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Home » Sport » La Fina dice No! Per le nuotatrici transgender sarà impossibile gareggiare nelle gare d’élite femminili

La Fina dice No! Per le nuotatrici transgender sarà impossibile gareggiare nelle gare d’élite femminili

Oltre a questo divieto la Federazione Internazionale di nuoto sta pensando di creare una categoria aperta per i nuotatori e le nuotatrici la cui identità di genere non coincide con il sesso biologico

Edoardo Martini
20 Giugno 2022
Gara di nuoto

Gara di nuoto

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Durante il congresso generale straordinario svoltosi ai Mondiali di nuoto, in corso a Budapest, è stata presa una decisione che cambierà gli scenari per le nuotatrici transgender. La Federazione Internazionale di nuoto (Fina) ha votato contro la possibilità alle atlete transgender di gareggiare nelle competizioni d’élite femminili. Secondo le nuove direttive, per accedervi devono avere completato la transizione di genere entro i 12 anni, eventualità molto remota dati i tempi tecnici e psicologici che necessita un percorso di questo tipo.

La nuova politica, approvata con il 71% dei voti da 152 membri della Fina, è stata descritta come “solo un primo passo verso la piena inclusione” per le atlete transgender.

La bandiera a sostengo delle persone transgender

“Dobbiamo proteggere l’equità competitiva nei nostri eventi”: la giustificazione del presidente della Fina

In precedenza i membri della Fina avevano ascoltato un gruppo scientifico composto da medici, soprattutto endocrinologi, e da esperti di legge, di discriminazioni e di sport istituendo una nuova politica di inclusione di genere che entrerà in vigore da oggi.

“L’approccio di Fina nella stesura di questa politica è stato completo, basato sulla scienza, inclusivo e, soprattutto, ha enfatizzato l’equità competitiva”, ha affermato Brent Nowicki, direttore esecutivo dell’organo di governo. Il presidente della Fina Husain Al-Musallam ha affermato: “Dobbiamo proteggere i diritti dei nostri atleti a competere, ma dobbiamo anche proteggere l’equità competitiva nei nostri eventi, in particolare la categoria femminile alle competizioni Fina.”

Questa mossa fa sì che Lia Thomas, che a marzo è diventata la prima nuotatrice transgender a vincere un importante titolo di college nazionale statunitense, non sarà idonea a competere nella categoria femminile con effetto immediato.

Nata come Will Thomas, aveva gareggiato per tre anni nella squadra maschile della sua università ma, dopo aver completato il percorso di transizione, è entrata a far parte della squadra femminile vincendo, a fine febbraio, la Ivy League Universities: la competizione in cui gareggiano gli atleti delle otto università più prestigiose degli Stati Uniti. E, nella competizione, Lia ha anche battuto i record precedenti. A marzo, poi, altre polemiche dopo la sua vittoria della gara delle 500 yard stile libero dei campionati universitari americani NCAA, disputatisi al “McAuley Aquatic Center” di Atlanta.

Prestazioni che hanno suscitato non poche polemiche tra gli addetti ai lavori e non, con strascichi anche nella politica. A distanza di una settimana, infatti, il governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis, aveva rifiutato il verdetto riconoscendo Emma Weyant, medaglia d’argento nei 400 misti ai Giochi di Tokyo di sei mesi fa, come reale vincitrice della gara.

L’annuncio della Fina arriva due settimane dopo che l’organo di governo del ciclismo, l’Uci, ha votato per raddoppiare il periodo di tempo prima che un corridore che passa da maschio a femmina possa competere.

Oltre 300 nuotatori statunitensi e olimpici hanno firmato una lettera a sostegno di Thomas a marzo, ma altri atleti e organizzazioni hanno espresso preoccupazione per ciò che vedono come i progressi fisici delle atlete transgender che gareggiano negli eventi femminili.

Lia Thomas, prima nuotatrice transgender a vincere un importante titolo di college nazionale statunitense

Una nuova categoria aperta: l’obiettivo concreto della Federazione

L’altro obiettivo che si è posta la Federazione è quello di creare una nuova categoria ‘aperta’ per i nuotatori e le nuotatrici la cui identità di genere non coincide con il sesso biologico e, a tal fine, istituirà un ulteriore gruppo di lavoro che nei prossimi 6 mesi definirà le modalità di creazione di essa.

La Fina ha anche chiarito che gli atleti transgender da donna a uomo potranno competere nelle categorie maschili, ma negli sport di tuffo alto e pallanuoto dovranno presentare un modulo di ‘assunzione di rischio’ e si consiglia di chiedere consiglio sulla loro capacità fisica. Al-Musallam ha aggiunto: “La Fina accoglierà sempre ogni atleta. La creazione di una categoria aperta significherà che tutti avranno l’opportunità di competere a livello d’élite. Non è stato fatto prima, quindi la Fina dovrà aprire la strada. Voglio che tutti gli atleti si sentano coinvolti nella possibilità di sviluppare idee durante questo processo.”

 

 

 

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  • Sono tanti gli esperti e gli attivisti americani che si interrogano se la sentenza della Corte Suprema, che elimina il diritto all’aborto negli Usa, potrà avere impatti anche su altri diritti, compresi quelli alla privacy.

I procuratori possono decidere di indagare su qualsiasi donna che sia stata incinta ma non abbia portato a termine la gravidanza, anche in caso di aborti spontanei.

“La differenza tra ora e l’ultima volta che l’aborto è stato illegale negli Stati Uniti è che viviamo in un’era di sorveglianza digitale senza precedenti”.

