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Una scuola di calcio inventa gli "Scarpini sospesi" per far giocare anche chi non può permetterselo

Chi vorrà aderire all’iniziativa solidale potrà portare alla potentina Pgs Don Bosco "Domenico Lorusso" scarpette da calcio nuove o usate che saranno donate a chi ne ha bisogno

di MAURIZIO COSTANZO -
20 settembre 2022
scarpini sospesi

scarpini sospesi

Don Bosco diceva: "Ai giovani non basta volergli bene: se ne devono accorgere". E non c’è miglior gesto d’accoglienza di quello fatto da una scuola calcio di Potenza che porta il nome del grande sacerdote piemontese. La Pgs Don Bosco "Domenico Lorusso" infatti, in occasione dell’open day nel quale, a inizio settembre, ha presentato la nuova stagione sportiva, dopo aver lanciato l’iniziativa de "Gli scarpini sospesi", ha raccolto tante donazioni da parte di coloro che, attraverso un gesto solidale, consentiranno a chi non può permettersi degli scarpini nuovi, di giocare comunque a calcio e di inseguire i propri sogni di gloria.

L'iniziativa degli "Scarpini sospesi"

scarpini calcio

La Psg Don Bosco "Domenico Lorusso" ha lanciato l'iniziativa "Scarpini Sospesi" per garantire a tutti i bambini che ne hanno necessità le stesse opportunità di gioco degli altri

L’invito della scuola di calcio lo diceva a chiare lettere: "Se devi cambiare le tue scarpette, o se vuoi regalare un paio di scarpe nuove, puoi consegnarle a noi. Verranno donate a chi ne ha necessità". Gli "Scarpini sospesi", una volta raccolti, sono a disposizione di chi ne ha bisogno, oppure potranno anche essere scambiati con altri scarpini di numero diverso. L’iniziativa solidale della Pgs, concepita insieme all’Ufficio Stampa Basilicata, nasce da un’attenta valutazione delle difficoltà economiche che stanno attraversando molte famiglie. In tal senso, lo scambio e il dono degli scarpini, che si possono rivelare indispensabili per tanti ragazzi che sognano di frequentare una scuola di calcio, rappresentano un segno concreto di condivisione e vicinanza verso coloro che vivono uno stato di bisogno, e non potrebbero permettersi di spendere dei soldi per comprare degli scarpini nuovi per i loro figli. Nel solco dei valori che da sempre fanno parte della cultura salesiana, chi desidererà aderire – portando scarpette da calcio usate, possibilmente in buono stato - o contribuire all’iniziativa acquistandone di nuove, e ha mancato l’appuntamento con l’open day dell’11 settembre, può ancora farlo, dal momento che l’iniziativa prosegue in queste settimane.

Il caffè sospeso. Una pratica solidale diffusa

Il nome del progetto richiama il famoso "caffè sospeso", una tradizione che un tempo era d’uso comune a Napoli, e che ultimamente è tornata in auge, anche fuori dalla Campania. In pratica chi aveva ricevuto una bella notizia – ad esempio il fortunato che aveva vinto un terno al lotto, oppure aveva trovato un lavoro, fatto fortuna, stava per sposarsi, o per qualsiasi altro lieto evento che gli era appena capitato – prendendosi un caffè al bar ne pagava due, lasciandone uno gratis in dono a un consumatore sconosciuto, per ricambiare il dono appena ricevuto dal destino e far partecipe anche gli altri della propria fortuna. Un gesto nobile che, a quanto pare, sarebbe nato all’inizio del Novecento, quando prevalentemente l’alta borghesia e l’aristocrazia napoletana, consapevole dei tempi di ristrettezza economica, lasciava un caffè pagato a chi non avrebbe potuto permetterselo. Una pratica che si è diffusa anche oltre l’Italia, arrivando a prendere piede in molti bar del mondo, dalla Francia alla Spagna, dalla Finlandia alla Russia, dal Canada al Belgio. In Argentina si è soliti lasciare, al posto del caffè, "l’empanada pendiente", tipico piatto di carne sudamericano. L’iniziativa della scuola di calcio lucana ricalca lo stesso spirito solidale che valeva per il caffè sospeso partenopeo: della serie, può cambiare l’oggetto del dono solidale, ma non la sostanza e ciò che lo anima. Perché, come recita un vecchio adagio, valido a Napoli come in qualsiasi altra città e Paese del mondo: "Tristezza condivisa è metà tristezza. Ma gioia condivisa è doppia gioia".