Perugia, 8 gennaio 2025 – Racconta di essere stata aggredita, picchiata, colpita in testa con pugni e ombrellate da un gruppo di cacciatori mentre cercava di difendere i suoi animali da una muta di cani entrati nella sua proprietà, alle porte di Perugia. Quasi travolta da un’auto nei momenti di maggior tensione mentre la figlia minorenne è stata molestata con frasi oscene a sfondo sessuale ed è ancora sotto choc. E’ la terribile vicenda vissuta da Francesca Paxia, presidente dell’associazione di volontariato “Sulle orme di Enea“, da anni in prima linea per la tutela, la difesa e il salvataggio degli animali.
Tutto è successo domenica e ieri Francesca, dopo una giornata trascorsa al pronto soccorso, ha presentato denuncia ai Carabinieri. E sui social ha raccontato, con tanto di video e fotografie, le lunghe ore di angoscia e paura vissute da lei e dalla sua famiglia, sollevando un’ondata di indignazione, rabbia e solidarietà. L’incubo è iniziato all’ora di pranzo al rifugio “Sulle orme di Enea“ dove vive con i figli e un centinaio di animali, tra cui molti cani terminali, malati, disabili, cardiopatici, una trentina di gatti liberi, conigli, pecore, capre oltre agli animali selvatici. “Eravamo appena saliti a pranzo – racconta – quando una muta dei cani dei cinghialari è andata completamente fuori controllo e si è riversata in branco sugli animali ospiti dalla nostra associazione. Noi ci siamo precipitati giù: alcuni cani stavano rincorrendo i nostri gatti, altri stavano aizzando i cani nei recinti, altri ancora hanno avuto colluttazioni terribili e feroci con i cinghiali che vivono nella macchia intorno casa e che mai hanno arrecato fastidio o disturbo. Abbiamo in ogni maniera possibile tentato di allontanare i cani dalla nostra proprietà, tentato di recuperare i gatti spaventati e di calmare i nostri cani che stavano morendo d’infarto”.
Si cerca allora di avvisare la squadra dei cacciatori responsabile della muta “ma nonostante le mie urla disperate di richiamare i cani non davano risposta” ricorda Paxia che a questo punto sale in macchina e raggiunge un cacciatore di vedetta. “Gli corro incontro – prosegue – chiedendogli di avvisare il caposquadra. Ma oltre a non avvisare nessuno, l’uomo in macchina mi ha insultata, offesa in mala maniera, riso in faccia”. Quando Francesca inizia a prendere la targa per segnalare il fatto, “lui è diventato violento e ha preso l’ombrello che aveva colpendomi violentemente alla testa più volte, sia con l’ombrello sia con pugni. A quel punto ha ingranato la retromarcia e con me tra abitacolo e sportello è partito a tutto gas cercando di farmi finire sotto al mezzo. Non so come sono riuscita ad attaccarmi allo sportello e a non finire sotto l’auto. Ha poi ancora provato a cambiare marcia per investirmi e solo per pura casualità non ci è riuscito”.
L’aggressione è stata filmata da un’amica che era in macchina insieme a lei e viene chiamato il 113. “Poco dopo – continua il racconto – è arrivato il resto della squadra dei cinghialari, che con fare prepotente e intimidatorio hanno cercato di mettermi in difficoltà e spaventarmi circondandomi con i loro mezzi e rendendomi difficile ritornare a casa, da dove mia figlia mi stava chiamando in lacrime perché due cacciatori della squadra erano scesi fino a vicino casa mentre lei stava cercando di non permettere ai cani della muta di arrivare ai nostri gatti. Invece di richiamare i cani vedendo che lei, sedicenne e spaventata, era sola, hanno pensato bene di molestarla con frasi oscene a sfondo sessuale provocandole un attacco di panico. Uno dei nostri cani epilettici ha avuto un gravissimo attacco che poteva costargli la vita. E noi e i nostri animali abbiamo subito una violenza inaccettabile che avrà lasciato traumi in ciascuno di noi”.
Il racconto si chiude con molta amarezza, anche se per fortuna i gatti e gli animali selvatici sono tutti tornati “a casa“ sani e salvi. “Purtroppo i carabinieri, data la lontananza della caserma dalla nostra abitazione, sono arrivati molto tempo dopo e ce la siamo dovuta letteralmente vedere da sole. Persino davanti alle lacrime di una ragazzina sotto choc e una donna malmenata nessuno di loro ha avuto un ravvedimento o ha pensato di chiedere scusa. I cani sono stati a fatica recuperati solo con il buio pesto a dimostrazione che la muta era totalmente fuori controllo a causa della loro incompetenza nella gestione dei cani. Tra i loro cani uno in particolare era gravemente ferito e tutto insanguinato. È stato semplicemente gettato nel cassone dietro al pickup da dove ha continuato a piangere. E’ inammissibile, tutto ciò è inammissibile”.