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Home » Sport » La nuotatrice transgender vince il titolo femminile, il Governatore della Florida accusa “Illegittimo”

La nuotatrice transgender vince il titolo femminile, il Governatore della Florida accusa “Illegittimo”

Lia Thomas è la prima atleta 'nata uomo' a vincere una gara del Campionato universitario di massima serie. Ma sulla sua partecipazione non mancano le critiche di chi ritiene ingiusto che competa tra le donne

Marianna Grazi
23 Marzo 2022
Lia Thomas, nuotatrice transgender

Lia Thomas, nuotatrice transgender

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Lia Thomas ha vinto il titolo NCAA nelle 500 yard femminili. È la prima atleta transgender in assoluto a vincere una gara universitaria di massima serie

Lia Thomas, una settimana fa, ha conquistato il titolo delle 500 yard (circa 450 metri) stile libero femminili ai Campionati di prima divisione dell’American University di Atlanta. Bene, e quindi? Se anche appare come qualcosa di lontano, che poco o niente ha a che vedere con il nostro sport, in Italia, in realtà la sua è una di quelle vicende che fa riflettere. Di cui non si legge solo il trafiletto in fondo ai quotidiani sportivi, dove sono ‘relegati’ gli sport minori, come il nuoto, e per lo più estero (quindi già tanto se trova spazio in qualche ritaglio) ma si va ad approfondire magari sulla stampa estera, o sui siti specializzati. O almeno lo fanno gli appassionati di sport. E non solo, in questo caso specifico. Perché ci sono vittorie clamorose, esaltanti per la prodezza degli atleti e delle atlete nel conquistarle. E poi ci sono invece quelle che fanno parlare di sé per altri motivi, diciamo pure che fanno discutere.

La polemica fuori dalla vasca

Perché Lia Thomas non ha semplicemente vinto. È stata la prima atleta transgender in assoluto a conquistare un titolo ai campionati di prima serie dell’American University League (la famosa NCAA). Secondo quanto riportato dal sito spagnolo marca.com, già la partecipazione della nuotatrice alla finale femminile ha scatenato due effetti prevedibili: da una parte il sostegno, dall’altra il rifiuto e la polemica. In vasca l’atleta dell’Università della Pennsylvania non ha avuto rivali: ha vinto in 4’33″24, staccando di 1″75 Emma Weyant, argento olimpico nei 400 misti a Tokyo 202o, e di 2″68 Erica Sullivan. Ma fuori dalla vasca sostenitori e detrattori si sono dati battaglia a suon di slogan. Se c’è stato qualcuno che dagli spalti, durante le batterie, le ha urlato “Imbrogliona“, la vera polemica si è scatenata come in un incontro calcistico, in cui le due ale dei tifosi se le ‘cantavano’ a suo di striscioni. I presenti nella piscina dell’Atlanta Tech University, sede della competizione, hanno infatti potuto leggere frasi come “Sostieni lo sport equo per donne e ragazze“, “Salva lo sport femminile” o, dall’altro lato, “Sosteniamo le atlete trans e queer“. Le critiche riguardavano infatti soprattutto la possibilità delle atlete transgender, che hanno effettuato un percorso di transizione da uomo a donna, di partecipare agli eventi femminili.

De Santis si schiera: “La vincitrice è Emma Weyant”

A schierarsi, sollevando un polverone di critiche ma anche di approvazione, è stato anche il governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis, che ha apertamente rifiutato il risultato di gara, dichiarando il titolo della Thomas “illegittimo” e ‘assegnandolo’ alla studentessa dell’Università della Virginia Emma Weyant.

By allowing men to compete in women’s sports, the NCAA is destroying opportunities for women, making a mockery of its championships, and perpetuating a fraud.

