Shima Forugh (nome di fantasia per tutelarne la privacy) frequentava il decimo anno di scuola quando ha deciso di
arruolarsi nell'esercito afghano. Nella società patriarcale del Paese era un tabù, per le donne, arruolarsi, ma centinaia di
ragazze come lei hanno superato questa restrizione. A 21 anni, come racconta il The Guardian, la ragazza si è unita al 207° corpo d'armata di Zafar a Herat. Sia il padre, anch'egli membro dell'esercito afghano, sia la madre hanno appoggiato la sua decisione.
Shima Forugh a 21 anni si era arruolata nell'esercito a Herat
Forugh stava seguendo l'addestramento militare quando il genitore è stato ucciso nel 2017 da un ordigno esplosivo talebano, mentre si recava nella provincia di Helmand. Così la giovane si è dovuta prendere cura delle due sorelle, del fratello e della madre. Non avrebbe mai immaginato che un giorno i Talebani avrebbero ripreso il potere in Afghanistan.
Il ritorno dei Talebani e la repressione
Il 15 agosto 2021 le forze talebane ripresero il controllo della capitale, Kabul, e Shima si trovava in licenza per due settimane quando si seppe che anche la provincia di Herat era caduta. Il Mullah Haibatullah Akhundzada, la guida suprema degli studenti coranici, annunciò
un'amnistia generale dopo la presa di potere ma, secondo la donna, coloro che lavoravano nelle ex forze militari non erano inclusi.
Alia Azizi era stata direttrice di un carcere femminile: pochi giorni dopo il ritorno dei Talebani è sparita nel nulla
Un esempio è stata la
sparizione di Alia Azizi, ex direttrice del carcere femminile della provincia di Herat, dopo che era stata chiamata in ufficio dalle autorità. Un'inchiesta del New York Times sostiene che nei primi 6 mesi, circa 500 soldati e impiegati governativi del precedente regime sono stati uccisi dai Talebani. "Anche coloro che si sono
arresi sono stati uccisi o perseguitati", dice Forugh. "Quando i Talebani hanno iniziato ad andare porta a porta, ho bruciato i miei documenti". Da allora non ha più potuto viaggiare liberamente né mantenere la sua famiglia.
Le restrizioni alle donne ex impiegate nell'esercito
"In questi due anni, ho trascorso ogni momento nascosta e con la paura di morire. Con i Talebani che impongono
restrizioni alla vita delle donne, la nostra situazione economica è peggiorata". La ragazza descrive la sua vita attuale come "
morte graduale in prigionia". Solo sua madre può lavorare. "In verità, sono molto stanca. Se il suicidio fosse giusto, metterei fine a questa vita miserabile", confessa al Guardian. Per timore di essere arrestata, non ha contatti con i suoi ex colleghi, ma dice che molti di quelli che sono fuggiti nei Paesi vicini hanno avuto
problemi di salute mentale.
Le ragazze che prima svolgevano impieghi governativi o di polizia oggi vivono nascoste per paura della repressione
Circa 4.000 donne lavoravano nel sistema militare afghano, secondo i dati raccolti dal precedente governo dell'Afghanistan. Ora, molte sono
costrette a mendicare per vivere.
Povertà, fame e la costante paura di essere scoperte
Fatima (pseudonimo) è stata a lungo l'unica fonte di sostentamento della sua famiglia composta da sei persone. Ha lavorato come
agente di polizia femminile in una prigione per 10 anni, finché il regime non l'ha costretta a casa senza un reddito. Si è trasferita fuori città con i suoi quattro figli e il marito e ha vissuto in segreto nella casa di un parente. La sua unica preoccupazione, all'epoca, era la sicurezza, perché aveva risparmiato denaro sufficiente almeno per qualche mese.
Quasi 30 milioni di afghani vivono in condizione di povertà e hanno bisogno di aiuti umanitari
Dopo un anno i risparmi sono finiti e sono dovuti tornare in città, dove il marito lavora come operaio. "Avevamo il terrore che se i Talebani ci avessero trovato ci avrebbero torturato e ucciso.
Viviamo con una paura tremenda. Non dormiamo bene. Quando mi sposto, indosso il burqa per non essere riconosciuta". Suo marito guadagna l'equivalente di meno di una sterlina al giorno. Con questo denaro riesce a comprare solo un po' di pane secco, ma
uno dei bambini soffre di malnutrizione e i soldi non sono sufficienti per pagare le cure. Secondo l'Unhcr,
28.8 milioni di persone in Afghanistan hanno
bisogno di aiuti umanitari. Fatima è stata costretta a mandare due dei suoi figli - un maschio di 14 anni e una femmina di 7 - dal cognato che vive in un'altra provincia, dove un'associazione di beneficenza locale può aiutarli.