calciatori fermati dal palo o da Donnarumma coperti da insulti razzisti. Ma chi entra al 120° per calciare il rigore è indotto all'errore, Come l'azzurro a Euro 2016

Piero Ceccatelli
12 Luglio 2021
epa09338817 Marcus Rashford (L) of England reacts after missing a penalty during the penalty shoot-out of the UEFA EURO 2020 final between Italy and England in London, Britain, 11 July 2021.  EPA/Andy Rain / POOL (RESTRICTIONS: For editorial news reporting purposes only. Images must appear as still images and must not emulate match action video footage. Photographs published in online publications shall have an interval of at least 20 seconds between the posting.)

epa09338817 Marcus Rashford (L) of England reacts after missing a penalty during the penalty shoot-out of the UEFA EURO 2020 final between Italy and England in London, Britain, 11 July 2021. EPA/Andy Rain / POOL (RESTRICTIONS: For editorial news reporting purposes only. Images must appear as still images and must not emulate match action video footage. Photographs published in online publications shall have an interval of at least 20 seconds between the posting.)

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I soliti idioti che in Inghilterra sommergono di insulti razzisti i tre giocatori che hanno fallito il terzo quarto e quinto rigore per la loro squadra, meglio farebbero a riflettere su un aspetto che attiene al calcio e non a dottrine, superate – anche se purtroppo non sopraffatte- dalla storia civile.

Il ct Southgate ha schierato Rashford e Sancho (con Bukayo Saha autori dei tiri sbagliati) al 15° del secondo supplementare, con l’evidente intento di sfruttarne l’abilità balistica dal dischetto. Mancini, che pur ha inserito Florenzi nello stesso periodo (13° del secondo supplementare), incaricandolo (per ammissione dello stesso difensore in tv) di calciare il sesto rigore, primo della eventuale serie a oltranza, non ha commesso il medesimo errore. E forse anche per questo l’Italia ha vinto.

Il rigore fallito da Zaza contro la Germania a Euro 2016

Lo sciagurato Zaza

Chissà se Mancini ha fatto tesoro della fallimentare esperienza italiana dal dischetto, risalente a Euro 2016. Al 120° l’allora ct Antonio Conte sostituì Chiellini con Zaza, affidando a quest’ultimo uno dei primi cinque calci di rigore. Tutti ne ricordano l’esito tragicomico: Zaza evidentemente impreparato sul piano psicologico partì con un tipo di rincorsa, salvo interromperla dopo i primi passi, inscenando una buffa danza di passettini, ritardando l’esecuzione e arrivando sulla palla senza una chiara idea di come calciare. Risultato: Neuer si gettò dalla parte sbagliata, ma Zaza calciò di punta in tribuna. Se cercate su YouTube, non troverete l’originale video, ma una serie di fake con rumori di motorini o danze di insetti.

Il terzo tiro di Rashford contro l’Italia assomigliava – seppur con effetti meno comici – all’esecuzione di Zaza. Anche lui ha interrotto la rincorsa per evidente ripensamento, anche lui ha danzato con passettini in surplace, risolvendosi poi in un piatto destro finito sul palo esterno col portiere spiazzato.

Fra i poco comprensibili fescennini che accompagnarono il rientro da sconfitto di Conte in Italia (allora Mancini cosa meriterebbe?) nessuno si permise di eccepire la pessima scelta del ct, che in panchina aveva rigoristi esperti come Candreva e seppur lievemente infortunato, De Rossi, che 10 anni prima aveva segnato il rigore nella finale dei Mondiali contro la Francia. Conte scelse Zaza evidentemente sopravvalutandone la tenuta psicologica e non fu ripagato.

