I 5 momenti chiave nell'abolizione dei diritti delle donne afghane

Dopo il ritorno dei Talebani al potere, due anni fa, alle ragazze è stato proibito di andare a scuola e frequentare università, parchi pubblici, palestre, di viaggiare e lavorare per le ong

di MARIANNA GRAZI -
16 agosto 2023
coraggiose

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Si chiama Somaya Faruqi, è una ragazza afghana di 21 anni che ha dovuto lasciare il suo Paese per poter inseguire il suo sogno: diventare ingegnera. Per riuscirci ha dovuto emigrare negli Stati Uniti, perché da due anni, con il ritorno al potere dei talebani, alle donne non è più permesso andare a scuola. Nell'agosto 2021, dopo il ritiro delle truppe americane e degli alleati occidentali dal Paese, gli estremisti hanno infatti ripreso il controllo dello Stato, assicurando di continuare a tutelare diritti conquistati dalle donne nel ventennio precedente. Promesse che puntualmente sono state disattese.
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Una manifestazione di donne afghane che chiedono ai Talebani il rispetto dei loro diritti

Un epilogo annunciato, a più riprese, già nei giorni successivi alla presa della capitale Kabul da parte delle truppe fondamentaliste, che attivisti, politici, semplici cittadini e cittadine hanno più e più volte denunciato non solo come possibilità ma come futuro già scritto. Ma si tratta di un avvenire che può e deve essere cambiato, per questo è indispensabile continuare a testimoniare il dolore, la paura, la speranza e la determinazione con cui le donne afghane affrontano le limitazioni imposte alle loro vite e al loro mondo.

I cinque momenti chiave nell'abolizione dei diritti delle donne afghane

"Permetteremo alle donne di studiare e lavorare all'interno del nostro quadro normativo. Le donne saranno molto attive nella nostra società", hanno annunciato i Talebani nella loro prima conferenza stampa poco dopo aver ripreso il potere in Afghanistan. A due anni di distanza, queste rassicurazioni sono state completamente demolite dalle azioni del governo. La soppressione dei diritti delle donne è in assoluto tra le più severe al mondo, attuata attraverso una serie incessante di decreti religiosi della leadership e di sentenze regionali che sono costantemente imposte.

1) Settembre 2021 - Chiusura delle scuole secondarie femminili

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A settembre 2021 le scuole secondarie sono riaperte per gli alunni maschi mentre le ragazze sono state escluse dall'istruzione

La prima avvisaglia dell'atteggiamento dei Talebani nei confronti delle donne si è avuta un mese dopo la presa di potere. A seguito di una dichiarazione del Ministero dell'Istruzione che non menzionava le ragazze, le scuole secondarie sono state aperte ai soli alunni maschi. "A livello locale ci è stato detto di non frequentare le lezioni", ha raccontato alla BBC una studentessa di 17 anni a Kabul. "Per 11 anni, nonostante il rischio di subire violenze, ho lavorato duramente per poter diventare medico. Sono distrutta", ha aggiunto piangendo. Nella stessa settimana, il sindaco ha imposto alle impiegate dell'amministrazione comunale di Kabul di rimanere a casa, permettendo solo a quelle che svolgevano lavori che non potevano essere svolti da uomini di continuare. Intanto veniva aperto il Ministero della Propagazione della Virtù e della Prevenzione del Vizio, allestito nello stesso complesso in cui si trovava in precedenza quello degli Affari Femminili. Da qui erano giunte rassicurazioni: "Apriremo scuole per le ragazze in tutto il Paese.Lavoriamo per migliorare la situazione della sicurezza".
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La BBC visita una scuola segreta per ragazze in Afghanistan

2) Dicembre 2021 - marzo 2022 - Limitazioni di viaggio e promesse non mantenute sull'istruzione secondaria

Le afghane hanno risposto alle restrizioni marciando per le strade delle città, chiedendo il diritto al lavoro e allo studio. In più occasioni sono state violentemente fermate dal governo talebano. "Una manifestante ha raccontato di essere stata frustata con cavi elettrici durante un semplice incontro a casa di una sua amica. Si era spostata da un luogo all'altro, temendo di essere catturata", fa sapere la BBC. Nel gennaio 2022, almeno 4 attiviste sono state arrestate, trattenute per settimane e picchiate. Le restrizioni sono state introdotte gradualmente. Nel dicembre 2021, il ministero delle virtù e del buoncostume del governo ha ordinato che le donne che percorrono distanze superiori a 72 km devono essere accompagnate da un parente maschio stretto.
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I combattenti talebani hanno picchiato le donne manifestanti e sparato in aria disperdendo con violenza una manifestazione nella capitale afghana

