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Home » Sport » Chi è Willi Orban, il giocatore che ha messo in pausa il calcio per salvare delle vite

Chi è Willi Orban, il giocatore che ha messo in pausa il calcio per salvare delle vite

Il calciatore si era registrato nel 2017 all'elenco donatori del midollo, e ora è stato identificato come idoneo. E non ha dubbi sulla decisione presa: "La scelta giusta"

Edoardo Martini
8 Febbraio 2023
Willi Orban con la maglia del RB Lipsia (Instagram)

Willi Orban con la maglia del RB Lipsia (Instagram)

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Difensore in campo ma anche nella vita. È questo Willi Orban, giocatore tedesco del Lipsia che in questi giorni ha deciso di non allenarsi con i compagni di squadra perché si sta preparando a fare una donazione di cellule staminali mettendo di fatto davanti questa opportunità al giocare una semplice partita di calcio.

Aufgrund dieses Spendenvorgangs setzt Willi #Orban seit Sonntag mit dem Teamtraining aus und arbeitet individuell.

Ob er am Samstag (11. Februar) zum Heimspiel gegen Union Berlin im Kader stehen wird, ist noch offen. https://t.co/0SDC2ZHcAt

— RB Leipzig (@RBLeipzig) February 7, 2023

La storia del donatore idoneo

Tutto è iniziato nel 2017 quando il calciatore si è registrato al DKMS, il più grande centro donatori del mondo con sede in Germania, a Tuminga. Pochi giorni fa il difensore è stato identificato come donatore idoneo per una persona con un tumore del sangue. Così si sottoporrà a una “aferesi periferica delle cellule staminali”. Per prepararsi alla rimozione delle staminali, il 30enne ha ricevuto delle iniezioni speciali che assicureranno una maggiore produzione di cellule e il loro afflusso nel flusso sanguigno. Il prelievo è simile alla dialisi: il sangue viene prelevato, le cellule staminali filtrate e il sangue reimmesso in circolo.

Alla Bild, il centrale ha dichiarato: “Ovviamente all’inizio sono rimasto sorpreso quando ho ricevuto l’informazione che ero un possibile donatore. Ma in nessun momento ho avuto dubbi, volevo avvicinarmi direttamente alla donazione. Questa è l’opportunità di salvare una vita umana con uno sforzo minimo, non ci sono due opzioni per me. Spero vivamente che la mia donazione possa aiutare per guarire completamente il ricevente.” Questo processo molto probabilmente non lo farà inserire nella lista dei convocati per il big match casalingo contro l’Union Berlino in programma il prossimo 11 febbraio. Ma Willi non ha dubbi: “Ovviamente è possibile che perda la partita contro l’Union, nonostante tutte le mie ambizioni sportive, in questo caso è secondario. E chiunque mi conosca sa che farò tutto il necessario per tornare in squadra il prima possibile”. E per finire lancia un messaggio: “Vorrei vedere tante persone pronte a registrarsi come donatori. È davvero molto semplice, e io mi sento molto ben curato. Il mio esempio mostra che registrarsi è la scelta giusta”.

Il difensore in azione con la maglia della nazionale ungherese (Instagram)

Chi è Willi Orban

Nato in Germania da padre ungherese e madre polacca, Orban inizia la sua carriera nelle giovanili del Kaiserslautern all’età di 6 anni. All’età di 19 anni fa l’esordio nella massima serie, durante la partita persa 3-0 in casa, contro il Bayern Monaco subentrando al 87′ minuto, al posto di Thanos Petsos. Nella stagione seguente, fa parte della seconda squadra, riuscendo a giocare con la prima solo 7 partite segnando anche un goal. In 4 stagioni con il Kaiserslautern colleziona 77 presenze 8 goal e 3 assist, tra campionato e coppe. A luglio del 2015 passa per 2 milioni di euro al RB Lipsia prendendo la maglia numero 4 facendo l’esordio nella partita vinta per 1-0 contro il FSV Frankfurt. Il primo goal invece avviene il 19 febbraio 2016 al 25′ minuto del primo tempo nella partita vinta 3-0 contro l’Union Berlino. Al termine della stagione 2015-16 in Bundesliga, Orban colleziona 32 presenze, 1 goal e 1 assist. Nella stagione successiva resta al RB Lipsia, diventando il vice-capitano della squadra alle spalle di Dominik Kaiser, dopo un anno dal suo arrivo. Infine diventa capitano nella stagione 2017-18 andando subito a segno alla seconda giornata di campionato contro il Friburgo (la partita terminerà 4-1 per il RB Lipsia).

Viene convocato in nazionale U-21 da Horst Hrubesch, esordendo il 13 novembre 2014 nell’amichevole contro l’Olanda, giocando gli ultimi 7 minuti della partita. Il primo di ottobre accetta la convocazione da parte del CT dell’Ungheria Marco Rossi. Il 15 novembre successivo, segna la sua prima rete in maglia magiara nella partita di Nations League vinta dall’Ungheria per 2-0 in casa contro l’Estonia. L’8 giugno 2019 sigla una doppietta decisiva nella partita vinta per 3-1 in trasferta contro l’Azerbaigian, valevole per le qualificazioni al campionato d’Europa 2020.

