Ci ha fatto sorridere, ma ora per il Castello delle Cerimonie arriva l’ora più buia

Dopo la sentenza della Cassazione in seguito al processo per lottizzazione abusiva, centinaia di lavoratori, compresi quelli dell’indotto, rischiano di perdere il posto. La struttura per matrimoni, grazie anche alla serie su Real Time, aveva raggiunto una popolarità altissima

21 febbraio 2024
Uno scorcio del Castello delle Cerimonie. Confiscato per lottizzazione abusiva, adesso il futuro della struttura è a rischio

Uno scorcio del Castello delle Cerimonie. Confiscato per lottizzazione abusiva, adesso il futuro della struttura è a rischio

Roma, 21 febbraio 2024 – La sentenza della Cassazione è arrivata il 15 febbraio. Il Castello delle Cerimonie, la celebre location per matrimoni di Sant’Antonio Abate, nell’area metropolitana di Napoli, rischia davvero di chiudere i battenti.

La Corte ha infatti disposto la confisca della struttura, dopo che erano stati accertati gli abusi edilizi che avevano portato alla sentenza di primo grado nel 2016. Da allora una serie di passaggi giuridici, con l’Appello e quindi l’ultimo pronunciamento della Cassazione.

Nonostante i reati siano prescritti, la parte della sentenza riguardante la confisca deve essere eseguita. Sentenza che trasferisce la proprietà della struttura al Comune. E le strade possibili sono due: o la struttura viene demolita o viene destinata a attività di pubblica utilità. Di certo non matrimoni privati dunque. Il futuro è quindi molto a rischio. In questi anni, grazie alla serie di Real Time, il Castello delle Cerimonie ha conosciuto una popolarità sempre crescente. 

La manifestazione dei dipendenti della Sonrisa davanti al Comune di Sant'Antonio Abate. In primo piano Gaetano Davide, uno dei camerieri protagonisti anche in alcune stagioni della serie
La manifestazione dei dipendenti della Sonrisa davanti al Comune di Sant'Antonio Abate. In primo piano Gaetano Davide, uno dei camerieri protagonisti anche in alcune stagioni della serie

Sulla struttura pendeva comunque la scure della giustizia. Con la sentenza emessa nel 2016 dal Tribunale di Torre Annunziata vennero condannati a un anno di reclusione (pena sospesa) Rita Greco, morta nell'agosto 2020 a 80 anni, moglie del patron Antonio Polese (anche lui deceduto all'età di 80 anni, il primo dicembre 2016), e Agostino Polese, fratello di Antonio, che rivestiva la carica di amministratore della società. La sentenza di primo grado venne però riformata in parte, dalla Corte d'appello di Napoli e da ieri è passata in giudicato, con il pronunciamento della Cassazione sulla struttura da quarantamila metri quadri e cinquanta stanze nell’hotel. 

La famiglia Polese, proprietaria della struttura che fu ideata dal patron Antonio Polese a fine Anni Settanta, intende ora promuovere una sua azione. Con il ricorso addirittura alla Corte di Strasburgo. La situazione è di stallo. 

I dipendenti hanno promosso una manifestazione sotto al Comune per sottolineare le incertezze per il futuro loro e delle loro famiglie. Si tratta di almeno 150 persone compreso l’indotto che il Castello delle Cerimonie ha generato in questi anni. 

La sindaca di Sant’Antonio Abate Ilaria Abagnale spiega di voler procedere in stretto raccordo con le istituzioni, il prossimo passo sarà un suo incontro con il prefetto e i vertici della procura.

«Si tratta di una struttura ricettiva importante per il nostro territorio - spiega Abagnale - punto di riferimento per tutta l'area e che da anni offre lavoro a centinaia di famiglie, non solo abatesi».

Tra le ipotesi, tenere aperta la struttura ricettiva affidandone la gestione a privati, mediante un bando pubblico che escluda gli attuali proprietari. Il Comune potrebbe ricavarne un affitto da destinare a scopi di pubblica utilità. A Sant'Antonio Abate esiste già un simile esempio, con un ristorante che fu confiscato ed è stato lasciato alla gestione privata, assicurando al Comune l’affitto del locale.

E il dramma dei gestori della struttura è anche quello delle coppie di sposi che nei prossimi mesi avevano già programmato il matrimonio al Castello. Molte di loro sono disperate, perché vedono ridimensionato il loro sogno di svolgere la festa nuziale nell’ambita struttura. 

Real Time ha trovato nella serie che va avanti ormai da anni e che racconta matrimoni, comunioni e battesimi di gente comune una gallina dalle uova d’oro. Le puntate vanno in onda anche su canali televisivi, mentre la famiglia Polese negli anni ha raggiunto una elevata celebrità. Oltre ovviamente ad aver ulteriormente aumentato il giro della clientela, con coppie di sposi che arrivano anche dall’estero, come documentato in alcune puntate. 

Il format funziona e continua a funzionare, con buoni ascolti. Il mix di trash, canzoni neomelodiche e la tipica ospitalità partenopea hanno “bucato” lo schermo in questi anni. Una struttura che affronta il suo momento più difficile dai tempi nel covid. Il 2020 fu un altro anno da dimenticare, con lo stop alle attività a causa della pandemia e la morte, proprio per le conseguenze del covid, di Rita Polese, moglie del capostipite Antonio Polese scomparso nel 2016. La struttura poi, con il ritorno alla vita normale, riprese quota. Adesso un nuovo scoglio. Fifficile da superare.