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Home » Sport » Razzismo nel calcio, insultata la nigeriana Folakemi Sule del Vicenza: “Bestia, sei scura”

Razzismo nel calcio, insultata la nigeriana Folakemi Sule del Vicenza: “Bestia, sei scura”

Dure reazioni di condanna dopo l'ennesimo episodio, urla di offese dagli spalti per il colore della pelle: vittima la giocatrice della serie C Femminile. Individuati i responsabili

Letizia Cini
17 Gennaio 2023
Calcio, Serie C Femminile: la nigeriana Folakemi Sule del Vicenza è stata insultata per il colore della pelle

Razzismo nel calcio: Serie C Femminile, la nigeriana Folakemi Sule del Vicenza è stata insultata per il colore della pelle

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Bestia, sei scura”: giocatrice del Vicenza vittima di razzismo in campo: il brutto episodio è accaduto in Serie C femminile, dove la nigeriana Folakemi Sule è stata insultata per il colore della pelle da due “tifosi” della Jesina.

Ma veniamo all’episodio, che si è verificato durante la partita di Serie C Femminile, Vicenza-Jesina. Doveva essere una giornata di calcio dilettantistico, ma è diventata l’ennesimo caso di discriminazione in un campo di gioco. Rafiat Sule Folakemi, calciatrice nigeriana 22enne delle biancorosse venete, ha sentito urlare dagli spalti: “Bestia! Sei scura, bestia!”. Provenivano da un uomo e una donna presenti sugli spalti: parole piene di livore dopo un cartellino rosso rimediato dalla stessa vicentina per via di un fallo di reazione. Ancora un episodio di razzismo nel nostro calcio.

Parole di condanna

Le parole di condanna della società biancorossa sono forti. “È una cosa fuori di testa” ha commentato in un video su Facebook il presidente della società, Erika Maran: “Qua si va oltre la giustizia sportiva. Mi muoverò a livello penale, vista la gravità dell’episodio. Non erano molti i tifosi della Jesina accorsi allo stadio, dovremmo risalire velocemente ai colpevoli. Dobbiamo superare lo scoglio della paura di denunciare: la tutela delle mie ragazze viene prima di tutto e io non ho paura di espormi in prima persona”. Messaggi di vicinanza anche dal Vicenza Calcio maschile, che su Twitter ribadisce che “tutta la famiglia abbraccia Rafi che indossa con orgoglio la maglia biancorossa”.

La solidarietà

“Bestia, sei scura”: giocatrice del Vicenza vittima di razzismo in campo
“Bestia, sei scura”: la giocatrice del Vicenza Rafiat Folakemi Sule (22 anni) vittima di razzismo in campo

L’Associazione Italiana Calciatori esprime “incondizionata solidarietà e vicinanza alla calciatrice del Vicenza Calcio Femminile Rafiat Folakemi Sule, presa di mira da alcuni sostenitori della Jesina Calcio Femminile con pesanti insulti razzisti dopo un fallo di reazione e conseguente espulsione dell’attaccante biancorossa”. “Non possiamo più tollerare episodi come questo – ha dichiarato Chiara Marchitelli, responsabile Aic Calcio Femminile e consigliere federale – Così come non possiamo più tollerare la presenza di questi personaggi all’interno dei nostri stadi. Piena solidarietà alla calciatrice Rafiat Folakemi Sule – ha concluso – con l’augurio che i responsabili di questo brutto gesto vengano presto individuati e allontanati dalle manifestazioni sportive”.

Tante le reazioni indignate dopo gli insulti razzisti a Vicenza ai danni della giocatrice della squadra femminile, che milita nel campionato nazionale di serie C, avvenuti domenica 15 gennaio 2023 sul campo di Tavernelle di Altavilla Vicentina, durante il match contro la Jesina. A rendere noto il fatto, la presidente del Vicenza Calcio Femminile, Erika Maran, che ha denunciato l’episodio con un video sul suo profilo Facebook e sui social della società sportiva. Subito dopo la decisione dell’arbitro di estrarre il cartellino rosso a carico della giocatrice biancorossa, Rafiat Folakemi Sule, dagli spalti, in una zona occupata da un ristretto gruppo di sostenitori ospiti, sono arrivati insulti e offese indirizzati alla giovane.

“Bestia, sei scura“, insulti razzisti a una calciatrice del Vicenza Calcio. La denuncia: “Offese di una donna ad una donna“
“Bestia, sei scura“, insulti razzisti a una calciatrice del Vicenza Calcio. La denuncia: “Offese di una donna ad una donna“

La telefonata del sindaco

Secondo quanto ricostruito dal massimo dirigente del club veneto gli insulti razziali sarebbero stati pronunciati da una donna. Sull’episodio sono intervenuti  il sindaco di Vicenza Francesco Rucco e il vicesindaco e assessore allo sport, Matteo Celebron, che in una nota hanno portato la solidarietà dell’amministrazione locale. “Un gesto inaccettabile che non ha nulla a che vedere con i valori dello sport e della convivenza civile, vanno individuati i responsabili ed educati, prima ancora che perseguiti”, le parole di Rucco e Celebron. Nella mattinata successiva alla partita il vicesindaco ha contattato telefonicamente la calciatrice per esprimerle a voce solidarietà e vicinanza.

