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Quando la sconfitta nasconde una grande vittoria: la lezione della nazionale di calcio ucraina

di EDOARDO MARTINI -
6 giugno 2022
La nazionale ucraina

La nazionale ucraina

Non è riuscita all’Ucraina l’ultima impresa. La selezione est europea ha perso la finale playoff contro il Galles, dicendo addio alla qualificazione ai Mondiali 2022 in Qatar. I calciatori ucraini a fine gara erano visibilmente provati, in lacrime per la sconfitta certo, ma la loro commozione era acuita anche dal conflitto in cui è coinvolta la loro nazione, da più di 100 giorni costretta a difendersi dall'invasione russa.

Le lacrime di Zinchenko consolato a fine partita dall'arbitro Lahoz

"È un'opportunità per riaffermare il sostegno all'Ucraina": la vittoria fuori dal campo

La vittoria non metteva in palio solo un posto ai prossimi Mondiali ma una qualificazione a dir poco storica per la nazionale di Kiev: per i giallo-azzurri del commissario tecnico Oleksandr Petrakov passare il turno sarebbe stato una grande spinta al morale di una nazione in guerra dal 24 febbraio scorso. Nonostante il sogno mondiale sfumato l'Ucraina ha comunque vinto fuori dal campo. Non sono mancati gesti di solidarietà e di vicinanza da parte del governo britannico, che ha invitato l'ambasciatore di Kiev e ha donato 100 biglietti ai profughi ucraini, a cui sono stati garantiti trasporti gratis per raggiungere il luogo del match. Persino il primo ministro gallese, Mark Drakeford, inviando un messaggio di sostegno alla nazionale di casa, ha aggiunto che la partita “è un'opportunità per riaffermare il sostegno all'Ucraina che combatte contro il brutale e non provocato atto di guerra della Russia”.

Il messaggio dei tifosi ucraini

L'appello che non ha fermato i soldati nel Donbass

Alla vigilia della partita valida come semifinale dei playoff di qualificazione al Mondiale in Qatar, il calciatore ucraino Zinchenko non ce l'ha fatta a reggere il peso delle emozioni. Il cuore gli batte forte in petto, lo strazio che ha nell'anima gli provoca un groppo in gola. Pensa alla sua terra, alle notizie che gli arrivano dal fronte, ai sogni finiti sotto le macerie e, in conferenza stampa, piange a dirotto: che senso ha mai parlare di calcio quando sai che i tuoi cari sono in pericolo di vita? “Tutti gli ucraini vogliono solamente una cosa, che questa guerra finisca. Il nostro sogno è andare al Mondiale per regalare emozioni incredibili agli ucraini. Se lo meritano in questo momento”. L’esterno del Manchester City ha poi proseguito: “È impossibile descrivere come ci sentiamo. Quello che sta succedendo nel nostro Paese è inaccettabile. Dobbiamo fermare quest’invasione, tutti insieme. L’Ucraina è un Paese di libertà, non mi arrenderò mai”. Intanto nel Donbass, la regione filosovietica dell'Ucraina, si cerca quella normalità che può portare il calcio. Ma tra Lugansk e Donetsk la normalità non esiste, neanche nelle retrovie. I soldati la partita decisiva della loro nazionale non l'hanno potuta vedere. Una chiamata improvvisa ha fatto perdere loro la notte dei cannonieri, trasformandola in una notte di cannoni. Ma tra i militari la voglia di riportare tutto a prima di quel 24 febbraio, quando anche un goal sbagliato poteva sembrare un dramma, è forte e non sarà certo una sconfitta sul campo di gioco a fermare la loro battaglia per la pace.