A dirlo è la direttrice per la sicurezza informatica della Electronic Frontier Foundation Eva Galperin.

Il caso più eclatante è stato quello di Latice Fisher, la donna del Mississippi che nel 2017 era stata accusata di omicidio di secondo grado dopo aver partorito un bambino nato morto nel terzo trimestre perché, nelle settimane precedenti, aveva cercato online informazioni sulle pillole abortive. Non esisteva nessun’altra prova che Fisher avesse comprato le pillole, ma il caso è comunque durato fino al 2020, quando era stato archiviato.

Le autorità possono decidere di chiedere direttamente alle aziende di fornire i dati in loro possesso relativi a specifici utenti. Non si tratta soltanto di Google, Facebook, Instagram, TikTok o Amazon: a raccogliere dati che possono essere potenzialmente incriminanti sono anche i servizi di telefonia mobile, i provider di servizi Internet e qualsiasi app abbia accesso ai dati sulla posizione. Di solito queste informazioni vengono raccolte a fini pubblicitari, ma possono anche essere acquistate da privati o da forze dell’ordine.

Proprio per questo motivo negli ultimi giorni molte donne americane hanno cancellato le applicazioni per il monitoraggio delle mestruazioni dai loro cellulari, che secondo le stime vengono usate da un terzo delle donne statunitensi, nel timore che i dati raccolti sul proprio ciclo mestruale, o altri dettagli legati alla salute riproduttiva, dalle applicazioni possano essere usati contro di loro in future cause penali negli Stati in cui l’aborto è diventato illegale.

Di Edoardo Martini ✍

#lucenews #lucelanazione #dirittoallaborto #dirittoallaprivacy #usa #roevwade
  • Esplosiva, incantevole, nata dalla fantasia di un fumetto per trasformarsi nell’immagine potente di un poster dai colori acrilici alla Andy Warhol. Psichedelica e attraente, conturbante e sexy. Bella da guastare il sonno a molti. Maschio eppure femmina. 

Eva Robin’s, lei che ha fatto sognare generazioni, è stata e rimane il simbolo incontrastato della transessualità. 

Dicevano che somigliasse in modo sorprendente al personaggio di Diabolik Eva Kant, e lei su quell’immagine ci ha lavorato, quasi divertendosi, rendendola viva e facendone una star in carne e ossa. 

"Io sono attratta sessualmente da un uomo ma la mia affettività è diretta verso le donne. Senza dubbio il maschio che c’è in me pretende la sua parte”.

Attrice di cinema e teatro, showgirl e cantante, Eva continua a calcare le scene recitando in ruoli teatrali di grande spessore e impegno. La sua figura di oggi sembra sfumata, il suo volto un po’ flou, l’esuberanza di un tempo addolcita dal tempo. 

Leggi l
  • Al cinema e in tv serve una rappresentazione più reale dei corpi. Anche di quelli in carne.

A rivendicare il diritto di apparire per come si è, soprattutto nei ruoli che chiedono una determinata fisicità, è Shannon Purser, nota soprattutto per aver interpretato Barb Holland in "Stranger Things" e Ethel Muggs in “Riverdale". La 25enne statunitense ha criticato aspramente il trattamento riservato agli “attori grassi” a Hollywood, in particolare per quanto riguarda il casting.

“Non assumono attori grassi per ruoli iconici grassi perché vogliono grandi nomi. Non ci sono quasi mai star grasse di primo piano perché agli attori grassi non è consentita la possibilità di salire di livello. Non ci viene data la giusta visibilità perché l’industria ci vede come elementi bidimensionali“.

Shannon Purser aveva già affrontato la questione in un’intervista a Vanity Fair durante le riprese di “Sierra Burgess è una sfigata”. 

“Anche le donne plus size meritano di avere un principe e il libero arbitrio. Crescendo, se avessi avuto qualcuno che mi somigliava, mi sarei sentita molto meno sola e più compresa. Spero che questo film sfidi i giovani a ripensare il modo in cui guardano se stessi e l’un l’altro, imparando ad abbracciare l’autenticità”. 

E chissà che questa volta, oltre alle parole, non si arrivi anche ai fatti, per invertire la tendenza discriminante e grassofobica proprio nella culla dei sogni: Hollywood.

Di Marianna Grazi ✍

#lucenews #lucelanazione #shannonpurser #barbstrangerthings #hollywood #bodyshaming #sierraburgessisaloser
  • Sul tema dell
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Lia Thomas, prima nuotatrice transgender a vincere un importante titolo di college nazionale statunitense

Una nuova categoria aperta: l'obiettivo concreto della Federazione

L'altro obiettivo che si è posta la Federazione è quello di creare una nuova categoria 'aperta' per i nuotatori e le nuotatrici la cui identità di genere non coincide con il sesso biologico e, a tal fine, istituirà un ulteriore gruppo di lavoro che nei prossimi 6 mesi definirà le modalità di creazione di essa. La Fina ha anche chiarito che gli atleti transgender da donna a uomo potranno competere nelle categorie maschili, ma negli sport di tuffo alto e pallanuoto dovranno presentare un modulo di 'assunzione di rischio' e si consiglia di chiedere consiglio sulla loro capacità fisica. Al-Musallam ha aggiunto: "La Fina accoglierà sempre ogni atleta. La creazione di una categoria aperta significherà che tutti avranno l'opportunità di competere a livello d'élite. Non è stato fatto prima, quindi la Fina dovrà aprire la strada. Voglio che tutti gli atleti si sentano coinvolti nella possibilità di sviluppare idee durante questo processo."      
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