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Home » Sport » Sinisa Mihajlović, oggi la camera ardente in Campidoglio. La moglie: “Ritaglierò dal tuo ricordo tante stelle”

Sinisa Mihajlović, oggi la camera ardente in Campidoglio. La moglie: “Ritaglierò dal tuo ricordo tante stelle”

Toccanti i messaggi dei figli. Virginia: "Papà, il mio super eroe. Ho il cuore spezzato", Miroslav: "So che da lassù mi guarderai e mi darai forza"

Barbara Berti
18 Dicembre 2022
Sinisa Mihajlović con la moglie Arianna Rapaccioni (Instagram)

Sinisa Mihajlović con la moglie Arianna Rapaccioni (Instagram)

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Domenica 18 dicembre, in Campidoglio, sarà aperta al pubblico dalle 10 fino alle 18, la Camera ardente per Sinisa Mihajlović l’ex calciatore e allenatore serbo morto il 16 dicembre a soli 53 anni. Il “guerriero del calcio” dal 2019 combatteva contro una forma acuta di leucemia mieloide. Si era sottoposto anche al trapianto di midollo osseo ma “il mostro” era ricomparso a marzo 2022. Quindi nuove cure e ad agosto era tornato ad allenare il suo Bologna. Lo scorso 1° dicembre Mihajlović aveva fatto una sorpresa al suo ex allenatore, Zdenek Zeman, durante la presentazione della biografia del boemo. E’ stata l’ultima uscita pubblica del serbo. Domenica 11 dicembre, in seguito al peggiorare delle sue condizioni, è stato ricoverato in ospedale e già il 12 dicembre la situazione è precipitata ed è entrato in coma farmacologico. Stretto nell’intimità della sua famiglia, si è spento il 16 dicembre, un giorno triste per il mondo del calcio e non solo. Appena saputa l’infausta notizia, sui social è partita un’onda infinita di messaggi di cordoglio. Le parole più toccanti arrivano dalla famiglia.

Siniša Mihajlović sulla panchina del Bologna (Instagram)
Siniša Mihajlović sulla panchina del Bologna (Instagram)

La moglie Arianna: “Ritaglierò dal tuo ricordo tante stelle”

 

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Un post condiviso da Arianna Rapaccioni Mihajlovic (@ariannamihajlovic)


 

“Quando non sarai più parte di me, ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte”: è la dedica a Sinisa Mihajlović della moglie Arianna Rapaccioni, l’ex ex soubrette televisiva, che ha pubblicato un post, con una foto che li ritrae sorridenti sul suo profilo Instagram. I due erano legati sentimentalmente dal febbraio 1995 e luglio 2005 si erano sposati. Da questa relazione sono nati cinque figli: Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nicholas.

Il messaggio della figlia Virginia

Il post di Virginia Mihajlovic in ricordo del padre, morto ieri a 53 anni, in un messaggio su Instagram

“Il mio cuore oggi è spezzato, in frantumi. La mia anima peggio, e non riesco a continuare a parlare del mio super eroe, per me papà, per voi Sinisa Mihajlović. Fa troppo, troppo male”. Così Virginia Mihajlović parla del padre, morto il 16 dicembre a 53 anni, in un messaggio su Instagram. “È dura papà. È dura. In questo momento di immensa sofferenza avrei solo bisogno di un tuo abbraccio. Non un abbraccio qualsiasi, il tuo. Mischiato al tuo profumo, che, come la tua anima, rimaneva addosso. E chi ti conosce sa a cosa mi riferisco” prosegue il toccante post. La figlia Virginia, 24 anni, non si dà pace. “Impossibile accettare tutto questo ma trovo la forza nell’amore immenso che mi hai donato in questi anni di vita insieme, talmente forte che mi accompagnerà per il resto dei miei giorni. Dopo aver scoperto il tuo destino, ringrazio di averti avuto con me per questi anni, in cui mi hai donato tutto, tutto quello che un padre avrebbe potuto donare ad una figlia, anzi molto di più. Mi hai amata immensamente, con tutte le forze che avevi. Mi hai protetta da ogni cosa, da tutti e tutto. Tu sei stato troppo. Troppo per me. Troppo per noi. Troppo per tutti”.

La poesie della figlia Viktorija

Viktorija Mihajlović dedica al padre Sinisa alcuni versi di una poesia di Montale. “Ho sceso, dandoti il braccio, un milione di scale 
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
 Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
 erano le tue”. Il post, corredato da una serie di scatti del serbo quando ancora giocava a calcio, continua così: “Ti amo con tutto il mio cuore papà, anima pura, rara, orgoglio della mia vita, mio eroe, mio grande amore. Ovunque tu sia io so amare fino a lì”.

