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Home » Sport » A Scampia la palestra dei campioni rischia di chiudere. Maddaloni: “Aiutatemi a salvare questi ragazzi”

A Scampia la palestra dei campioni rischia di chiudere. Maddaloni: “Aiutatemi a salvare questi ragazzi”

La Star Judo Club è ormai un punto di riferimento per il quartiere, come alternativa a disagio e malavita. Ma un'ingiunzione di pagamento rischia di segnare l'epilogo del sogno

Edoardo Martini
18 Febbraio 2023
Gianni Maddaloni durante una seduta di allenamento alla palestra Star Judo Club

Gianni Maddaloni durante una seduta di allenamento alla palestra Star Judo Club

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La fabbrica di campioni nonché presidio di rieducazione e legalità rischia di chiudere. Si tratta della palestra Star Judo Club di Gianni Maddaloni che da 20 anni si impegna a sottrarre i ragazzi di Scampia, Napoli, alle spire della camorra grazie allo sport. Purtroppo il proprietario si è visto recapitare una ingiunzione di pagamento per morosità di 385mila euro per fitti non pagati, con il rischio di un epilogo assai drammatico.

Il 67enne insieme ad alcuni dei suoi atleti (Instagram)

“Il mio compito è quello di salvare ragazzi”

“Il mio mestiere – chiarisce Maddaloni, padre di Pino, oro olimpico nel Judo a Sidney 2000 – è salvare ragazzi ed è per questa missione che nel 2005 l’allora sindaco Rosa Russo Jervolino mi affidò la struttura. Ora, dopo tante rassicurazioni di politici e delle amministrazioni, mi arriva questa carta da ignoti proprietari che mi avvertono che se non pago chiudo. Mi sono fidato e forse per troppi anni ho sbagliato pensando che la cosa fosse gestita dal Comune e ora spero che non sia troppo tardi”.

 

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Maddaloni e la sua palestra hanno vissuto in prima linea i disagi e il degrado del quartiere, considerato in passato la piazza di spaccio più grande d’Europa, subendo minacce e sabotaggi da parte dei clan. “Ho resistito per anni stando in trincea alla volontà di chi mal tollerava la presenza di questa palestra ed ora quando il quartiere sembra risollevarsi, mi cacciano? Sono ancora un riferimento per le scuole del quartiere, che mi mandano i ragazzi difficili. Sono ancora qui ad ospitare giovani detenuti che mi vengono affidati dal tribunale di sorveglianza in alternativa alla galera. Sono ancora qui a far praticare il Judo a 150 ragazzini di Scampia ed organizzare corsi di ginnastica per le loro mamme”. E in più, dalla sua palestra escono grandi atleti, come le campionesse di Judo Susy Scutto e Martina Esposito, in corsa per le olimpiadi di Parigi 2024. Confidando nelle istituzioni il proprietario della palestra ha voluto lanciare un appello: “Non posso pagare. Non ho questi soldi e con quello che ricavo dai pochi che pagano la retta, mi servirebbero secoli per metterli insieme. Ho ancora fiducia nelle istituzioni e nel sindaco Manfredi, a cui rivolgo il mio appello. Questo Tatami – dice indicando il colorato tappeto dove alcuni ragazzi in kimono si stanno allenando – mi ha aiutato a salvare mille ragazzi. Ora salvate me!“.

Chi è Gianni Maddaloni

È nato a Napoli nel 1956, in lui scatta fin da piccolo la passione per il Judo, tanto che diventa un’atleta con la Società Dai-To Club negli anni ’70 e ’80. Ha partecipato alle finali dei campionati italiani negli anni ’80 e, diventato maestro nel 1982, ha allenato in diverse società della Campania che hanno raggiunto parecchi risultati in campo nazionale nel settore esordienti e nei giochi della gioventù. Dal 2005 ad oggi ha coperto cariche di rilievo nazionale diventando direttore tecnico regionale nonché consigliere della squadra nazionale maggiore. Dal 1988 è insegnante e direttore tecnico della Società Star Judo Club di Napoli – Maestro di Judo 7° Dan. Da oltre dieci anni ha portato moltissimi atleti sul gradino più alto in campo nazionale ed Europeo dalle classi giovanili,junior e senior. I suoi figli sono delle star viventi: Giuseppe, plurimedagliato è riuscito a salire sui podi più prestigiosi al mondo fino a quello Olimpico a Sydney 2000. La figlia Laura è stata sette volte campionessa d’Italia e vice campionessa del mondo, rimanendo un’atleta azzurra di interesse internazionale fino alla fine della sua carriera judoistika. Infine, il figlio Marco è stato quattro volte Campione d’Italia, Campione Assoluto nell’anno 2002, atleta di interesse Nazionale da Cadetto a Junior e Pluri campione Europeo Under 23 negli anni 2004/2005. Nel 2008, è riuscito ad arrivare al quinto posto al campionato Europeo.

Gianni Maddaloni (Instagram)
Gianni Maddaloni (Instagram)

 

 

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
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Chi è Gianni Maddaloni

È nato a Napoli nel 1956, in lui scatta fin da piccolo la passione per il Judo, tanto che diventa un'atleta con la Società Dai-To Club negli anni '70 e '80. Ha partecipato alle finali dei campionati italiani negli anni '80 e, diventato maestro nel 1982, ha allenato in diverse società della Campania che hanno raggiunto parecchi risultati in campo nazionale nel settore esordienti e nei giochi della gioventù. Dal 2005 ad oggi ha coperto cariche di rilievo nazionale diventando direttore tecnico regionale nonché consigliere della squadra nazionale maggiore. Dal 1988 è insegnante e direttore tecnico della Società Star Judo Club di Napoli – Maestro di Judo 7° Dan. Da oltre dieci anni ha portato moltissimi atleti sul gradino più alto in campo nazionale ed Europeo dalle classi giovanili,junior e senior. I suoi figli sono delle star viventi: Giuseppe, plurimedagliato è riuscito a salire sui podi più prestigiosi al mondo fino a quello Olimpico a Sydney 2000. La figlia Laura è stata sette volte campionessa d’Italia e vice campionessa del mondo, rimanendo un'atleta azzurra di interesse internazionale fino alla fine della sua carriera judoistika. Infine, il figlio Marco è stato quattro volte Campione d’Italia, Campione Assoluto nell'anno 2002, atleta di interesse Nazionale da Cadetto a Junior e Pluri campione Europeo Under 23 negli anni 2004/2005. Nel 2008, è riuscito ad arrivare al quinto posto al campionato Europeo.
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