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Home » Sport » La stoccata vincente: Mariaclotilde Adosini perde in pedana ma trionfa con il gesto di fair play

La stoccata vincente: Mariaclotilde Adosini perde in pedana ma trionfa con il gesto di fair play

La 19enne bergamasca alla Coppa del Mondo in Francia sceglie di ri-disputare un incontro vinto per un errore arbitrale. La seconda volta va all'avversaria ma la standing ovation è tutta per l'azzurra

Marianna Grazi
22 Febbraio 2023
Mariaclotilde Adosini

Mariaclotilde Adosini (Federscherma)

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Vincere pur perdendo sul campo. Anzi in pedana. Perché certe volte il trionfo che conta è quello morale, quello dell’onestà, pur arrivando al 37° posto del tabellone da 64. “Non mi aspettavo tanto clamore, ho pensato solo che fosse la cosa giusta da fare, lo rifarei ancora”. Giovanissima e già un esempio di campionessa autentica. Mariaclotilde Adosini è quasi incredula per l’eco che ha suscitato la sua decisione tornare in pedana, nella Coppa del mondo under 20 di spada femminile a Beauvais (Francia), perché la vittoria precedente era frutto di un errore arbitrale. Si rimette il casco, impugna di nuovo la spada e questa volta perde. Ma la lunga standing ovation dal pubblico francese è un premio impareggiabile. Questione di fair play.

Mariaclotilde Adosini
Mariaclotilde Adosini, 19 anni, della Polisportiva scherma Bergamo (ANSA)

Il gesto non è passato inosservato, ma anzi sta addirittura facendo il giro del mondo. Per Adosini, 19enne della Polisportiva scherma Bergamo, non si contano i complimenti, dalla Francia al nostro ministro dello sport Andrea Abodi. Applaude anche Valentina Vezzali, leggenda della scherma italiana e agonista per eccellenza. “È stata bravissima – dice al telefono con l’ANSA -. A me non è mai capitato un episodio del genere ma dallo sport ho imparato che ci sono delle regole che vanno sempre rispettate“. E non si tratta solo di regole in pedana, ma di quelle fuori dalla pedana. Mariaclotilde, alla Coppa del Momdo, ha disputato un buon girone, chiuso con cinque vittorie e una “sconfitta a 4”. È 12esima nel tabellone d’eliminazione diretta, passa di diritto il primo turno e per entrare tra le migliori 32, incrociando a quel punto Juliette Baudinot. La 19enne di Bergamo vince 15-14. Però, poi, a tabellone da 64 concluso, arriva la chiamata: “Adosini in direzione di torneo”. Cos’è successo? si chiedono dal team azzurro. C’è stato un errore arbitrale: il direttore di gara, quando le due sfidanti erano sul punteggio di 13-12 per la transalpina, ha assegnato 2 stoccate all’italiana, e non una soltanto.

Mariaclotilde Adosini vs Juliette Baudinot
Mariaclotilde Adosini nel secondo scontro con la francese Juliette Baudinot (ANSA)

 

Lì per lì non se n’è accorto nessuno, tranne, ovviamente, la francese. Che lo fa presente alla giuria e il video conferma lo sbaglio. Ma è troppo tardi, secondo regolamento. Il direttore di torneo spiega ad Adosini: “L’assalto l’hai vinto. Da regolamento non si tornerebbe indietro ma, se tu volessi, potremmo tirare l’ultimo minuto del match, dal 13-12, cancellando l’errore dell’arbitro“. quello che succede dopo è la stessa schermitrice azzurra a raccontarlo: “La notizia mi ha colto di sorpresa ma ciò che per me più contava in quel momento era scegliere quale fosse l’azione moralmente giusta. Nonostante potesse sembrare facile accettare la vittoria già proclamata – spiega all’Ansa -, ho sentito che tornare in pedana, per ri-disputare l’ultimo minuto, sarebbe stato più corretto nei confronti dell’avversaria e del nostro sport”. Tuttavia la seconda volta non va a suo favore e la vittoria di misura viene ribaltata. “Ho perso, pazienza. Lo rifarei. La natura di questa scelta è dovuta agli insegnamenti ricevuti dalla mia famiglia, dalla mia sala scherma e dal mio maestro Francesco – Ciccio – Calabrese”, commenta. L’avversaria l’abbraccia. Il pubblico la applaude. Lei sorride, un po’ imbarazzata come può capitare a chi sente di vivere un momento speciale dopo aver seguito i valori a lei più cari. Che proprio quello sport le ha insegnato.

