In Spagna potrebbe essere istituita una prima grande
inchiesta sugli abusi sessuali nella Chiesa. Il terremoto che scuote le fondamento del
Vaticano, dai casi di pedofilia scoperti dall'inchiesta sui sacerdoti tedeschi (che coinvolge anche il
Papa emerito Joseph Ratzinger) alle spinte per una sempre maggiore apertura
verso le donne e
la comunità Lgbt, arriva fino nella penisola Iberica, in un Paese di forte e consolidata tradizione
cattolica. La scorsa settimana tre partiti spagnoli,
Unidas Podemos (UP),
Euskal Herria Bildu (EH Bildu) e
ERC, hanno infatti presentato al Congresso la richiesta di creare una commissione d'inchiesta per indagare sui
casi di pedofilia e abuso sui minori all'interno della Chiesa cattolica spagnola.
Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez alla Camera bassa a Madrid, Spagna (Ansa)
La richiesta dei partiti
Podemos, come riporta il quotidiano
El País, aveva già annunciato la sua intenzione di procedere in questa direzione ad ottobre, ma era l'unico partito disposto a farlo. Grazie ad un giro di consultazioni con altre forze politiche ora ha finalmente preso l'iniziativa con i partiti catalano e basco per "indagare sulle aggressioni sessuali nei confronti di bambini e adolescenti da parte di membri della Chiesa cattolica" con l'obiettivo di ottenere "le informazioni necessarie per poter pianificare politiche pubbliche di risarcimento, prevenzione e assistenza alle vittime di questo terribile crimine". La commissione, secondo Sofía Castañón, portavoce di UP, si basa sull'inchiesta che il quotidiano sta portando avanti dal 2018 sugli abusi nella Chiesa spagnola e, nello specifico, sul dossier con
251 casi inediti che questo giornale ha consegnato al Papa e alla Conferenza Episcopale lo scorso dicembre. "Questa indagine non può rimanere dietro le porte e le mura della Chiesa. Perché si possa parlare di
verità, giustizia e risarcimento per le vittime, che nella loro infanzia o adolescenza hanno subito questi abusi e aggressioni, è necessaria una denuncia che faccia appello alla sfera legislativa", ha dichiarato Castañón. "È
un debito pendente per il nostro Paese. Non è una questione di ideologie, ma di
tutela dei nostri figli", ha aggiunto.
Da sinistra, Pilar Vallugera (ERC); Bel Pozueta (EH Bildu); Sofía Fernández Castañón e Jaume Asens (Unidas Podemos) (Europa Press)
La commissione parlamentare
In Spagna, secondo il regolamento del Congresso, le commissioni d'inchiesta possono essere avviate "su qualsiasi questione di
interesse pubblico" oppure su proposta del governo, di almeno due gruppi parlamentari, dell’ufficio di presidenza o di un quinto dei deputati. La nuova commissione dovrà ora essere approvata da una maggioranza per diventare una realtà. Quindi, in pratica, rimane nelle mani del
PSOE (Partito Socialista Operaio Spagnolo). La deputata di EH Bildu Bel Pozueta ha sottolineato che "la palla è nel campo" del gruppo socialista, al quale ha chiesto di "osare" per andare avanti con questo processo. "Il tempo dell'
impunità è finito", ha sottolineato Pilar Vallugera di Esquerra Republicana de Catalunya. Un altro dei punti su cui si insiste, e che appare anche nel documento che hanno presentato, è l'importanza di chiarire "se c'è stata anche una qualche
responsabilità politica nell'occultamento di questi fatti che erano più o meno conosciuti". Se approvata, la commissione indagherà, tra le altre questioni, sulla portata dell'insabbiamento di questi crimini all'interno della Chiesa, sul grado di conoscenza negli enti pubblici dell'esistenza di queste pratiche e sul numero approssimativo di vittime e di abusatori.
In Spagna non si è mai svolta alcuna indagine ufficiale sull’entità del problema degli abusi sessuali da parte del clero
Le inchieste territoriali e interne alla Chiesa
Se la commissione d'inchiesta dovesse essere approvata e avviata, scrive il quotidiano
El País, sarebbe la
prima volta che un'istituzione di carattere nazionale si attiva per far luce sullo scandalo degli abusi clericali. Una notizia di portata
storica e una potenziale bomba pronta a detonare all'interno di una delle nazioni che,
assieme all’Italia, è tra le poche in cui non è stata svolta alcuna indagine ufficiale sull’entità del problema degli abusi sessuali da parte del clero. In questo modo, la Spagna "spezzerebbe la sua
inerzia sulla questione e seguirebbe l'esempio di paesi come l'Irlanda o l'Australia, dove lo Stato si è fatto carico delle indagini sui casi passati. Finora, le iniziative sono emerse solo a
livello regionale, nel governo della Navarra o dal Síndic de Greuges, il giudice tutelare, in Catalogna" si legge sul quotidiano. Finora, sulla questione, la Chiesa spagnola sta
indagando autonomamente, senza alcuna trasparenza e in modo frammentato e non centralizzato. Tra diocesi e ordini, ci sono circa 70 entità diverse che stanno 'facendo luce' sui propri casi, ognuna con i propri criteri. L'istituzione ecclesiastica stessa ha sempre
rifiutato di esaminare i casi passati, di rivelare quelli di cui è a conoscenza e di creare una commissione indipendente per fare questo lavoro, come hanno fatto i vescovi di Francia o Germania. L'unica 'memoria' storica degli abusi sessuali da parte dei membri del clero che esiste in Spagna è quella portata avanti da
El País, come somma delle sue indagini, delle sentenze e delle informazioni raccolte da altri media. Il numero totale, secondo il quotidiano, ammonta già a
più di 600 casi con più di
1.300 vittime dagli anni '40 ad oggi.