Oxfam festival a Firenze: “Come creare un futuro di uguaglianza?”

Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia: "I mercati finanziari contribuiscono ad aggravare le diseguaglianza economica perché tendono a 'premiare' chi è già più facoltoso"

di DOMENICO GUARINO -
11 maggio 2023
Oxfam festival a Firenze: "Creiamo un futuro di uguaglianza"

Oxfam festival a Firenze: "Creiamo un futuro di uguaglianza"

“Creiamo un futuro di uguaglianza” si intitola così la seconda edizione dell’Oxfam Festival 2023 che in scena a Firenze venerdì 12 e sabato 13 maggio, quando si chiuderà con bel con Modena City Ramblers, Giancane, Giacomo Lariccia e i Kabìla, assieme alle testimonianze di chi ogni giorno è al fianco di Oxfam per portare cambiamenti nella vita delle persone .

Oxfam festival a Firenze, il programma

All’Istituto degli Innocenti di Firenze in piazza Santissima Annunziata due giornate ricche di incontri sul tema delle disuguaglianze, sempre più larghe e ramificate: 9 incontri tematici e oltre 50 relatori italiani e stranieri, tra cui Marianna Aprile, Camilla Baresani, Ugo Biggeri, Mario Calderini, Ilaria D’Amico, Enrico Giovannini, Beatrice Masini, Giuseppe Morici, Roberto Natale, Monica Perosino, Dorottya Rédai, Azzurra Rinaldi, Linda Laura Sabbadini, Daniel Susskind, Marco Tarquinio.
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“Oxfam Festival”: a Firenze due giorni di incontri, dibattiti e musica per un futuro di uguaglianza: il 12 e 13 maggio

Venerdì mattina il via, con i saluti dell’assessora Sara Funaro, del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e della presidente Oxfam Italia, Emilia Romano. A seguire il primo incontro moderato dalla caporedattrice del quotidiano La Nazione, Cristina Privitera, sul tema dell’economia e dell’impresa. Al centro del dibattito la visione su come promuovere politiche pubbliche e imprenditoriali capaci di coniugare crescita e sostenibilità, redditività e solidarietà. I lavori proseguono con altri panel dedicati al ruolo della politica, ai giovani, alla cultura, alla sostenibilità e all’intelligenza artificiale con laboratori per studenti delle scuole secondarie che si svolgeranno parallelamente. Il panel sarà dedicato al tema “creare valore per tutti, ridurre le disuguaglianze e condividere la prosperità”. Al centro del dibattito la visione su come sia possibile promuovere politiche pubbliche e imprenditoriali capaci di coniugare crescita e sostenibilità, redditività e solidarietà. A discuterne Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Ugo Biggeri, Rappresentante regionale per l’Europa della global alliance for banking on values, Giuseppe Morici, Senior Advisor, Vice Presidente Feltrinelli, Autore, Azzurra Rinaldi, Direttrice della School of Gender Economics. E Roberto Barbieri, direttore generale Oxfam Italia, che abbiamo intervistato.
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Roberto Barbieri, direttore generale Oxfam Italia