A prendere le distanze dall’accaduto anche il presidente della società Jesina che dichiara: “È dura venire etichettati così dopo tutto il lavoro ed il sacrificio che viene quotidianamente fatto, in un sodalizio che peraltro è sempre stato sensibile a temi sociali ed alla solidarietà. E corriamo inoltre il rischio di essere sanzionati dalla giustizia sportiva, per responsabilità oggettiva, sebbene chi si è resto protagonista di questo episodio da cui torniamo a prendere con decisione le distanze, non appartenga alla nostra dirigenza ed abbia raggiunto Altavilla Vicentina con mezzi propri, non insieme al gruppo squadra”.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Bestia, sei scura”: giocatrice del Vicenza vittima di razzismo in campo: il brutto episodio è accaduto in Serie C femminile, dove la nigeriana Folakemi Sule è stata insultata per il colore della pelle da due “tifosi” della Jesina. Ma veniamo all'episodio, che si è verificato durante la partita di Serie C Femminile, Vicenza-Jesina. Doveva essere una giornata di calcio dilettantistico, ma è diventata l’ennesimo caso di discriminazione in un campo di gioco. Rafiat Sule Folakemi, calciatrice nigeriana 22enne delle biancorosse venete, ha sentito urlare dagli spalti: “Bestia! Sei scura, bestia!”. Provenivano da un uomo e una donna presenti sugli spalti: parole piene di livore dopo un cartellino rosso rimediato dalla stessa vicentina per via di un fallo di reazione. Ancora un episodio di razzismo nel nostro calcio.

Parole di condanna

Le parole di condanna della società biancorossa sono forti. “È una cosa fuori di testa” ha commentato in un video su Facebook il presidente della società, Erika Maran: “Qua si va oltre la giustizia sportiva. Mi muoverò a livello penale, vista la gravità dell’episodio. Non erano molti i tifosi della Jesina accorsi allo stadio, dovremmo risalire velocemente ai colpevoli. Dobbiamo superare lo scoglio della paura di denunciare: la tutela delle mie ragazze viene prima di tutto e io non ho paura di espormi in prima persona”. Messaggi di vicinanza anche dal Vicenza Calcio maschile, che su Twitter ribadisce che “tutta la famiglia abbraccia Rafi che indossa con orgoglio la maglia biancorossa”.

La solidarietà

“Bestia, sei scura”: giocatrice del Vicenza vittima di razzismo in campo
“Bestia, sei scura”: la giocatrice del Vicenza Rafiat Folakemi Sule (22 anni) vittima di razzismo in campo
L’Associazione Italiana Calciatori esprime “incondizionata solidarietà e vicinanza alla calciatrice del Vicenza Calcio Femminile Rafiat Folakemi Sule, presa di mira da alcuni sostenitori della Jesina Calcio Femminile con pesanti insulti razzisti dopo un fallo di reazione e conseguente espulsione dell’attaccante biancorossa”. “Non possiamo più tollerare episodi come questo - ha dichiarato Chiara Marchitelli, responsabile Aic Calcio Femminile e consigliere federale - Così come non possiamo più tollerare la presenza di questi personaggi all’interno dei nostri stadi. Piena solidarietà alla calciatrice Rafiat Folakemi Sule - ha concluso - con l’augurio che i responsabili di questo brutto gesto vengano presto individuati e allontanati dalle manifestazioni sportive”. Tante le reazioni indignate dopo gli insulti razzisti a Vicenza ai danni della giocatrice della squadra femminile, che milita nel campionato nazionale di serie C, avvenuti domenica 15 gennaio 2023 sul campo di Tavernelle di Altavilla Vicentina, durante il match contro la Jesina. A rendere noto il fatto, la presidente del Vicenza Calcio Femminile, Erika Maran, che ha denunciato l’episodio con un video sul suo profilo Facebook e sui social della società sportiva. Subito dopo la decisione dell’arbitro di estrarre il cartellino rosso a carico della giocatrice biancorossa, Rafiat Folakemi Sule, dagli spalti, in una zona occupata da un ristretto gruppo di sostenitori ospiti, sono arrivati insulti e offese indirizzati alla giovane.
“Bestia, sei scura“, insulti razzisti a una calciatrice del Vicenza Calcio. La denuncia: “Offese di una donna ad una donna“
“Bestia, sei scura“, insulti razzisti a una calciatrice del Vicenza Calcio. La denuncia: “Offese di una donna ad una donna“

La telefonata del sindaco

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