 

 

 

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere

Difensore in campo ma anche nella vita. È questo Willi Orban, giocatore tedesco del Lipsia che in questi giorni ha deciso di non allenarsi con i compagni di squadra perché si sta preparando a fare una donazione di cellule staminali mettendo di fatto davanti questa opportunità al giocare una semplice partita di calcio.

Aufgrund dieses Spendenvorgangs setzt Willi #Orban seit Sonntag mit dem Teamtraining aus und arbeitet individuell.

Ob er am Samstag (11. Februar) zum Heimspiel gegen Union Berlin im Kader stehen wird, ist noch offen. https://t.co/0SDC2ZHcAt — RB Leipzig (@RBLeipzig) February 7, 2023

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Tutto è iniziato nel 2017 quando il calciatore si è registrato al DKMS, il più grande centro donatori del mondo con sede in Germania, a Tuminga. Pochi giorni fa il difensore è stato identificato come donatore idoneo per una persona con un tumore del sangue. Così si sottoporrà a una "aferesi periferica delle cellule staminali". Per prepararsi alla rimozione delle staminali, il 30enne ha ricevuto delle iniezioni speciali che assicureranno una maggiore produzione di cellule e il loro afflusso nel flusso sanguigno. Il prelievo è simile alla dialisi: il sangue viene prelevato, le cellule staminali filtrate e il sangue reimmesso in circolo. Alla Bild, il centrale ha dichiarato: "Ovviamente all'inizio sono rimasto sorpreso quando ho ricevuto l'informazione che ero un possibile donatore. Ma in nessun momento ho avuto dubbi, volevo avvicinarmi direttamente alla donazione. Questa è l'opportunità di salvare una vita umana con uno sforzo minimo, non ci sono due opzioni per me. Spero vivamente che la mia donazione possa aiutare per guarire completamente il ricevente." Questo processo molto probabilmente non lo farà inserire nella lista dei convocati per il big match casalingo contro l'Union Berlino in programma il prossimo 11 febbraio. Ma Willi non ha dubbi: "Ovviamente è possibile che perda la partita contro l'Union, nonostante tutte le mie ambizioni sportive, in questo caso è secondario. E chiunque mi conosca sa che farò tutto il necessario per tornare in squadra il prima possibile". E per finire lancia un messaggio: "Vorrei vedere tante persone pronte a registrarsi come donatori. È davvero molto semplice, e io mi sento molto ben curato. Il mio esempio mostra che registrarsi è la scelta giusta".
Il difensore in azione con la maglia della nazionale ungherese (Instagram)

Chi è Willi Orban

Nato in Germania da padre ungherese e madre polacca, Orban inizia la sua carriera nelle giovanili del Kaiserslautern all'età di 6 anni. All'età di 19 anni fa l'esordio nella massima serie, durante la partita persa 3-0 in casa, contro il Bayern Monaco subentrando al 87' minuto, al posto di Thanos Petsos. Nella stagione seguente, fa parte della seconda squadra, riuscendo a giocare con la prima solo 7 partite segnando anche un goal. In 4 stagioni con il Kaiserslautern colleziona 77 presenze 8 goal e 3 assist, tra campionato e coppe. A luglio del 2015 passa per 2 milioni di euro al RB Lipsia prendendo la maglia numero 4 facendo l'esordio nella partita vinta per 1-0 contro il FSV Frankfurt. Il primo goal invece avviene il 19 febbraio 2016 al 25' minuto del primo tempo nella partita vinta 3-0 contro l'Union Berlino. Al termine della stagione 2015-16 in Bundesliga, Orban colleziona 32 presenze, 1 goal e 1 assist. Nella stagione successiva resta al RB Lipsia, diventando il vice-capitano della squadra alle spalle di Dominik Kaiser, dopo un anno dal suo arrivo. Infine diventa capitano nella stagione 2017-18 andando subito a segno alla seconda giornata di campionato contro il Friburgo (la partita terminerà 4-1 per il RB Lipsia). Viene convocato in nazionale U-21 da Horst Hrubesch, esordendo il 13 novembre 2014 nell'amichevole contro l'Olanda, giocando gli ultimi 7 minuti della partita. Il primo di ottobre accetta la convocazione da parte del CT dell'Ungheria Marco Rossi. Il 15 novembre successivo, segna la sua prima rete in maglia magiara nella partita di Nations League vinta dall'Ungheria per 2-0 in casa contro l'Estonia. L'8 giugno 2019 sigla una doppietta decisiva nella partita vinta per 3-1 in trasferta contro l'Azerbaigian, valevole per le qualificazioni al campionato d'Europa 2020.      
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