Dottor Barbieri, sono anni che si parla di lotta alle disuguaglianze, eppure le disuguaglianze sono in crescita ovunque. Cosa ha portato all’acuirsi delle disparità nelle nostre società? "La crescita della disuguaglianza economica che ha contraddistinto, negli ultimi quattro decenni, i maggiori paesi sviluppati, tra cui l’Italia, ha molteplici cause. Porrei in primo luogo l’accento sulla continua deregolamentazione dei mercati finanziari e sull’ascesa della finanza. I mercati finanziari contribuiscono ad aggravare le disuguaglianze soprattutto perché tendono a “premiare” chi è già più facoltoso. Di contro, nei mercati bancari e creditizi, i più poveri, privi di garanzie, si trovano sempre più discriminati rispetto alle possibilità di accesso al credito, da cui possono dipendere le loro prospettive di reddito e di mobilità sociale. La finanziarizzazione dell’economia ha avuto tanti effetti nefasti. Ha spinto ad esempio le imprese ad abbracciare sempre di più modelli privi di funzione sociale in cui lo sviluppo dei livelli occupazionali e retributivi dei dipendenti è subordinato alla massimizzazione degli utili per chi azionisti. Un tema – quello del binomio sbiadito tra redditività e solidarietà in ambito economico - che affronteremo in dettaglio nell’apertura del Festival. In secondo luogo, l’allentamento delle politiche di tutela della concorrenza ha favorito la nascita di grandi e potenti monopoli. Il maggior potere di mercato di cui le imprese godono, oltre a generare rendite immeritate, tende a trasferirsi sul mercato del lavoro. Se l’occupazione si concentra in poche imprese si fa meno intensa la concorrenza tra loro per i lavoratori che, specularmente, hanno meno alternative e opportunità, e vedono – soprattutto i meno qualificati - il proprio potere contrattuale e i salari ridursi. Non tralascerei il fattore della crescente individualizzazione delle condizioni di chi lavora, a causa dell’indebolimento dei sindacati e della perdita di valore della contrattazione collettiva centralizzata. Infine, va considerato che la crescita dei divari è stata fortemente determinata dall’arretramento della politica che si interessa oggi sempre meno di questioni rilevanti per il benessere economico dei meno abbienti e porta a una graduale esclusione di ampi settori della società dalla vita politica e sociale, “controbilanciata” da un accresciuto condizionamento delle scelte dei decisori da parte di portatori di interessi particolari, a difesa della propria condizione di privilegio".
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Oxfam riaccende il dibattito sui temi della disuguaglianza

Come è possibile invertire la tendenza? "Le disuguaglianze non sono né casuali né ineluttabili – lo sottolineiamo con forza nel nostro Manifesto per un futuro di uguaglianza, che presenteremo in apertura del Festival. Sono piuttosto il risultato di precise scelte di politica pubblica che hanno prodotto negli ultimi decenni profondi mutamenti nella distribuzione di risorse e potere, dotazioni ed opportunità tra i cittadini. L’azione politica può e deve pertanto “porvi rimedio”. a posizione prevalente tra chi propone soluzioni per contrastare le disuguaglianze è quella di puntare sull’azione redistributiva dello Stato, incentrata sulle politiche fiscali e sui trasferimenti pubblici. Aumentare la portata redistributiva del sistema fiscale e dei trasferimenti rappresenta senza dubbio una direzione importante, ma, per quanto efficace, non basta da sola a ostacolare le tendenze in atto che producono un’iniqua distribuzione di potere ed esiti economici sui mercati. Abbiamo bisogno di interventi che non solo compensino, ma prevengano e contengano le disuguaglianze a monte, agendo sulle dotazioni finanziarie o di capitale umano degli individui e, soprattutto, sulle “regole del gioco” che governano l’economia. Tra queste sono necessarie politiche più robuste a tutela della concorrenza per ostacolare le concentrazioni sui mercati e le rendite associate. E ancora interventi contro la piaga del lavoro povero che ridiano valore e dignità e potere al lavoro (su tutte il rafforzamento della contrattazione collettiva, la lotta ai contratti pirata, l’istituzione di un salario minimo legale e limitazioni al ricorso della contrattazione atipica) e politiche industriali orientate a contrastare l’indebolimento dell’economia nazionale, a riqualificare lo sviluppo del paese in campo tecnologico ed ambientale e a creare posti di lavoro di qualità". Sanità, scuola e università, politiche abitative: sono i tre cardini fondamentali della lotta alle disuguaglianze , ma sono anche i settori in cui si è tagliato di più negli ultimi anni. Come intervenire? "L’accesso ad opportunità educative di qualità è spesso l’unica chiave di svolta per permettere a chi proviene da contesti più svantaggiati di affrancarsi da condizioni di povertà e vulnerabilità realizzando il proprio percorso di vita libero da condizionamenti dovuti alle proprie origini. Servono, a tal fine, politiche più incisive contro la dispersione scolastica, programmi formativi mirati a colmare i ritardi dei ragazzi più svantaggiati, sostegni e borse di studio per il loro accesso all’università. Se consideriamo poi il Sistema Sanitario Nazionale siamo di fronte ad un ‘malato grave’, che costringe i pazienti ad attese infinite, al ricorso al privato a fronte di spese ingenti che gravano sui bilanci familiari e che possono portare alla rinuncia alle cure. Se durante la fase più drammatica dell’emergenza Covid-19, era forte e condiviso il richiamo alla necessità di rafforzare la sanità pubblica, ad oggi poco si è fatto per affrontare i veri nodi che minano la sostenibilità del nostro SSN. Serve un cambiamento di rotta che prenda di petto il sotto-finanziamento del SSN, la carenza di personale, la mancata programmazione e innovazione organizzativa, le gravi diseguaglianze territoriali che oggi rischiano di essere ulteriormente acuite dall’avanzata del privato e dalla proposta del Governo, da scongiurare, dell’autonomia regionale differenziata. Anche diritto all’abitare non è sempre garantito nel nostro Paese e la povertà e il disagio abitativo hanno da tempo superato il livello di guardia. Servono politiche strutturali finalizzate a garantire un accesso sostenibile ad alloggi pubblici adeguati, recuperando patrimonio pubblico e privato senza consumo di suolo, e misure di supporto a chi non è in grado di ottenere un alloggio a prezzi accessibili. L’azzeramento dei fondi destinati ai contributi affitto e alla morosità incolpevole stabilito dal Governo per l’anno in corso sono in quest’ottica un pessimo viatico".
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Oxfam festival, un momento della presentazione si terrà a Firenze il 12 e 13 maggio