In Florida, we reject these lies and recognize Sarasota’s Emma Weyant as the best women’s swimmer in the 500y freestyle. pic.twitter.com/tBmFxFE3q6

— Ron DeSantis (@GovRonDeSantis) March 22, 2022

“È mia intenzione far sì che gli uomini non competano contro donne come Emma Weyant. La Florida rifiuta gli sforzi della NCAA per distruggere gli sport femminili e disapprova che la NCAA elevi l’ideologia al di sopra della biologia“ si legge nel post di DeSantis. Che aggiunge: “In Florida, rifiutiamo queste menzogne e riconosciamo Emma Weyant di Sarasota come la migliore nuotatrice femminile nei 500y stile libero“. Le posizioni filo tradizionaliste e anti Lgbt del Governatore sono ormai note, basti pensare alla recente legge sull’istruzione nelle scuole primarie recentemente approvata nello Stato.

Lia Thomas: “Gareggiare a questi campionati per me significa tutto”

Lia Thomas (marca.com)

“Ho cercato di concentrarmi sulla mia gara di nuoto e di non pensare a nient’altro. Essere qui ed essere in grado di competere per me significa tutto il mondo” ha detto Thomas dopo la finale, nella quale non si è avvicinata al record di Katie Ledecky stabilito nel 2017 (4’24″06). La sua vittoria rappresenta comunque un traguardo fondamentale nel nuoto, essendo la prima nuotatrice transgender a vincere un importante titolo collegiale statunitense. Alcune colleghe di vasca hanno dichiarato il loro rifiuto alla presenza di Thomas nelle gare femminili, altre la sostengono. Tra queste la terza classificata nelle 500 yard, Erica Sullivan,  che ha detto che lo sport femminile ha altre questioni più importanti da affrontare. “Come donna nello sport, posso dirvi che so quali sono le vere minacce allo sport femminile: abusi e molestie sessuali, salari e risorse ineguali, e la mancanza di donne nella leadership. Le ragazze e le donne transgender non sono parte di questa lista”, ha scritto la texana sui suoi account social.

Cosa dice il regolamento

Laurel Hubbard, neozelandese, è stata la prima atleta apertamente transgender a partecipare ai Giochi olimpici

Le regole della federazione statunitense di nuoto richiedono ag* atlet* transgender di sottoporsi a tre anni di terapia ormonale sostitutiva prima di poter gareggiare. Lia Thomas, che ha iniziato il percorso nel maggio del 2019, mancano ancora sei mesi per raggiungere quell’obiettivo, ma la NCAA ha deciso di non adottare le regole della Federazione e le ha permesso di partecipare alle competizioni ad Atlanta. Intanto però il dibattito sull’inclusione de* atlet* transgender, in particolare donne, continua a far discutere a livello internazionale, nonostante le maglie dello sport si stiano sempre più aprendo. Basti pensare ai recenti Giochi Olimpici estivi, che hanno visto la partecipazione della prima donna transgender in assoluto alle competizioni, e alla successiva discussione sulla necessità di fissare nuove regole, da parte del Cio, per queste persone. Regole che però, come c’era da aspettarsi, hanno semplicemente evitato l’ostacolo, demandando alle federazioni la scelta. Insomma il dibattito resta aperto, ma intanto le prime vittorie arrivano. E fanno discutere.

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Instagram

  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
Lia Thomas ha vinto il titolo NCAA nelle 500 yard femminili. È la prima atleta transgender in assoluto a vincere una gara universitaria di massima serie
Lia Thomas, una settimana fa, ha conquistato il titolo delle 500 yard (circa 450 metri) stile libero femminili ai Campionati di prima divisione dell'American University di Atlanta. Bene, e quindi? Se anche appare come qualcosa di lontano, che poco o niente ha a che vedere con il nostro sport, in Italia, in realtà la sua è una di quelle vicende che fa riflettere. Di cui non si legge solo il trafiletto in fondo ai quotidiani sportivi, dove sono 'relegati' gli sport minori, come il nuoto, e per lo più estero (quindi già tanto se trova spazio in qualche ritaglio) ma si va ad approfondire magari sulla stampa estera, o sui siti specializzati. O almeno lo fanno gli appassionati di sport. E non solo, in questo caso specifico. Perché ci sono vittorie clamorose, esaltanti per la prodezza degli atleti e delle atlete nel conquistarle. E poi ci sono invece quelle che fanno parlare di sé per altri motivi, diciamo pure che fanno discutere.

