Non è la prima volta che accade, ma sicuramente è una di quelle cose che non si vedono poi tanto spesso: Papa Francesco ha incontrato a Santa Marta alcuni membri del New Ways Ministry, una rete cattolica impegnata nella pastorale con le persone Lgbt, transgender, intersessuali. In passato aveva ricevuto infatti anche Alessia Nobile, a cui poi si era rivolto anche con una lettera.
Lo riferisce la stessa associazione, precisando che l'incontro si è svolto sabato 12 ottobre. Tra le persone ricevute da Bergoglio c’era anche un medico che aiuta le persone trans nel percorso di affermazione di genere. “Sono grata a Papa Francesco per essere stato disposto ad ascoltare le esperienze delle persone intersessuali e transgender”, ha detto suor Jeannine Gramick che da cinquant'anni si occupa della pastorale Lgbt.
“È solo ascoltando le storie di queste persone, così come delle persone che si prendono cura di loro e di loro, che la Chiesa sarà in grado di ascoltare pienamente la voce dello Spirito Santo che chiama la comunità cattolica a uscire da vecchi insegnamenti e pratiche mal informati”, sottolinea la suora spiegando che ha organizzato l’incontro dopo aver letto la dichiarazione vaticana Dignitas Infinita, pubblicata ad aprile.
“Sebbene il documento sottolineasse che la Chiesa tratta tutte le persone con dignità e rispetto, conteneva anche una condanna dell'assistenza medica per le persone transgender che effettuano la transizione”. Da qui è nata l’idea di chiedere udienza al Santo Padre, proprio perché Suor Gramick voleva che il Papa “ascoltasse direttamente i cattolici transgender e intersessuali e coloro che li sostengono, quindi ha contattato il pontefice, che ha accettato con entusiasmo l'opportunità”, sottolinea il comunicato.
Un'opportunità, l’ennesima, perché il Vaticano si decida davvero ad accogliere concretamente, come fedeli, coloro che finora sono rimaste esclusi dalle porte di San Pietro. Chissà che non sia la volta buona, ma le recenti esternazioni di Francesco – sulla frociaggine e non solo – non promettono bene, in termini di inclusione.