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Home » Sport » “O Anche No”, il programma di inclusione e disabilità dove il calcio è davvero per tutti

“O Anche No”, il programma di inclusione e disabilità dove il calcio è davvero per tutti

Protagonista della puntata sarà il campione paralimpico Daniele Cassioli che commenterà, con Italo Cucci, la partita Roma-Empoli

Edoardo Martini
17 Febbraio 2023
Daniele Cassioli e Italo Cucci allo stadio per il commento di Roma-Empoli

Daniele Cassioli e Italo Cucci allo stadio per il commento di Roma-Empoli

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Un programma di inclusione per chi vive a tu per tu con la disabilità. Si chiama “O Anche No“, è stato realizzato con la collaborazione di Rai per la Sostenibilità e Rai Pubblica Utilità, e andrà in onda domenica 19 febbraio 2023 a partire dalle ore 10.15 (e in replica lunedì 20 febbraio 2023 alle ore 1.05 su Rai 3). Durante questa puntata, condotta da Paola Severini Melograni, una persona nata cieca, Daniele Cassioli, commenterà una partita di calcio, per tutti, vedenti e non. Perché l’amore per lo sport, in questo caso il calcio, non conosce confini.

Il 36enne fuori dallo Stadio Olimpico di Roma insieme alla presentatrice della puntata

Il programma completo

Cassioli, pluripremiato atleta paralimpico, aveva già commentato come inviato speciale l’ATP Finals di tennis a Torino, raccontando come guarda una partita una persona cieca. Questa volta il 36enne è andato invece allo Stadio Olimpico, per raccontare la gara Roma-Empoli di Serie A, ma non da solo, bensì insieme a uno dei più grandi giornalisti sportivi italiani: Italo Cucci. L’iniziativa, a cura della AS Roma, parte da un servizio lanciato dal club al termine della scorsa stagione per facilitare il trasferimento allo Stadio di tutti i tifosi con disabilità che necessitino di aiuto negli spostamenti.

Paola Severini insieme all’Amministratore delegato dell’Empoli Rebecca Corsi con la maglia O Anche No

Oltre al racconto della gara di Daniele Cassioli, la conduttrice Paola Severini ha intervistato il Ministro dello Sport Andrea Abodi, il Presidente della Figc Gabriele Gravina, l’Amministratore delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo, e il Presidente di Sport e Salute Vito Cozzoli, su temi quali l’accessibilità agli stadi, il ruolo del calcio per un’inclusione a 360 gradi e il diritto allo sport. Oltre a loro, nella puntata di domenica, prenderanno parola il Ceo della Roma Pietro Berardi sull’iniziativa “Superiamo gli ostacoli” e su altri progetti della società per l’accessibilità e l’inclusione. Infine interverranno anche l’amministratore delegato dell’Empoli, Rebecca Corsi e il Ceo di Kinto, Mauro Carruccio. Completano la puntata i Ladri di Carrozzelle in una interpretazione de La leva calcistica della classe ’68 di Francesco De Gregori, un cameo di Andrea Maestrelli, autore dell’inno dell’Empoli e Stefano Disegni in veste di “tifoso” speciale.

Ricordiamo che tutte le puntate e le stagioni precedenti di “O Anche No” sono disponibili su Raiplay: http://www.raiplay.it/programmi/oancheno

La giornalista durante l’intervista con il presidente della FIGC Gabriele Gravina

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
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