Quello che invece è apparso come un barlume di speranza, quando a marzo 2023 il dipartimento dell'istruzione talebano ha annunciato che "tutti gli studenti" sarebbero potuti tornare a scuola all'inizio del nuovo ciclo accademico, si è dimostrato in realtà l'ennesima illusione. Un funzionario talebano aveva inoltrato infatti ai presidi un messaggio WhatsApp in cui si diceva che gli istituti secondari femminili sarebbero rimasti chiusi fino a nuovo ordine. Molte alunne sono scoppiate a piangere: "Che razza di Paese è questo? Qual è il nostro peccato?". Il governo talebano è stato cauto nel motivare le sue scelte, definendole un passo necessario per un ritorno ai valori tradizionali islamici. Nel frattempo, molti chierici ultra conservatori, anziani delle tribù e i loro seguaci sostengono l'esecutivo che li ha aiutati a riprendere un ruolo di primo piano nel Paese.

3) Maggio 2022 - Imposti nuovi codici di abbigliamento

In Afghanistan il governo dei talebani a Kabul ha reso obbligatorio il burqa per le donne in tutti i luoghi pubblici (Foto Ansa)

Meno di due mesi dopo, il 7 maggio 2022, il governo ha annunciato un decreto approvato dalla guida suprema Haibatullah Akhundzada, che impone alle donne di essere coperte dalla testa ai piedi. il che si traduce nell'obbligo di indossare il burqa. "Le donne che non sono troppo vecchie o giovani devono coprirsi il viso, tranne gli occhi", si leggeva nel documento, che ordinava inoltre ai membri maschi della famiglia di assicurarsi che le mogli, le sorelle e le figlie si adeguassero alla norma, pena l'adozione di provvedimenti. "Non ci interessa cosa dobbiamo indossare se questo ci permette di studiare e lavorare", ha spiegato una cittadina afghana, che ha immediatamente cambiato abbigliamento dall'entrata in vigore della misura. Mentre le donne iniziavano a scomparire dalla vita pubblica, il numero di indigenti, a cui era stato negato il diritto al lavoro e la possibilità di sfamare le proprie famiglie, era sempre più visibile per le strade a chiedere aiuto. È cresciuto sostanzialmente anche il numero di bambine vendute o costrette a matrimoni precoci dai loro genitori, perché non erano in grado di mantenerle.

4) Ottobre - dicembre 2022 - Divieto di accesso all'università, agli spazi pubblici e al lavoro nelle Ong

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A due anni dal ritorno al potere dei Talebani le donne afghane sono più oppresse che mai: non possono lavorare, formarsi, viaggiare o frequentare gran parte dei luoghi pubblici

Dopo alcuni mesi senza nuove restrizioni importanti a ottobre 2022, quando il governo ha permesso alle adolescenti, comprese quelle che non avevano completato l'ultimo anno di scuola, di partecipare agli esami di ammissione all'università, le speranze si sono riaccese. Ma i vertici di Kandahar hanno continuato a irrigidire la loro posizione, riducendo ulteriormente lo spazio di libertà delle donne intorno alla fine dell'anno. A novembre, infatti, un portavoce del ministero del Vizio e della Virtù ha annunciato il divieto per le afghane dai parchi di Kabul perché non era rispettoso della Sharia. Una decisione che, come accaduto in precedenza, si è estesa a tutta la nazione. Alle donne è stato anche impedito di frequentare palestre, piscine e bagni pubblici.
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In Afghanistan altro colpo alle libertà delle donne dopo il ritorno al potere dei talebani: vietato l'accesso in gran parte dei luoghi pubblici 

"Ogni giorno, come ragazze in Afghanistan, ci svegliamo con nuove restrizioni – affermava allora una giovane –. Sono stata fortunata a finire la scuola secondaria prima dell'arrivo dei Talebani. Ma ora ho paura che anche le università possano essere chiuse". E purtroppo aveva ragione. Il 20 dicembre 2022, il ministro talebano dell'istruzione superiore ha ordinato che tutte le università pubbliche e private chiudessero immediatamente alle studentesse fino a nuovo ordine. Quattro giorni dopo è arrivato un altro duro colpo. Il Ministero dell'Economia talebano ha imposto a tutte le Ong locali e internazionali che operano in Afghanistan di chiedere alle loro dipendenti donne di non venire più a lavorare o di revocare loro il permesso.