Oggi si parla tanto di sostenibilità ambientale, ed è sacrosanto, ma non c’è l’impressione ci si persa di vista la ‘sostenibilità sociale’, anche delle stesse politiche ambientali? "Parlerei, con un’accezione più ampia, di giustizia ambientale e sociale che devono avere un destino comune. La transizione ecologica porterà a cambiamenti epocali dei modelli produttivi e del lavoro e le scelte che guideranno il processo non possono non tenere conto degli effetti sociali che la transizione produrrà per evitare che i suoi costi siano scaricati sui lavoratori più vulnerabili. Più in generale, accrescere il consenso popolare per politiche ambientali ambiziose richiede la promozione di una maggiore giustizia sociale. Senza questa scelta correremmo il serio rischio – com’è ad esempio accaduto con la protesta portata avanti dai gilet gialli in Francia contro il rincaro delle accise sui carburanti – che i gruppi sociali più deboli interpretino le politiche ambientali come interventi pensati dalle élite e per le élite e finanziate da chi occupa posizioni sociali più arretrate". Che ruolo può avere la società civile nel processo di riduzione delle diseguaglianze? "Il nostro Paese, il territorio toscano in particolare, è animato da una grande vivacità e da un incredibile fermento sociale. Tanti attori della società civile avanzano proposte di cambiamento che tuttavia stentano – per diffidenza e spesso reticenza della politica – a diventare una risposta di sistema. Le istituzioni nazionali e locali dovrebbero invece esercitare, da “tessitori di reti”, la propria azione coordinativa e propulsiva di progetti che emergono dalla società e dalla cittadinanza attiva. Perché la natura varia, complessa e territorialmente differenziata dei crescenti rischi sociali - come la precarietà, l’impoverimento temporaneo, la non autosufficienza, per citarne solo alcuni - risulta colta in modo più efficace, in forza del legame con le comunità di appartenenza, da attori territoriali, capaci di leggere e rispondere al meglio ai bisogni differenziati delle “persone nei luoghi”, favorendo l’inclusione e la coesione sociale. Come Oxfam insistiamo con forza su questa prospettiva da attore di welfare comunitario impegnato nel contrasto alla marginalizzazione e nella produzione di benessere per le comunità locali in tante città toscane e in altre regioni. Un impegno concreto portato avanti in collaborazione con le associazioni del territorio e la Diaconia Valdese nei nostri Community Center, strutture impegnate nel supporto quotidiano all’accesso dei cittadini più fragili ai servizi della pubblica amministrazione, ai servizi sociali e abitativi, nell’assistenza fiscale e amministrativa, nell’orientamento al lavoro e alla formazione. Ma anche nell’azione educativa e di socializzazione rivolta ai giovani, nel supporto legale e nei percorsi di integrazione socio-economica della popolazione migrante".