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De Santis si schiera: "La vincitrice è Emma Weyant"

A schierarsi, sollevando un polverone di critiche ma anche di approvazione, è stato anche il governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis, che ha apertamente rifiutato il risultato di gara, dichiarando il titolo della Thomas "illegittimo" e ‘assegnandolo’ alla studentessa dell'Università della Virginia Emma Weyant.

By allowing men to compete in women's sports, the NCAA is destroying opportunities for women, making a mockery of its championships, and perpetuating a fraud.

In Florida, we reject these lies and recognize Sarasota's Emma Weyant as the best women's swimmer in the 500y freestyle. pic.twitter.com/tBmFxFE3q6 — Ron DeSantis (@GovRonDeSantis) March 22, 2022
"È mia intenzione far sì che gli uomini non competano contro donne come Emma Weyant. La Florida rifiuta gli sforzi della NCAA per distruggere gli sport femminili e disapprova che la NCAA elevi l'ideologia al di sopra della biologia" si legge nel post di DeSantis. Che aggiunge: "In Florida, rifiutiamo queste menzogne e riconosciamo Emma Weyant di Sarasota come la migliore nuotatrice femminile nei 500y stile libero". Le posizioni filo tradizionaliste e anti Lgbt del Governatore sono ormai note, basti pensare alla recente legge sull'istruzione nelle scuole primarie recentemente approvata nello Stato.

Lia Thomas: "Gareggiare a questi campionati per me significa tutto"

Lia Thomas (marca.com)
"Ho cercato di concentrarmi sulla mia gara di nuoto e di non pensare a nient'altro. Essere qui ed essere in grado di competere per me significa tutto il mondo" ha detto Thomas dopo la finale, nella quale non si è avvicinata al record di Katie Ledecky stabilito nel 2017 (4'24"06). La sua vittoria rappresenta comunque un traguardo fondamentale nel nuoto, essendo la prima nuotatrice transgender a vincere un importante titolo collegiale statunitense. Alcune colleghe di vasca hanno dichiarato il loro rifiuto alla presenza di Thomas nelle gare femminili, altre la sostengono. Tra queste la terza classificata nelle 500 yard, Erica Sullivan,  che ha detto che lo sport femminile ha altre questioni più importanti da affrontare. "Come donna nello sport, posso dirvi che so quali sono le vere minacce allo sport femminile: abusi e molestie sessuali, salari e risorse ineguali, e la mancanza di donne nella leadership. Le ragazze e le donne transgender non sono parte di questa lista", ha scritto la texana sui suoi account social.

Cosa dice il regolamento

Laurel Hubbard, neozelandese, è stata la prima atleta apertamente transgender a partecipare ai Giochi olimpici
Le regole della federazione statunitense di nuoto richiedono ag* atlet* transgender di sottoporsi a tre anni di terapia ormonale sostitutiva prima di poter gareggiare. Lia Thomas, che ha iniziato il percorso nel maggio del 2019, mancano ancora sei mesi per raggiungere quell'obiettivo, ma la NCAA ha deciso di non adottare le regole della Federazione e le ha permesso di partecipare alle competizioni ad Atlanta. Intanto però il dibattito sull'inclusione de* atlet* transgender, in particolare donne, continua a far discutere a livello internazionale, nonostante le maglie dello sport si stiano sempre più aprendo. Basti pensare ai recenti Giochi Olimpici estivi, che hanno visto la partecipazione della prima donna transgender in assoluto alle competizioni, e alla successiva discussione sulla necessità di fissare nuove regole, da parte del Cio, per queste persone. Regole che però, come c'era da aspettarsi, hanno semplicemente evitato l'ostacolo, demandando alle federazioni la scelta. Insomma il dibattito resta aperto, ma intanto le prime vittorie arrivano. E fanno discutere.
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