5) Luglio 2023 - Vietati i saloni di bellezza

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A luglio 2023 sono stati chiusi i saloni di bellezza, una delle ultime risorse per le afghane di contribuire al mantenimento delle famiglie

Gli ultimi spazi in cui le donne potevano riunirsi al riparo dai controlli dei talebani erano i parrucchieri e i saloni di bellezza. Ma l'annuncio del governo talebano del 4 luglio 2023 di chiuderli non è stato una sorpresa per la maggior parte delle persone. Si stima che circa 60.000 donne fossero impiegate nel settore. "Era l'unica fonte di reddito per la mia famiglia – ha detto un'ex proprietaria –. Mio marito ha problemi di salute e non può lavorare. Come farò a sfamare i miei figli?". Nonostante i rischi, lei ha deciso di gestire la sua attività da casa perché non ha altra scelta. Costrette a una sorta di clausura forzata tra le mura domestiche, molte donne hanno dovuto trovare il modo di vivere la propria vita nonostante le restrizioni.
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Le donne continuano a marciare per le strade di Kabul manifestando per i propri diritti nonostante il rischio di venire arrestate o picchiate o ancora uccise

In alcune zone del Paese sono in funzione scuole clandestine; alcune Ong impiegano ancora afghane e queste possono lavorare nei settori della sicurezza, della sanità pubblica, dell'arte e dell'artigianato e in pochi altri. Di tanto in tanto, nonostante il gravissimo rischio di detenzione e violenza, gruppi di donne continuano a marciare per le strade, alzando la voce. "Non siamo le stesse che i Talebani hanno soppresso 20 anni fa. Siamo cambiate e loro dovranno accettarlo, anche se dovremo rinunciare alla nostra vita per questo".

La campagna Onu "L'istruzione non può attendere"

Il blocco riguarda più di un milione di ragazze, secondo le Nazioni Unite che hanno lanciato un campagna a favore del diritto allo studio, utilizzando il volto e la storia di Somaya. "L'istruzione non può attendere" è partita il 15 agosto. L'iniziativa, accompagnata dall'hashtag #AfghanGirlsVoices, vuole dare voce alle giovani afghane e allo stesso tempo rilanciare il diritto all'accesso all'istruzione a livello mondiale.
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Oltre oltre 28 milioni di bambini e adulti in Afghanistan hanno bisogno urgentemente di assistenza. Tra la crisi economica e alimentare e l'impossibilità di studiare, per troppe bambine e ragazze il futuro è a rischio

L'Onu ha diffuso in rete immagini e storie di ragazze, che chiedono "parità di diritti con i fratelli", la possibilità di studiare, ma che promettono anche di "non arrendersi". "Il coraggio di queste – commenta la studentessa – mi dà la forza di usare la mia voce per amplificare la loro nel mondo. La situazione sta costando molto in termini di salute mentale. Il tasso di suicidi è schizzato alle stelle negli ultimi due anni. Spero che il prossimo anno si possa celebrare la libertà, invece di segnare un altro anno di sofferenza". Faruqi fa parte parte, con altre nove connazionali, di un team specializzato in robotica chiamato "The Afghan Dreamers", le sognatrici afghane.

Le ragazze afghane della robotica

Lei è la "capitana" dell'Afghan Girls Robotic Team: la squadra, fondata nel 2017, era inizialmente formata da ragazze tra i 12 e i 18 anni che sono riuscite a scappare dall'Afghanistan prima andando in Qatar, poi raggiungendo gli Stati Uniti, dove stanno sviluppando studi di robotica. Dopo aver terminato gli studi secondari in Qatar, Faruqi è approdata alla facoltà di ingegneria meccanica dell'Università di Sacramento, in California, grazie a una borsa di studi del Qatari Development Fund. "Questa campagna - spiega - mira ad attirare l'attenzione del mondo sulle ragazze afghane e sul tema dell'educazione scolastica, qualcosa che l'Afghanistan sembra aver dimenticato".
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Una donna afghana mendica dietro un soldato talebano

"Abbiamo solo il diritto di restare a casa" confessa infine Somaya, a meno di non essere accompagnate dai genitori, dai fratelli o mariti. La campagna di sensibilizzazione andrà avanti sui social fino a settembre. Le Nazioni Unite sperano di diffondere una presa di coscienza nell'opinione pubblica mondiale, e che poi trovi voce concreta in occasione dell'Assemblea generale in programma al Palazzo di Vetro, a New York, dal 18 settembre.