"Dovete capire che non
mi hanno rubato la bicicletta, ma
la mia vita e la mia libertà". Marco Eracli ha raccontato la sua brutta disavventura, il furto della sua bicicletta speciale che rischia di metterlo davvero in difficoltà. Siamo andati a conoscerlo a casa sua, all’interno dell’albergo popolare di Firenze, per provare a capire meglio la sua situazione. "Come tutte le mattine mi sono svegliato molto presto, e prima delle 7 ero già in sella alla mia bici. Ho questo rito, tutti i giorni vado allo stesso bar da più di 30 anni – racconta il signor
Marco -. Sono arrivato e mi son accorto di non avere le chiavi. Chiamo subito l’albergo popolare per chiedere alla portineria di cercarle. Nel frattempo avevo appoggiato la bicicletta a un palo, purtroppo solo appoggiata, visto che non potevo usare neanche il mio lucchetto. La mia non è una bici normale, l’ho dovuta costruire comprando pezzi da diverse parti, sono disabile e molto pesante, ho bisogno di quella".
"Non mi hanno rubato la bicicletta, ma la mia vita e la mia libertà"
Marco Ercoli , a cui è stata rubata la bicicletta elettrica
E in quei pochi minuti, tra una telefonata e l’altra, il fattaccio. "Mi giro un attimo – racconta – e
non c’era più la bicicletta. Mi è preso un colpo, mi sono spaventato e ho iniziato a urlare. Sono malato di cuore, ho un pacemaker, mi sono dovuto calmare, ma davvero
non sapevo più come fare. Me l’hanno rubata nel giro di un secondo, ma ancora non mi rendo conto. Per me quella bicicletta è come la carrozzina per un disabile, è tutto,
è stata una cattiveria disumana. Da quanto
ci tenevo – continua Marco – la lasciavo dentro casa tutte le sere, per tenerla al sicuro.
Faccio un appello, quella bicicletta è di un invalido, che in questo momento soffre, sta male e non si può muovere. Non riesco a camminare, e solo la pedalata assistita mi può permettere di muovermi, e devo anche andare spesso a fare delle visite. Ve la descrivo, la bici è semplice da descrivere: una numero 28 grigia con un computer sopra il manubrio, un portapacchi davanti, la batteria dietro e un grande sellino, per due persone, che è l’unico che posso usare".
"Ci vuole poco a prendere una brutta china: finché posso voglio aiutare gli altri"
Paolo Vranjes, imprenditore e lettore de La Nazione
E un appello simile, naturalmente, non è rimasto inascoltato, anzi fin da subito il moto di solidarietà è sembrato fortissimo. “Appena ho letto la storia del signor Marco non ho resistito,
io e mia moglie ci offriamo personalmente per ricomprare la bicicletta rubata". Il cuore vibrante di Firenze davanti alle ingiustizie torna a pulsare a ritmi altissimi. Sono bastate meno di 48 ore per mobilitare i fiorentini, con una raccolta fondi che sembrava già pronta a partire, prima del bel gesto di
Paolo Vranjes, fondatore dell’azienda Dr.Vranjes. "Gesti simili sono veramente ignobili – spiega – e ho deciso subito di non rimanere indifferente a questa richiesta di aiuto. Mi reputo una persona fortunata nella vita, ma so quanto ci voglia poco a prendere una brutta china, e finché posso voglio aiutare chi è in difficoltà. Siamo felici di ricomprare personalmente la bicicletta, sperando di rendere Marco una persona felice".