Non giungono notizie rassicuranti dall’Egitto dove un ragazzo italiano è detenuto nelle carceri del Cairo con capi di imputazione arbitrari. Stavolta, ad essere scomparso è Elanain Sharif, in arte Sheri Taliani, pornoattore italo-egiziano del quale, dal 10 novembre, si è persa ogni traccia. “E' una vicenda che inevitabilmente ci riporta ai casi di Regeni e Zaky”, ha affermato il legale della famiglia, Alessandro Russo, chiedendo alle autorità italiane massima collaborazione. La Farnesina, di conseguenza, ha fin da subito acceso i suoi riflettori su un caso che, visti i precedenti, dovrà essere affrontato con la massima risolutezza.
Sui motivi dell’arresto, però, le autorità egiziane non hanno ancora rilasciato alcuna informazione. “Ciò che ha portato all'arresto non è chiaro, si tratterebbe di qualcosa legato a contenuti su Facebook ma non abbiamo un capo di imputazione”, ha dichiarato l’avvocato. Una posizione, come riportato dal Messaggero, rilanciata con forza dalla collega Mary Rider, all’anagrafe Mariagiovanna Ferrante: “Lo hanno sbattuto in cella perché ha girato film porno”.
La pornografia, nel delta del Nilo, è considerata un reato molto grave, e il possesso per Sharif di un doppio passaporto starebbe complicando non poco le iniziative diplomatiche italiane. Le autorità egiziane, infatti, avrebbero comunicato alle corrispettive italiane di voler trattare il caso internamente, non prendendo in considerazione la residenza o il luogo di registrazione dei filmati. “In aeroporto è stato tenuto a lungo negli uffici della polizia e poi la madre lo ha visto uscire con le manette ai polsi. Le procedure di arresto sono state effettuate utilizzando solo il passaporto egiziano, quello dell'Italia gli è stato restituito alcuni giorni dopo”, ha aggiunto la madre.
La testimonianza della madre
Ciò che è certo, purtroppo, è che le condizioni di Sharif preoccupano ogni giorno di più. In quasi due settimane la madre, che si era recata al Cairo assieme al figlio per formalizzare la vendita di una proprietà di famiglia, è riuscita a parlargli per solo due minuti, durante i quali l’attore sarebbe riuscito a confidarle in italiano tutta la sua preoccupazione. “Sharif è stato nel carcere del Cairo per alcuni giorni, in condizioni inumane: senza potere dormire, poteva stendersi solo per mezzora, per sedersi su una sedia, anche per pochi minuti, doveva pagare. La madre l'ha visto per pochi istanti, il 10 novembre poi più nulla”, ha dichiarato il legale.
Secondo le ultime notizie, ottenute grazie alla collaborazione delle istituzioni ed al fratello, membro della polizia egiziana, Sharif sarebbe stato spostato nel carcere di Alessandria. Una mediazione, quest’ultima, che potrebbe aprire uno spiraglio per la liberazione dell’attore 44enne. Ma questa prospettiva, alla luce dei precedenti occorsi negli anni passati, appare realisticamente troppo rosea.