Mariaclotilde Adosini e Juliette Baudinot
Mariaclotilde Adosini e Juliette Baudinot alla fine dell’incontro (ANSA)

E a chi si rivolge al suo maestro, Ciccio Calabrese come ‘promotore’ dietro il fair play lui replica: “La decisione di tornare in pedana domenica a Beauvais è stata sua.  Mi ha chiamato per dirle cose era successo e che aveva deciso di tornare in pedana – racconta -. Ha cominciato a tirare di scherma 10 anni fa, aveva appena otto anni, è cresciuta con i valori dello sport e domenica li ha messi in pratica. Il tutto poi è accaduto un’ora dopo che aveva vinto l’incontro. È stata brava, resasi conto che c’era stato l’errore arbitrale, ad accettare di ripartire”. “Quello di Mariaclotilde è un esempio bellissimo – commenta Vezzali -. Lo sport è insegnamento anche per la vita di tutti noi. È stata davvero brava lei – ma bravi sono stati soprattutto i maestri ed i tecnici che hanno fatto un bel lavoro nel trasmetterle i valori dello sport”. Teatro del gesto la Francia, che ha a lungo applaudito il gesto della giovane bergamasca. “La sfida con i francesi? Ne so qualcosa – sorride Vezzali – anche nello sport noi italiani abbiamo atleti di altissimo valore e non abbiamo nulla da invidiare”.

A proposito di esempi, eccone uno speciale: Mariaclotilde Adosini, complimenti ! Coppa del Mondo Under 20 a Beauvais. Non servono troppe parole, basta leggere … Lealtà, Correttezza, Probità. W lo #Sport che rispetta se stesso, W la #Scherma 🇮🇹 pic.twitter.com/xwBZTY34RY

