Il Paese disconnesso: c'è un'Italia che non parla al cellulare. Perché il segnale non arriva

di DI STEFANO VETUSTI -
13 aprile 2021
CellulariNoCampo

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I comuni isolati dal mondo si trovano per lo più nelle zone montane, ma non solo. Si tratta delle cosiddette aree bianche, anzi bianchissime, dove non arriva neanche il segnale per il cellulare. Altro che linea internet super veloce o banda ultralarga, qui non squilla neanche il telefono

C’è un’Italia di serie B, esclusa dallo sviluppo. E’ il Paese dei comuni che non hanno segnale neanche per la telefonia mobile. Dove parlare di smart working suona come una beffa, così come la dad – la didattica a distanza – ha il sapore di uno scherno. Famiglie isolate dallo sviluppo, relegate a una moderna prigionia, amministrazioni locali costrette a lavorare con gli antichi fax, piccoli comuni dove i servizi fisici, dalla posta alle banche, hanno già fatto le valigie senza che a sostituirli arrivasse almeno la rete. I comuni isolati dal mondo si trovano per lo più nelle zone montane, ma non solo. Si tratta delle cosiddette aree bianche, anzi bianchissime, dove non arriva neanche il segnale per il cellulare. Altro che linea internet superveloce o banda ultralarga, qui non squilla neanche il telefono. Sono le cosiddette zone a fallimento di mercato, dove cioè l’installazione dei ripetitori e i costi di manutenzione non sarebbero ripagati da un adeguato numero di clienti che usufruiscono del servizio con telefonate o traffico dati. Non c’è convenienza economica a coprire queste zone. E’ una delle gravi emergenze sociali con cui deve fare i conti il piano di rilancio del Paese. Una delle tante diseguaglianze che dividono l’Italia.  

Milleduecento comuni "senza campo"

L’Uncem – l’Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani – porta avanti da tempo la battaglia per riconnettere anche queste zone dimenticare al resto del Paese. Nell’estate di due anni fa, da luglio a settembre, Uncem mise in piedi una campagna di monitoraggio e ricevendo 1.450 mail con le segnalazioni delle aree del Paese non coperte da segnale di telefonia mobile, da parte di sindaci, amministratori locali, cittadini. La campagna ha consentito di comporre un elenco con oltre 1.200 Comuni e i relativi borghi, frazioni, strade, pezzi di territorio dove telefonare, mandare un messaggio, navigare in internet con lo smartphone è impossibile o quasi.  

"Le Regioni usino i fondi per i ripetitori"

«E’ importante seguire la nostra mappatura delle aree senza segnale mobile, per un piano nazionale per le aree montane e a forte digital divide" è l'esortazione del presidente nazionale di Uncem, Marco Bussone. I colossi della telefonia stanno facendo investimenti importanti per eliminare il divario ma la strada da percorrere è ancora lunga. "Li ringrazio perché raccolgono positivamente tante istanze dei sindaci con Uncem – prosegue Bussone –. Gli investimenti preziosi degli operatori non possono non incrociarsi col  piano per il 5G per tutti i Comuni, e la velocizzazione del Piano nazionale Banda ultralarga. Sulla telefonia mobile poi – continua – sosteniamo le regioni nel fare i piani per usare le risorse messe dallo Stato, volte a installare nuovi ripetitori nelle zone senza segnale".  

Un dossier per il rilancio, come Spagna e Francia

Dal Recovery Plan arrivano segnali importanti, positivi dopo gli appelli rilanciati da Uncem che a metà marzo ha presentato un dossier per rendere i territori e la montagna più green, sostenibili e intelligenti, grazie al Next Generation Eu e alle risorse della nuova Programmazione comunitaria. Un documento in perfetta sintonia con i Piani, già varati, di Francia e Spagna, che dedicano 5 e 10 miliardi dei loro quadri finanziari ai territori e alle aree montane, per contrastare abbandono e spopolamento.  

"Montagna vittima di sperequazioni, come Sud, donne e giovani"

"La montagna – prosegue Bussone – è al centro di un dibattito e di documenti politici di tutti i Partiti che individuano nel ridurre le sperequazioni tra aree montane e zone urbane un asse importante per tutto il Paese, quanto lo sono la questione meridionale, la questione femminile, la questione generazionale". Proprio in questi giorni in Toscana, dove sono 50 i Comuni con aree bianche, dove non arriva il segnale, l’assessore regionale alle infrastrutture digitali Stefano Ciuoffo ha chiamato a raccolta i principali operatori del settore telecomunicazioni, rilanciando la necessità di "un piano di investimenti da parte dello Stato, così come è già stato fatto per la fibra ottica".