Il ricordo di Miroslav

Una vecchia foto di Sinisa con il il figlio Miroslav Mihajlovic (Instagram)
Una vecchia foto di Sinisa con il il figlio Miroslav Mihajlovic (Instagram)

Il figlio Miroslav Mihajlović, via Instagram, saluta così il padre: “Caro papà, grazie per tutto quello che mi hai insegnato. Sei e sempre sarai il mio orgoglio e la mia fonte di ispirazione di vita, in questo momento così difficile farò esattamente come mi hai insegnato te, non mollerò di un centimetro con coraggio e forza, e cercherò in tutti i modi di renderti orgoglioso perché so che da lassù mi guarderai e mi darai forza come hai sempre fatto”.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Domenica 18 dicembre, in Campidoglio, sarà aperta al pubblico dalle 10 fino alle 18, la Camera ardente per Sinisa Mihajlović l'ex calciatore e allenatore serbo morto il 16 dicembre a soli 53 anni. Il "guerriero del calcio" dal 2019 combatteva contro una forma acuta di leucemia mieloide. Si era sottoposto anche al trapianto di midollo osseo ma "il mostro" era ricomparso a marzo 2022. Quindi nuove cure e ad agosto era tornato ad allenare il suo Bologna. Lo scorso 1° dicembre Mihajlović aveva fatto una sorpresa al suo ex allenatore, Zdenek Zeman, durante la presentazione della biografia del boemo. E' stata l'ultima uscita pubblica del serbo. Domenica 11 dicembre, in seguito al peggiorare delle sue condizioni, è stato ricoverato in ospedale e già il 12 dicembre la situazione è precipitata ed è entrato in coma farmacologico. Stretto nell'intimità della sua famiglia, si è spento il 16 dicembre, un giorno triste per il mondo del calcio e non solo. Appena saputa l'infausta notizia, sui social è partita un'onda infinita di messaggi di cordoglio. Le parole più toccanti arrivano dalla famiglia.
Siniša Mihajlović sulla panchina del Bologna (Instagram)
Siniša Mihajlović sulla panchina del Bologna (Instagram)

La moglie Arianna: "Ritaglierò dal tuo ricordo tante stelle"

 
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Un post condiviso da Arianna Rapaccioni Mihajlovic (@ariannamihajlovic)

  "Quando non sarai più parte di me, ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte": è la dedica a Sinisa Mihajlović della moglie Arianna Rapaccioni, l'ex ex soubrette televisiva, che ha pubblicato un post, con una foto che li ritrae sorridenti sul suo profilo Instagram. I due erano legati sentimentalmente dal febbraio 1995 e luglio 2005 si erano sposati. Da questa relazione sono nati cinque figli: Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nicholas.

Il messaggio della figlia Virginia

Il post di Virginia Mihajlovic in ricordo del padre, morto ieri a 53 anni, in un messaggio su Instagram
"Il mio cuore oggi è spezzato, in frantumi. La mia anima peggio, e non riesco a continuare a parlare del mio super eroe, per me papà, per voi Sinisa Mihajlović. Fa troppo, troppo male". Così Virginia Mihajlović parla del padre, morto il 16 dicembre a 53 anni, in un messaggio su Instagram. "È dura papà. È dura. In questo momento di immensa sofferenza avrei solo bisogno di un tuo abbraccio. Non un abbraccio qualsiasi, il tuo. Mischiato al tuo profumo, che, come la tua anima, rimaneva addosso. E chi ti conosce sa a cosa mi riferisco" prosegue il toccante post. La figlia Virginia, 24 anni, non si dà pace. "Impossibile accettare tutto questo ma trovo la forza nell'amore immenso che mi hai donato in questi anni di vita insieme, talmente forte che mi accompagnerà per il resto dei miei giorni. Dopo aver scoperto il tuo destino, ringrazio di averti avuto con me per questi anni, in cui mi hai donato tutto, tutto quello che un padre avrebbe potuto donare ad una figlia, anzi molto di più. Mi hai amata immensamente, con tutte le forze che avevi. Mi hai protetta da ogni cosa, da tutti e tutto. Tu sei stato troppo. Troppo per me. Troppo per noi. Troppo per tutti".

La poesie della figlia Viktorija

Viktorija Mihajlović dedica al padre Sinisa alcuni versi di una poesia di Montale. "Ho sceso, dandoti il braccio, un milione di scale 
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
 Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
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 erano le tue". Il post, corredato da una serie di scatti del serbo quando ancora giocava a calcio, continua così: "Ti amo con tutto il mio cuore papà, anima pura, rara, orgoglio della mia vita, mio eroe, mio grande amore. Ovunque tu sia io so amare fino a lì".

Il ricordo di Miroslav

Una vecchia foto di Sinisa con il il figlio Miroslav Mihajlovic (Instagram)
Una vecchia foto di Sinisa con il il figlio Miroslav Mihajlovic (Instagram)
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