— Andrea Abodi (@andreaabodi) February 22, 2023

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Vincere pur perdendo sul campo. Anzi in pedana. Perché certe volte il trionfo che conta è quello morale, quello dell'onestà, pur arrivando al 37° posto del tabellone da 64. "Non mi aspettavo tanto clamore, ho pensato solo che fosse la cosa giusta da fare, lo rifarei ancora". Giovanissima e già un esempio di campionessa autentica. Mariaclotilde Adosini è quasi incredula per l'eco che ha suscitato la sua decisione tornare in pedana, nella Coppa del mondo under 20 di spada femminile a Beauvais (Francia), perché la vittoria precedente era frutto di un errore arbitrale. Si rimette il casco, impugna di nuovo la spada e questa volta perde. Ma la lunga standing ovation dal pubblico francese è un premio impareggiabile. Questione di fair play.
Mariaclotilde Adosini
Mariaclotilde Adosini, 19 anni, della Polisportiva scherma Bergamo (ANSA)
Il gesto non è passato inosservato, ma anzi sta addirittura facendo il giro del mondo. Per Adosini, 19enne della Polisportiva scherma Bergamo, non si contano i complimenti, dalla Francia al nostro ministro dello sport Andrea Abodi. Applaude anche Valentina Vezzali, leggenda della scherma italiana e agonista per eccellenza. "È stata bravissima - dice al telefono con l'ANSA -. A me non è mai capitato un episodio del genere ma dallo sport ho imparato che ci sono delle regole che vanno sempre rispettate". E non si tratta solo di regole in pedana, ma di quelle fuori dalla pedana. Mariaclotilde, alla Coppa del Momdo, ha disputato un buon girone, chiuso con cinque vittorie e una "sconfitta a 4". È 12esima nel tabellone d'eliminazione diretta, passa di diritto il primo turno e per entrare tra le migliori 32, incrociando a quel punto Juliette Baudinot. La 19enne di Bergamo vince 15-14. Però, poi, a tabellone da 64 concluso, arriva la chiamata: "Adosini in direzione di torneo". Cos'è successo? si chiedono dal team azzurro. C'è stato un errore arbitrale: il direttore di gara, quando le due sfidanti erano sul punteggio di 13-12 per la transalpina, ha assegnato 2 stoccate all'italiana, e non una soltanto.
Mariaclotilde Adosini vs Juliette Baudinot
Mariaclotilde Adosini nel secondo scontro con la francese Juliette Baudinot (ANSA)
  Lì per lì non se n'è accorto nessuno, tranne, ovviamente, la francese. Che lo fa presente alla giuria e il video conferma lo sbaglio. Ma è troppo tardi, secondo regolamento. Il direttore di torneo spiega ad Adosini: "L'assalto l'hai vinto. Da regolamento non si tornerebbe indietro ma, se tu volessi, potremmo tirare l'ultimo minuto del match, dal 13-12, cancellando l'errore dell'arbitro". quello che succede dopo è la stessa schermitrice azzurra a raccontarlo: "La notizia mi ha colto di sorpresa ma ciò che per me più contava in quel momento era scegliere quale fosse l'azione moralmente giusta. Nonostante potesse sembrare facile accettare la vittoria già proclamata - spiega all'Ansa -, ho sentito che tornare in pedana, per ri-disputare l'ultimo minuto, sarebbe stato più corretto nei confronti dell'avversaria e del nostro sport". Tuttavia la seconda volta non va a suo favore e la vittoria di misura viene ribaltata. "Ho perso, pazienza. Lo rifarei. La natura di questa scelta è dovuta agli insegnamenti ricevuti dalla mia famiglia, dalla mia sala scherma e dal mio maestro Francesco - Ciccio - Calabrese", commenta. L'avversaria l'abbraccia. Il pubblico la applaude. Lei sorride, un po' imbarazzata come può capitare a chi sente di vivere un momento speciale dopo aver seguito i valori a lei più cari. Che proprio quello sport le ha insegnato.
Mariaclotilde Adosini e Juliette Baudinot
Mariaclotilde Adosini e Juliette Baudinot alla fine dell'incontro (ANSA)
E a chi si rivolge al suo maestro, Ciccio Calabrese come 'promotore' dietro il fair play lui replica: "La decisione di tornare in pedana domenica a Beauvais è stata sua.  Mi ha chiamato per dirle cose era successo e che aveva deciso di tornare in pedana - racconta -. Ha cominciato a tirare di scherma 10 anni fa, aveva appena otto anni, è cresciuta con i valori dello sport e domenica li ha messi in pratica. Il tutto poi è accaduto un'ora dopo che aveva vinto l'incontro. È stata brava, resasi conto che c'era stato l'errore arbitrale, ad accettare di ripartire". "Quello di Mariaclotilde è un esempio bellissimo - commenta Vezzali -. Lo sport è insegnamento anche per la vita di tutti noi. È stata davvero brava lei - ma bravi sono stati soprattutto i maestri ed i tecnici che hanno fatto un bel lavoro nel trasmetterle i valori dello sport". Teatro del gesto la Francia, che ha a lungo applaudito il gesto della giovane bergamasca. "La sfida con i francesi? Ne so qualcosa - sorride Vezzali - anche nello sport noi italiani abbiamo atleti di altissimo valore e non abbiamo nulla da invidiare".

A proposito di esempi, eccone uno speciale: Mariaclotilde Adosini, complimenti ! Coppa del Mondo Under 20 a Beauvais. Non servono troppe parole, basta leggere … Lealtà, Correttezza, Probità. W lo #Sport che rispetta se stesso, W la #Scherma 🇮🇹 pic.twitter.com/xwBZTY34RY

— Andrea Abodi (@andreaabodi) February 22, 2023
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