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Un Cartellino Bianco per la pace attraverso lo sport. Il Principato di Monaco si appella per la fine della guerra in Ucraina

di LUCA MARCHETTI -
7 marzo 2022
La taekwondoka canadese Marlene Harnois

La taekwondoka canadese Marlene Harnois

Un Cartellino Bianco per la pace. Il Principato di Monaco lancia un appello per chiedere la fine della guerra in Ucraina. E lo fa con un'iniziativa lanciata dalla ong Peace&Sport, un'organizzazione che da 15 anni si batte per la pace nel mondo, con sede nel Principato di Monaco e sotto il patrocinio di Alberto II. È stato proprio il principe di Monaco, membro del Comitato olimpico internazionale dal 1985, ad aver voluto usare lo sport come strumento diplomatico. E così venerdì 4 marzo la ong Peace&Sport ha lanciato il suo appello per la pace in Ucraina. In particolare, la ong con sede nel Principato di Monaco invita tutti a dimostrare il proprio impegno per il dialogo brandendo in mano un cartellino bianco, la #WhiteCard, come simbolo di pace attraverso il mondo dello sport. "In tutte le occasioni, prima di una partita, sugli spalti, ovunque sia possibile - scrive la ong Peace&Sport - riuniamoci intorno a questo simbolo". Dal campione Didier Drogba, vice presidente della ong Peace&Sport, allo storico allenatore Luis Fernández fino alla taekwondoka canadese Marlene Harnois, sono già tantissimi i Campioni per la Pace che hanno aderito all'iniziativa. In una dichiarazione sottoscritta già da oltre cento atleti di tutto il mondo, Peace&Sport ha voluto ricordare quanto accaduto poche&nbsp; settimane fa durante le <a href="https://luce.lanazione.it/sette-giocatrici-queer-nella-squadra-di-hockey-del-canada-primo-record-a-pechino-2022/"><strong>Olimpiadi invernali di Pechino 2022</strong></a>. "Solamente alcuni giorni fa, che ora sembrano un'eternità - scrive Peace&amp;Sport - un gesto di fraternità sportiva ha segnato la cerimonia delle medaglie della gara di salto con gli sci freestyle: dopo aver vinto la prima medaglia del suo Paese, l'ucraino <strong>Oleksandr</strong> <strong>Abramenko</strong> ha abbracciato il suo concorrente,<strong> Il'ja Burov</strong>, rappresentante della squadra del Comitato Olimpico Russo (ROC)". <div class="wp-caption aligncenter" style="width: 995px" id="attachment_31394"> <img height="573" width="995" alt="" src="https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2022/03/aappp.jpg" class="wp-image-31394 size-full"> <p class="caption">L'abbraccio tra l'ucraino Oleksandr Abramenko e il russo Il'ja Burov alle Olimpiadi di Pechino 2022</p> </div> "Un abbraccio simbolico sul podio - scrive ancora la ong -, probabilmente passato inosservato ai più. Pochi giorni dopo infatti i carri armati russi hanno attraversato il confine tra i due Paesi e la scelta delle armi è stata preferita al dialogo. Da allora, sono state imposte numerose sanzioni economiche, finanziarie e militari e le istituzioni sportive di tutto il mondo hanno legittimamente aggiunto le loro <a href="https://luce.lanazione.it/paralimpiadi-atleti-russi-bielorussi-esclusi/"><strong>misure di esclusione</strong></a> contro questa inaccettabile violazione del diritto internazionale e questo attacco a uno Stato sovrano". <h3>"Quell'abbraccio non diventi solo un ricordo"</h3> Ciò non toglie però, sottolinea la ong, che quell'abbraccio debba rimanere solo un ricordo. "Questo - commenta Peace&amp;Sport - significherebbe dimenticare<strong> il potere dello sport</strong> e la sua capacità di riunire le persone e rimuovere gli ostacoli; significherebbe dimenticare che lo sport, nella sua neutralità, equità e universalità, è uno strumento formidabile per <strong>creare il dialogo e promuovere la pace</strong>. Significherebbe dimenticare che, al di là dei muri che si moltiplicano e delle pallottole che uccidono, c'è una comunità mondiale che condivide gli stessi valori di pace attraverso lo sport e che crede nell'efficacia della 'diplomazia soft' e nell'influenza positiva che può avere sulla società". Di fronte alla violenza dei combattimenti, la ong Peace&amp;Sport ha voluto dunque rendere omaggio all'impegno immediato del mondo dello sport per la pace. "Questa mobilitazione non deve indebolirsi. Ognuno può agire al proprio livello", scrive la ong concludendo la dichiarazione ricordando quello che disse nel 1984 il premio Nobel per la pace sudafricano <strong>Desmond Tutu</strong>: "Fai la tua piccola parte di bene dove ti trovi; sono questi piccoli contributi che messi insieme travolgono il mondo". <div id="interlude"></div><div id="taboola"></div>