L’errore di Sancho dal dischetto in Inghilterra-Italia

Rincorse interrotte e passettini

Gli errori dei tre inglesi, subentrati che hanno seguito le perfette esecuzioni di Kane e Maguire che avevano la fatica di 120 minuti nelle gambe, dimostrano una cosa: chi entra a freddo per battere i rigori spesso non ha testa per farlo. Cambia idea e rincorsa, improvvisa sul momento. Commedia dell’arte e non spartito. E spesso la commedia dell’arte tracima – nella versione originale come in quella calcistica – nella farsa. E si è visto nell’Italia di cinque anni fa, si è rivisto nell’attualissima Inghilterra.

Quindi gli errori, cari idioti insultarori, non dipendono dalla dalla razza di chi entra per tirare un rigore ma dalla speciale razza di allenatori – leggeri nella lettura psicologica o soltanto presuntuosi – che ritengono di attingere alla presunta freschezza di muscoli e di pensiero di chi ha trascorso seduto 120 minuti. E si è talmente assuefatto al ruolo di spettatore, che non riesce in pochi istanti a trasformarsi in protagonista.

L’esperto Florenzi magari ce l’avrebbe fatta. L’estroso Zaza, Rashford e il giovanissimo Sancho no. Non è questione di pelle. Casomai di “palle”, mancate ai più navigati compagni della Nazionale inglese, che si sono nascosti, defilati come Falcao in Roma-Liverpool – mandando sul dischetto i ragazzini.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
I soliti idioti che in Inghilterra sommergono di insulti razzisti i tre giocatori che hanno fallito il terzo quarto e quinto rigore per la loro squadra, meglio farebbero a riflettere su un aspetto che attiene al calcio e non a dottrine, superate - anche se purtroppo non sopraffatte- dalla storia civile. Il ct Southgate ha schierato Rashford e Sancho (con Bukayo Saha autori dei tiri sbagliati) al 15° del secondo supplementare, con l'evidente intento di sfruttarne l'abilità balistica dal dischetto. Mancini, che pur ha inserito Florenzi nello stesso periodo (13° del secondo supplementare), incaricandolo (per ammissione dello stesso difensore in tv) di calciare il sesto rigore, primo della eventuale serie a oltranza, non ha commesso il medesimo errore. E forse anche per questo l'Italia ha vinto.
Il rigore fallito da Zaza contro la Germania a Euro 2016

Lo sciagurato Zaza

Chissà se Mancini ha fatto tesoro della fallimentare esperienza italiana dal dischetto, risalente a Euro 2016. Al 120° l'allora ct Antonio Conte sostituì Chiellini con Zaza, affidando a quest'ultimo uno dei primi cinque calci di rigore. Tutti ne ricordano l'esito tragicomico: Zaza evidentemente impreparato sul piano psicologico partì con un tipo di rincorsa, salvo interromperla dopo i primi passi, inscenando una buffa danza di passettini, ritardando l'esecuzione e arrivando sulla palla senza una chiara idea di come calciare. Risultato: Neuer si gettò dalla parte sbagliata, ma Zaza calciò di punta in tribuna. Se cercate su YouTube, non troverete l'originale video, ma una serie di fake con rumori di motorini o danze di insetti. Il terzo tiro di Rashford contro l'Italia assomigliava - seppur con effetti meno comici - all'esecuzione di Zaza. Anche lui ha interrotto la rincorsa per evidente ripensamento, anche lui ha danzato con passettini in surplace, risolvendosi poi in un piatto destro finito sul palo esterno col portiere spiazzato. Fra i poco comprensibili fescennini che accompagnarono il rientro da sconfitto di Conte in Italia (allora Mancini cosa meriterebbe?) nessuno si permise di eccepire la pessima scelta del ct, che in panchina aveva rigoristi esperti come Candreva e seppur lievemente infortunato, De Rossi, che 10 anni prima aveva segnato il rigore nella finale dei Mondiali contro la Francia. Conte scelse Zaza evidentemente sopravvalutandone la tenuta psicologica e non fu ripagato.
L'errore di Sancho dal dischetto in Inghilterra-Italia

Rincorse interrotte e passettini

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